Dal Lazio alla Sicilia, benché di mezzo ci sia l’incompiuta ed estenuante autostrada Salerno-Reggio Calabria, il tragitto è breve. Il vortice degli scandali che sta attraversando l’Italia, non poteva di certo risparmiare Palermo, dove i deputati, come più volte evidenziato in questi giorni (vedi correlato) all’indomani dello scandalo Pisana, possono contare su buste paghe sigillate con l’oro anziché con la cera. Stavolta però, è anche in questo diciamo che in se e per sé non si tratta di una novità, la questione investe direttamente l’ex-presidente Raffaele Lombardo, in passato balzato agli onori delle cronache per le consulenze milionarie affidate nell’ambito del post emergenza alluvione di Messina.
A finire nel mirino della Procura di Palermo, sono i cosìdetti “fondi riservati” del governatore, talmente riservati che nessuno, fino ad oggi, ha mai saputo come essere fossero stati spesi (dal 2008 al 2012). Si tratta di somme ingenti, all’incirca 500 mila euro (per 200 spese complessive), che certo, se paragonate ai rubinetti della Regione Lazio appaiono briciole, ma che se rapportati al generale stato di povertà che attanaglia centinai di famiglie, assumono un valore ben superiore. Gran parte delle risorse sono state elargite ad associazioni cattoliche, centri di recupero per indigenti, enti dello Stato, ricadenti nel territorio di Catania, terra natia di Lombardo. Che però ha pensato un “pizzico”, un pizzico di circa 10 mila euro, anche a Messina e, nello specifico, al Comitato “Salviamo Giampilieri”, costituitosi all’indomani dell’alluvione del 1.ottobre. Ecco dunque che la provincia peloritana, che pure da Lombardo ha ricevuto ben poche “elargizioni”, almeno lì dove sarebbero realmente servite, appare nell’elenco dello “scandalo”.
Rimaniamo in tema di fondi, o meglio di raccolta fondi tramite gli sms solidali: un sistema attivato in occasione dei nubifragi di messinesi dello scorso novembre, della Toscana e della Liguria, che ha permesso di raccogliere somme di tutto rispetto. Sei, complessivamente, i milioni donati dagli italiani con un semplice “invio”. Di questi 703 mila sono stati gli euro giunti nello stretto. A renderlo noto è il Dipartimento di Protezione Civile, dopo l’incontro del Comitato dei garanti per le alluvioni del 2011, tenutosi a Roma. A “tutelare” i guadagni e a supervisionare sull’uso dei fondi, saranno i membri stessi del comitato, scelti d`intesa con i Presidenti delle regioni Toscana, Liguria e Sicilia: Paolo Germani, Ispettore Generale Capo di Finanza, Paolo Fontanelli, Deputato della Repubblica, Francesco Lalla, difensore civico della Regione Liguria e Pietro Lo Monaco, dirigente generale della Protezione civile della Regione Siciliana. (EDP)