Parte da Messina la “battaglia” giuridica sull’Italicum. E’ infatti il Tribunale di Messina il primo in Italia ad aver investito la Corte Costituzionale sull’Italicum, accogliendo il ricorso presentato dal pool cittadino del Coordinamento democrazia costituzionale.
Analoghi ricorsi sono stati presentati in altri 17 Tribunali ma Palazzo Piacentini è stato il primo ad aver esaminato le motivazioni presentate e ad aver quindi presentato l’eccezione d’ incostituzionalità della riforma varata dal governo Renzi ma figlia di un accordo che comprende anche Berlusconi e Alfano e gran parte dei partiti. L'Italicum (una sorta di “erede” del Porcellum) è stato approvato dal Parlamento il 4 maggio scorso e la sua entrata in vigore è prevista per luglio 2016. Renzi ha già annunciato che qualora l’esito del referendum costituzionale dovesse evidenziare la netta contrarietà alla riforma sarebbe pronto a dimettersi. Nel frattempo però si stanno seguendo le vie del ricorso alla Consulta con 18 istanze presentate nei tribunali italiani. Un'iniziativa nata nell' ambito del Coordinamento democrazia costituzionale, in cui si è costituito un gruppo di avvocati anti-Italicum coordinati dall' avvocato Felice Besostri, già protagonista della battaglia contro il Porcellum, poi dichiarato incostituzionale dalla Consulta. A curare il ricorso presentato a Messina, l'avvocato e vice-coordinatore del pool, Enzo Palumbo. Su 13 motivi di incostituzionalità proposti, sei sono stati fatti propri dal giudice nell'ordinanza di rimessione. Nel mirino erano finiti i punti relativi al premio di maggioranza, alla mancanza di soglia minima per il ballottaggio, al capolista blindato.
La Corte Costituzionale è stata quindi investita dal Tribunale di Messina – II Sezione Civile, estensore il Presidente dott. Giuseppe Minutoli, sulla questione di illegittimità costituzionale della legge elettorale Italicum sollevata dagli avvocati Enzo Palumbo, già Senatore e membro del CSM, Tommaso Magaudda, Francesca Ugdulena e Giuseppe Magaudda.
Con il ricorso alcuni cittadini elettori hanno chiesto di sentir affermare il loro diritto al voto libero ed eguale, secondo modalità conformi alla Costituzione asseritamente violata dalla nuova legge elettorale, come fu per il Porcellum già colpito da pronuncia di incostituzionalità.
Primo in Italia, il Tribunale di Messina, con ordinanza resa pubblica il 24/2/2016 ha ritenuto come non manifestamente infondate sei delle tredici questioni di illegittimità costituzionale sollevate dai ricorrenti, accogliendo in particolare i motivi di ricorso riguardanti:
a) Il “vulnus” al principio della rappresentanza territoriale e del voto diretto – Violazione del principio della rappresentanza territoriale e del voto diretto.
b) Il “vulnus” ai principi della rappresentanza democratica – Violazione del principio della sovranità popolare, della pari dignità e dell’eguale capacità politica ed elettorale.
c) La mancanza della previsione di una soglia minima per accedere ballottaggio – Violazione del principio per cui non si può fruire del premio di maggioranza senza avere conseguito una congrua percentuale di voti e surrettizia reintroduzione di un premio di maggioranza al turno di ballottaggio in assenza di una soglia minima conseguita al primo turno.
d) L’impossibilità per gli elettori di scegliere direttamente e liberamente i deputati – Violazione del diritto di elettorato attivo e passivo, libero, eguale, personale e diretto.
e) La fissazione di irragionevoli soglie di accesso al Senato residuate nella L. 270-2005 (Porcellum) – Violazione del diritto di elettorato attivo e passivo dei ricorrenti elettori.
f) L’irragionevole applicazione della nuova normativa elettorale per la Camera a Costituzione vigente per il Senato, non ancora trasformato in camera non elettiva, come vorrebbe la riforma costituzionale – Violazione dei diritti elettorali dei ricorrenti elettori a esercitare la loro quota di sovranità popolare ed i loro diritti elettorali in un quadro costituzionale coerente.
Il Tribunale di Messina ha pertanto disposto la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale, che ha ritenuto di dovere investire da subito sulla legittimità costituzionale della legge elettorale Italicum e ancor prima che la stessa sia applicata, onde non vanificare i diritti elettorali dei cittadini italiani.
In caso di pronuncia di incostituzionalità, gli effetti della sentenza della Corte, come fu per il Porcellum, potranno condurre a votare secondo le regole del c.d. Consultellum (niente liste bloccate, niente premio di maggioranza e senza soglia al ballottaggio).
Viene messo in discussione l’impianto derivante dal combinato disposto della riforma costituzionale, in fase di approvazione, e della legge elettorale ultrapremiale Italicum, nei termini denunciati dai cittadini ricorrenti in Sicilia e in tutta Italia.
Puntuale il commento del ministro Alfano “Non mi stupisce. Siamo in Italia… Dove una legge prima di diventare vigente è già mandata alla Consulta. Io considero le leggi elettorali come modi per contare i voti che però vanno effettivamente presi…".
Sulla decisione del Tribunale interviene anche Maurizio Ballistreri, “il rinvio da parte del Tribunale di Messina alla Consulta della nuova legge elettorale, per 6 dei 13 motivi di incostituzionalità proposti dai ricorrenti, evidenzia i gravi vulnus alle regole democratiche garantite nella nostra Carta costituzionale arrecati dall’Italicum, il cui combinato disposto con la legge di riforma della Costituzione prospetta soluzioni di oligarchizzazione della politica. Buon senso vorrebbe che la maggioranza al governo del Paese riflettesse circa una riscrittura delle norme in questione”.
Il Tribunale di Messina accogliendo 8 dei 13 motivi di incostituzionalità conferma quello che abbiamo sempre sostenuto: l’Italicum è la brutta copia del Porcellum”. È quanto dichiarano i portavoce del MoVimento 5 Stelle, Francesco D’Uva, Alessio Villarosa e Valentina Zafarana, riguardo la notizia del rinvio dell’Italicum da parte del Tribunale di Messina alla Consulta.“Insieme ai colleghi Valentina Zafarana ed Alessio Villarosa abbiamo fin da subito deciso di intraprendere ed appoggiare al massimo questa battaglia – spiega Francesco D’Uva – e la decisione di oggi ci riempie di orgoglio. Tra i punti accolti dal giudice vi sono il premio di maggioranza e la mancanza di soglia minima per il ballottaggio. È la conferma che siamo sulla giusta via, questa è una battaglia che continueremo a portare avanti fino alla fine”.
In allegato il download del provvedimento del Tribunale di Messina
Rosaria Brancato