Si terrà venerdì il Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza pubblica, convocato dal prefetto Francesco Alecci dopo l’ennesima occupazione abusiva di alloggi popolari. Tra sabato notte e domenica mattina è stata completata l’opera: l’intera palazzina di Fondo Basile, oggetto da settimane e settimane delle denunce della quinta Circoscrizione, è ormai occupata abusivamente. Da famiglie con donne “rigorosamente” incinte, forti della mancata custodia degli alloggi da parte della ditta, in amministrazione controllata, e di una legge con troppe maglie in casi del genere. Così i legittimi assegnatari, che ieri sono stati ricevuti del sindaco ed hanno incontrato alcuni capigruppo del Comune, sono costretti a vedere le “loro” case occupate da chi non ne ha alcun diritto. La sconfitta della legalità, il trionfo dell’impotenza delle istituzioni. Con la beffa dello scorso week-end, narrata ieri dal commissario dell’Iacp Lo Conti (che oggi presenterà un esposto): le ultime occupazioni sono accadute sotto gli occhi della vigilanza armata pagata dall’Istituto, che sabato notte si è sentita rispondere picche da polizia, carabinieri e vigili urbani e che domenica ha assistito la polizia municipale non andare oltre (perché non può) la semplice azione di riconoscimento degli occupanti.
Di fronte a tutto questo, il consiglio della quinta Circoscrizione, attraverso una dura nota, non può non parlare di «amarezza», anche per quel che riguarda il Comitato convocato dal prefetto Alecci. «L’amarezza con cui si accoglie questa notizia è dettata dalla constatazione di come nel gestire la soluzione della complessiva vicenda si sia perduto quel tempo utile a evitare che l’occupazione si perpetuasse e si aggravasse a tal punto. Un’inerzia ed una afasia nella risposta dell’Amministrazione comunale che, grazie al provvidenziale interessamento della Procura della Repubblica, che oggi verrà interessata del caso dallo Iacp, potrà essere chiarita anche in sede di accertamento delle responsabilità: intollerabile ed irresponsabile, infatti, appare l’atteggiamento di autorevoli esponenti di questa Amministrazione che, nel disperato tentativo di non assumersi le responsabilità di cui sarebbero investite per ruolo e mandato popolare, rimpallano, fino a qualche ora fa, le “colpe” ad altri enti, individuati a volte nello Iacp, altre volte nelle Forze dell’Ordine, altre volte in altri ipotetici ulteriori responsabili che, asseritamente, avrebbero voce in capitolo».
Per il quartiere i responsabili sono innanzitutto il sindaco Buzzanca e l’assessore al ramo, Roberto Sparso, che «sin dal primo giorno di occupazione degli alloggi, un mese e mezzo fa!, quali massimi esponenti amministrativi del territorio, avrebbero dovuto immediatamente prendere in mano con serietà la conduzione con fermezza e tempestività delle operazioni, coordinando il procedimento di sgombero e di sanzione delle responsabilità penali eventualmente da indagarsi. Troppo facile, infatti, attribuire ad altri – il prefetto, lo Iacp, la magistratura – il ruolo di garante dell’ordine pubblico sul territorio, considerando stranamente il Comune come una entità differente e distante dallo Iacp».
E poi la riunione di ieri, dove ancora una volta si è promessa la soluzione immediata. «E tuttavia – evidenziano Alessandro Russo e gli altri consiglieri – troppi tasselli non rientrano nel mosaico di questa triste vicenda: si viene a sapere che lo Iacp aveva assicurato la vigilanza armata privata dello stabile, e tuttavia gli abusivi si sono introdotti negli appartamenti. Perché questo è accaduto? Perché le forze dell’ordine – polizia, carabinieri e polizia municipale – non sono intervenuti quando i rappresentanti della compagnia di vigilanza hanno denunciato l’immissione di abusivi nella palazzina? Si possono riscontrare ulteriori responsabilità, a parte quelle chiare di una politica debole e supina alla logica degli abusivi, da parte di altri enti o di altre istituzioni che avrebbero dovuto intervenire nel frattempo? A questa e ad altre inquietanti domande, il Consiglio della V Circoscrizione auspica che la magistratura messinese sappia prontamente dare risposta, così come la seduta del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica sotto l’egida del Prefetto. Le responsabilità della politica, le connivenze e le zone d’ombra che traspaiono in questa terribile storia messinese, infatti, devono emergere con nomi e cognomi, perché non si abbiano mai più a ripetere».