LETOJANNI – Compie sette anni la frana di Letojanni che ha provocato la chiusura della carreggiata lato monte, Messina-Catania, dell’autostrada A18. Sette lunghi anni trascorsi tra chiacchiere, polemiche, proteste e lavori che ancora oggi procedono con una lentezza esasperante. A ricordare il poco felice anniversario, che cade proprio oggi (lo smottamento sulla collina letojannese si verificò infatti il 5 ottobre del 2015), è Cittadinanzattiva, che cita le parole rilasciate ai media dal presidente del Cas, Francesco Restuccia, nel marzo dello scorso anno: “Entro agosto 2021 la carreggiata a monte dell’A18 direzione Catania tornerà percorribile”. “Era facile intuire – attacca oggi Cittadinanzattiva – che quelle erano promesse al vento. I fatti dimostrano che sulla A18 nel tratto della frana di Letojanni, ancora dopo 7 anni si continua a viaggiare in emergenza”.
Eppure, dopo varie traversie, questa volta i lavori sembravano davvero avviati verso la conclusione, tanto che Autostrade Siciliane, esattamente un anno fa in occasione del sesto anniversario delle frana, aveva annunciato la riapertura del tratto entro l’inizio del 2022. A fine 2021, però, il direttore generale del Cas, Salvatore Minaldi, in un’intervista a Tempostretto, aveva fissato il traguardo “entro il 2022”. Nell’occasione, Minaldi aveva anche ricordato che “la gestione dei lavori è in capo alla Protezione Civile e che si tratta di un intervento molto complesso”. Difficilmente, però, proseguendo di questo passo, la scadenza di fine anno sarà rispettata.
Cittadinanza, intanto, sottolinea la spesa sin qui sostenuta per la realizzazione della galleria (“oltre 20 milioni di euro”) e il rischio che possa aumentare ulteriormente. “Vista la lentezza – si legge nella nota diffusa oggi – non sono da escludere nuove varianti al progetto che ne faranno lievitare i costi”.
E ci sarebbe anche una questione sicurezza: “Il cantiere mostra detriti lasciati a bordo strada – prosegue Cittadinanzattiva – in caso di forti nubifragi la terra mista a fango potrebbe ricadere ancora nell’unica carreggiata aperta al traffico e bloccare la viabilità della Sicilia orientale. Nel cantiere si notano pochissimi operai al lavoro, un vero e proprio sfregio ai siciliani che produce un grave danno economico e di immagine”. Nel prendere atto “che le Autostrade italiane si sono fermate a Reggio Calabria”, Cittadinanzattiva chiede quindi il “declassamento delle due tratte A18 e A20, con investimenti e infrastrutture adeguate che devono essere gestiti dall’Anas”.