CAPO D’ORLANDO – Di solito andava a scuola con la navetta. Un amico di famiglia si trova a passare lungo il tragitto tra Rocca di Caprileone e Capo d’Orlando e si offre di accompagnarla. Una, due, tre volte fino a quando l’occasionalità diventa abitudine.
Le insegnanti vedono la 15enne scendere più volte dallo stesso mezzo di un 59enne che, peraltro, è solito intrattenersi anche con altre ragazzine. Decidono di parlare con la ragazza, vogliono vederci chiaro. Quello che ascoltano è ben più grave di ciò che avevano solo immaginato.
Si rivolgono subito ai poliziotti del Commissariato di Capo d’Orlando che, di concerto con il sostituto procuratore del Tribunale di Patti, avviano le indagini. Dalla targa della macchina risalgono al conducente di cui monitorano spostamenti e chiamate effettuate dal cellulare.
I risultati confermano l’agghiacciante racconto fatto dalla ragazza, costretta a subire abusi in luoghi appartati, anche vicino alla scuola.
Non solo violenza, secondo gli investigatori, ma anche minacce, paventando terribili conseguenze se avesse confidato a qualcuno quanto accaduto.
“I tabulati evidenziano numerose telefonate, di carattere esclusivamente unilaterale, incompatibili con l’esistenza di una relazione consenziente. I sopralluoghi effettuati nei luoghi, teatro degli abusi, descritti dalla giovane con dovizia di particolari confermano l’attendibilità delle sue dichiarazioni rese anche alla presenza degli investigatori. In particolare riferisce di un vecchio casolare privo di finestre e porte, utilizzato per consumare i rapporti non voluti. Grande precisione nella narrazione di quanto subito, confidato pure ad una compagna di scuola”.
Stamattina la fine delle sofferenze a distanza di poco tempo dalla scoperta di questa triste storia: i poliziotti conducono in carcere il 59enne in esecuzione della relativa ordinanza custodiale emessa dal giudice per le indagini preliminari.