La regione Sicilia non ha una legge sull’immigrazione. Incredibile, ma vero. Al territorio che da anni svolge il ruolo di soglia e frontiera dell’Europa per le migliaia di persone che approdano sulle coste dopo disperati viaggi attraverso il Mediterraneo, manca uno strumento legislativo tanto fondamentale. A farsi promotore di un disegno di legge in tal senso – sotto la spinta delle tante richieste piovute da parte di associazioni e società civile – il “civatiano” deputato all’Ars in quota PD Fabrizio Ferrandelli. La proposta di legge è stata presentata il 6 Giugno 2013 ed è già passata al vaglio della prima commissione del parlamento regionale. L’occasione per discuterne pubblicamente è stata fornita alla città di Messina dall’iniziativa“Il diritto di essere migranti” organizzata dalle associazioni “E’ Possibile” e LabDem e coordinata dal membro del Partito Democratico cittadino Pietro Di Pietro. Il Ddl sancisce il riconoscimento dei diritti inalienabili dell’uomo per ogni migrante e la creazione di due organismi distinti: la Consulta dei migranti e l’Osservatorio. Al dibattito hanno partecipato – sotto le volte dell’ex chiesa S. Maria Alemanna- tra gli altri, Fulvio Vassallo Paleologo, professore dell’ Università di Palermo, Sergio Cipolla, presidente CISS, Marco Orioles dell’Università di Udine.
“Per la prima volta si affronta il fenomeno in modo organico – spiega Fabrizio Ferrandelli – Vogliamo affrontare il tema in termini progressisti quale noi siamo e non di propaganda, poi si dovrà affrontare la questione anche a livello Europeo. Puntiamo ad un piano triennale che sia di programmazione e non continua emergenza. Nella stesura della legge abbiamo coinvolto diversi interlocutori locali, io stesso vengo dal mondo del volontariato e del sociale. La legge che proponiamo vuole essere uno strumento per garantire i diritti e vigilare, troppo spesso sentiamo di abusi su minori e donne. Di certo non ci laviamo la coscienza solo presentando una proposta di legge. Quello che dobbiamo ottenere con il nostro impegno è una vera giustizia sociale”.
“Il disegno di legge, in particolare si propone la tutela dei diritti fondamentali degli immigrati; ciò attraverso l'eliminazione di ogni barriera nell'erogazione di ogni servizio di competenza regionale tra cui in primis': l'assistenza sanitaria; l'istruzione e la formazione professionale, l'inserimento al lavoro. Occorre, infine, promuovere il valore di una cittadinanza riconosciuta all'uomo in quanto tale, a prescindere dalla sua appartenenza ad una determinata entità politica statuale”. Nel disegno di legge è sottolineato inoltre che: “Le politiche della Regione sono finalizzate ai seguenti obiettivi: garantire e tutelare il riconoscimento dei diritti inviolabili della persona; favorire la valorizzazione delle culture di origine e delle tradizioni delle persone straniere; assicurare il contrasto dei fenomeni di razzismo, xenofobia, discriminazione e lo sviluppo di azioni positive volte all'inclusione sociale e al superamento delle condizioni di marginalità, di sfruttamento e di violenza relative ai soggetti stranieri socialmente vulnerabili, quali in particolare le donne ei minori, favorire la cooperazione con i paesi d'origine”.
Verrà istituita una Consulta che svolgerà: “funzioni di proposta in materia di integrazione sociale degli immigrati, formulando proposte propedeutiche alla programmazione regionale e dei provvedimenti di legge in favore degli immigrati e proposte per lo svolgimento di studi e approfondimenti o di intervento presso il Parlamento e il Governo per l'adozione di opportuni provvedimenti per la tutela dei destinatari della legge e delle loro famiglie”. Scettiche, però, sull’utilità di un tale strumento si sono mostrate le associazioni, tra le quali sono intervenute l’Arci Thomas Sankara, l’associazione Penelope e ProAlter2000. L’Osservatorio, invece, ha come obiettivi “il monitoraggio, la rilevazione e l'analisi dei flussi migratori, dei bisogni degli immigrati, delle condizioni di vita e di lavoro, delle situazioni di discriminazione e di razzismo, anche rispetto alla prospettiva di genere e la verifica dell'impatto dell'attuazione delle politiche in materia di immigrazione realizzate sul territorio regionale, promuovendo a tal fine ogni utile collaborazioni interistituzionale”.
La legge prevede, inoltre, la programmazione di un piano regionale per le politiche sull'immigrazione; l’istituzione di un registro delle associazioni degli immigrati, il diritto all’assistenza sanitaria, strategie per garantire l’istruzione, la formazione e l’integrazione culturale insieme alla formazione professionale e al conseguente inserimento lavorativo. Nella sezione degli interventi abitativi, viene enunciato che una persona con regolare permesso di soggiorno ha diritto ad essere inserito in graduatoria per gli alloggi popolari. Particolare attenzione verrà riservata, inoltre, ai richiedenti asilo e rifugiati, con massima cura alla tutela delle vittime di tratta, violenza e schiavitù.
“La Sicilia “non ha mai avuto idee chiare sul contesto in cui è inserita e sul ruolo che vuole svolgere – ha commentato Sergio Cipolla – Questo rappresenta un vero e proprio suicidio di futuro per l’intera regione. Dovrebbe candidarsi ad essere polo di mediazione. I migranti, sono una fonte di sviluppo del territorio importante, basta avere una politica pronta a cogliere le possibilità che offrono”. Un esempio è quello della cooperazione indetta tra Liguria e Marocco sulla floricultura. Più focalizzato sulle problematiche delle seconde generazioni l’intervento del friulano Marco Orioles. Il Professore Fulvio Vassallo Paleologo – che ha coordinato un gruppo di lavoro per la stesura del disegno di legge nella sua prima versione – dopo aver sottolineato che il diritto alla salute è inalienabile e non può essere ritagliato solo per quei migranti in possesso di permesso di soggiorno, ma deve valere universale – ha dichiarato: “Ci sono problemi aperti che questa legge si sforza di affrontare, ma sono problemi del sociale. Toccherà a noi, giorno per giorno, portare avanti questi temi, legge o non legge. Non si può risolvere il problema dei penultimi ammazzando gli ultimi. Si deve ristabilire dignità ai diritti di cittadina che ovviamente non riguardano solo i migranti ma il rispetto di tutti. Impegnarsi per il rispetto dei diritti fondamentali per i migranti vuol dire ingaggiare una battaglia quotidiana per la dignità di tutte le persone”.
Eleonora Corace