Mentre a Messina i profughi sono in partenza per le Dune e per altri centri di accoglienza italiani, a Montalbano, borgo nebroideo del messinese, tengono banco le polemiche scatenate intorno al progetto per la realizzazione di uno Sprar, i centri di prima accoglienza appunto, la cui realizzazione è possibile attraverso finanziamenti banditi dall’Unione Europea. Nell’ottobre scorso il comune, guidato dal sindaco Filippo Taranto, ha presentato un progetto per riadattare una struttura esistente a Sprar. Non una struttura qualsiasi, ma il campus universitario attivo a pieno regime fino a non molto tempo fa. Una manciata di casette fuori centro, che hanno ospitato in diverse occasioni centinaia di ragazzi per eventi culturali e sportivi di ogni genere. Ma il progetto ha trovato più di un oppositore, sollevando dubbi anche nella stessa maggioranza. I cittadini hanno poi promosso una raccolta di firme. Cinquecento firmatari per dire no al progetto, E qui si è scatenato il putiferio. Perché con una nota ufficiale il sindaco ha “bacchettato” i suoi paesani contrari al progetto. “A parole siamo tutti cristiani” ha scritto il primo cittadino. “Ma l’essere realmente cristiani è una cosa seria, fatta di fatti”. Nella lunga nota, il sindaco richiama addirittura lo sterminio degli ebrei. La replica dei cittadini non si è fatta attendere. La petizione, infatti, nulla questio poneva all’accoglienza dei migranti in sé, bensì contestava la destinazione a Sprar del campus: lontano dal centro, non raggiungibile dalle ambulanze, mal servito. In più per struttura meglio destinabile a fini turistici, in un centro, Montalbano, che può contare sui resti di un borgo federiciano ben conservato e recentemente ristrutturato e una tradizione enogastronomica ormai nota ovunque. “Si vergogni e si scusi, sindaco!” – la replica è di Giusy La Bella, una delle firmatarie. ” Personalmente mi sento offesa nella mia persona, nella mia integrità morale, nel mio essere mamma, nel mio essere una cittadina di uno splendido paese che chiede in modo garbato e legittimo di accogliere sì, cento, mille volte sì, i profughi, i rifugiati, i bisognosi, ma considerando altre strutture come le abitazioni popolari delle frazioni Braidi o S.Barbara, il convento adiacente il municipio o altre strutture di cui ampiamente dispone il comune di Montalbano Elicona”.
“Non comprendo – prosegue una delle firmatarie – perché questa presa di posizione nella scelta di una location come quella delle casette, peraltro punto di riferimento turistico della nostra comunità, in quanto qui si è svolta la prestigiosa Summer school che ha ospitato per parecchi mesi centinaia di studenti provenienti da tutto il mondo, dove il comune denominatore era la fame di cultura senza distinzione di razza, credo religioso o appartenenza di genere”.