In merito alla querelle su Dugin pubblichiamo questa riflessione di un esponente delle associazioni animaliste, candidato alle Europee nel partito animalista, Carlo Callegari
In questi giorni si è fatto sulla vicenda di Dugin, un carosello di provincialismo sulla libertà d’espressione. Ci tengo ad affermare che la libertà non può essere lasciata agli ignavi e agli ipocriti. Penso che il rifiuto di concedere una sede istituzionale al Sig. Dugin non sia stato un atto di censura. I suoi libri si possono liberamente acquistare. D’altronde, mi risulta che l’ospite ha parlato in pubblico e che il clamore della vicenda gli ha dato più ampia diffusione mediatica. Concedere la sala di un’ alta istituzione culturale, non è l’esito scontato di una procedura burocratica, ma impone l’obbligo di un giudizio delle idee dell’oratore, per non rischiare di avallare teorie eversive della costituzione, che tutti abbiamo il dovere di difendere. La libertà di espressione si regge sull’estensione della libertà, quindi non è una contraddizione rifiutarla agli odiatori della libertà. Si può sospettare che, chi si è sorpreso e indignato del rifiuto, s’aspettasse un riconoscimento ufficiale del valore dell’opera del signor Dugin. Informandomi in rete, pur nei limiti della fonte, mi è parso di capire che nel nuovo ordine politico e sociale preconizzato, la libertà non apparterrà agli individui.
La chiusa della prefazione di Piero Calamandrei del 1946 alla vigilia della Costituente alla ristampa anastatica dei “diritti di libertà” di Francesco Ruffini apparsi nelle edizioni Gobetti del 1926 nella fase di compimento del regime fascista, risuona nella sua semplice verità, come un monito a contrastare col massimo vigore ogni pur minima offesa alla dignità di qualsiasi persona. anche la libertà è come l’equilibrio atomico: basta che sia infranta in una persona, cioè in un atomo della società, perchè da questa frattura infinitesima si sprigioni e si diffonda una forza distruttiva capace di sovvertire il mondo.
Carlo Callegari