Lo spettacolo live del re italiano del Jazz Enrico Rava insieme al chitarrista Francesco Diodati ha emozionato venerdì 21 novembre il Palacultura, con una intensità prolungata dalle geniali “piroette” musicali del Duo per tutto il pubblico dell’Accademia Filarmonica di Messina e l’Associazione “Bellini”. La coppia artistica Rava-Diodati, collaudata dall’inizio di quest’anno, ha avviato i propri recital, a partire dallo scorsa estate, con un repertorio che si diffonde tra le musiche di Rava, gli standard Jazz e le divagazioni su armonie improvvisate. Il trombettista ha riconosciuto in Diodati un virtuoso eccelso della chitarra, malgrado la giovane età (ora 31enne). Ma il loro incontro risale a circa 11 anni fa (ci raccontano in un’intervista a fine concerto), quando Rava ascoltò, per la prima volta a Siena, Francesco, durante il periodo di specializzazione di quest’ultimo, in occasione di un festival, sul palco con altri strumentisti. Il trombettista apre lo spettacolo insieme al suo collega, sin da subito, in modo molto personale interpretando il pezzo “Wild dance”, tratto dal suo album “Ragazzi selvaggi” uscito nel 1998. Poi, ha reso omaggio con il brano “Retrato em branco e preto” a tre musicisti di cui è grande estimatore: Antonio Carlos Jobim e Chico Buarque che l’hanno composto e Chet Baker che l’ha suonato magnificamente. Non poteva mancare l’esecuzione di “My Funny Valentine”, scritta da Richard Rodgers e divenuta immortale ancora con Baker che visse in Italia per motivi non proprio piacevoli. Il bis è stato affidato al pezzo accattivante “Estate”, l'unico standard che appartiene alla tradizione italiana, scritto da Bruno Martino, con uno stile da night club, molto celebre e spesso inciso anche da jazzisti non italiani. Rava confessa che “sembrava carino dedicarlo alla città dello Stretto”.
La Camerata Rco, piccola-grande delegazione dell’Orchestra del Royal Concertgebouw, ha espresso ieri sera al Teatro Vittorio Emanuele un altissimo livello di musica e signorilità interpretativa. L’ensemble olandese è una esclusiva propaggine di quella che è considerata, in campo internazionale, un’istituzione culturale, appunto l’Orchestra del Royal Concertgebouw, con sede ad Amsterdam. La Camerata Rco, formatasi nel 2009, è essenzialmente un gruppo modulabile di primi elementi orchestrali, a seconda del repertorio selezionato per la performance quindi con notevoli capacità poliedriche. Sul palco messinese sono saliti gli affiatati Annebeth Webb al violino, il giovanissimo Rob van de Laar al corno e Frank van de Laar al pianoforte. Gli autori in programma Ludwig Van Beethoven, Robert Schumann e Johannes Brahms hanno rimarcato le potenzialità sia dei solisti sia del trio.
In apertura la Sonata per corno e pianoforte in Fa maggiore, op. 17 di Beethoven, che si annovera tra i capisaldi della esigua letteratura cameristica per corno e svela l’esigenza del compositore di utilizzare le risorse timbriche di carattere intimista e malinconico, peculiari dello strumento. La Camerata Rco che, in questo caso, mette in gioco il cornista e il pianista imprime la giusta atmosfera concepita da Beethoven (con i movimenti Allegro moderato; Poco Adagio; Rondo: Allegro molto), affondando accenti cupi nel movimento centrale con uno stile di inequivocabile marcia funebre. Ma è con Brahms e con il Trio per corno in Mi Bemolle Maggiore, op. 40 che la Camerata Rco riesce a fondere i propri talenti e le proprie percezioni. La visione degli affascinanti boschi nella Foresta Nera, così come appariva al compositore di Amburgo, si infiltra nelle sonorità del gruppo a decantare la natura, alla stessa maniera di tante poesie in pieno Romanticismo che mirano dritte al cuore. Un capolavoro del patrimonio classico è sicuramente valorizzato da chi lo realizza con grande sentimento e sensibilità come questo trio olandese. La composizione si articola in quattro movimenti che balzano dalla dolcezza del primo “Andante” allo “Scherzo” che ispira irruenza e confluisce nello struggimento; ancora, si passa dalla rassegnazione dei mali esistenziali, grazie al terzo movimento “Adagio mesto”, fino alla giocosità del finale “Allegro con brio” che rimanda alle dinamiche da caccia. La presenza del corno è quella che in assoluto celebra l’arte campestre con toni raggianti ma anche oscuri. La Camerata Rco ha racchiuso la completezza di una mirabile esecuzione e di percorsi romantici particolarmente sentiti, sotto il profilo interpretativo. L’ensemble potrà essere apprezzato, nella stagione 2014-2015, anche in varie metropoli del mondo quali New York, Minsk, Madrid e Vienna.
Il prossimo concerto in programma nel cartellone allestito dalle due associazioni messinesi avrà luogo sabato 29 novembre, ore 18, al Palacultura “Antonello”, con protagonista Nino Fiumara al pianoforte. Previste musiche di Bach, Beethoven, Liszt, Chopin, Skrjabin.