Da meno di 24 ore, Messina ha cinquantadue “ospiti”, più che accolti, blindati al Pala Nebbiolo. Si tratta di ragazzi per la maggior parte somali, ma anche eritrei, nigeriani e gahanesi, tutti giovanissimi, sotto i trentanni. Sono stati ospitati in una palestra, in cui è impossibile entrare se non espressamente autorizzati dalla Prefettura. Fuori, due pattuglie della Polizia guardano a vista i ragazzi africani stretti nell'area recintata del palazzetto universitario, in cima alla collina dell'Annunziata. Un trattamento che non lascia indifferente il mondo dell'attivismo, di cui un'ampia fetta fa parte anche del Movimento Cambiamo Messina dal Basso.
In mattinata il sindaco Renato Accorinti ha commentato l'evento che ha investito la città di Messina, scuotendo molte coscienze. "Sono andato ieri. Li ho visti e stanno bene. Il posto è pulito e attrezzato. Noi avevamo proposto una rosa di possibilità per sistemare queste persone degnamente, ma ci hanno detto che sono di passaggio. Resteranno per tre giorni massimo. Non ci sarebbe neppure il tempo di trasferirli, stando così le cose. Se il tempo dovesse essere maggiore torneremo alla carica per procurare una sistemazione diversa, ma al momento non sembra esserci questa possibilità”. Voci dalla Prefettura parlano di un tempo di soggiorno che va da due settimane a venti giorni.
Il Comune in data 7 ottobre 2013 aveva rinnovato la possibilità di cercare soluzioni alternative e più dignitose con una lettera al Prefetto firmata dallo stesso Sindaco Renato Accorinti. La lettera recita: “Come già manifestato nel corso del tavolo prefettizio tenutosi in data odierna, si rinnova la disponibilità a collaborare pienamente per la buona accoglienza nella nostra città dei migranti in arrivo. Non avendo individuato (anche ad esito dei sopralluoghi tecnici effettuati congiuntamente a Codesta Amministrazione, alla Questura, ai Vigili del Fuoco ed alla Protezione Civile) strutture immediatamente fruibili di proprietà di questo Ente, si assicura la prestazione di tutte le attività di assistenza, supporto e sussidio alla prima accoglienza, nelle strutture appositamente individuate. Si ribadisce, tuttavia, che questa Amministrazione è favorevole all'individuazione di soluzioni alternative, maggiormente accoglienti e confortevoli ed in grado di limitare quelle condizioni di promiscuità che potrebbero determinare criticità e problemi di gestione dei gruppi ospitati. A tal fine si ritiene proficuo un incontro di approfondimento, da indire nei prossimi giorni, con la finalità di trovare altre soluzioni più idonee e confortevoli, con il coinvolgimento, oltre che degli altri enti fin qui coinvolti., anche degli organismi militari e religiosi, considerando altresì la disponibilità già manifestata da strutture ricettive private”.
Intanto, l'assessore alla Protezione Civile Filippo Cucinotta ha effettuato un ulteriore sopralluogo nella Palestra. “Il luogo è attrezzato e pulito", spiega Cucinotta. Il rappresentante della giunta Accorinti non ha perso occasione in questi giorni, di sottolineare, però, l'assenza della Curia nell'emergenza umanitaria che la nostra città è stata chiamata ad affrontare. "La diocesi, proprietaria di una buona parte degli edifici cittadini, non ha pronunciato parola e ha disertato i vertici in Prefettura, racconta Cucinotta.Come dire: Papa Francesco ha detto “aprite anche i conventi”, ma evidentemente non si riferiva alla Diocesi Messinese, che tace.
Resta, comunque, la posizione critica del mondo associazionistico che da anni, anche nella nostra città, si batte per l'assistenza e i diritti dei migranti. Tania Poguisch, dell' associazione Migralab A.Sayad, commenta così le scelte effettuate a Messina; “Noi non abbiamo mai condiviso questo tipo di accoglienza, Messina può essere carente di posti, ma ciò non giustifica che le persone si ritrovino in situazioni come questa. In molti casi analoghi la situazione è stata risolta requisendo un albergo. Ad esempio noi abbiamo l'Hotel Europa che è chiuso…Certo non è un espediente definitivo, ma viene applicato nei casi di prima accoglienza. Il Comune non doveva assecondare una simile scelta effettuata dal Prefetto”. (Eleonora Corace)