Sette uffici giudiziari dislocati in vari punti della città per i quali lo Stato (e fino all’anno scorso in parte anche il Comune) paga affitti per circa 1 milione e 871mila euro all’anno. Saranno tutti riuniti nell’area di viale Europa che oggi ospita il Dipartimento militare di medicina legale (l’ex ospedale militare). Un Dipartimento importante, in Italia ce ne sono solo quattro (gli altri tre a Roma, Padova e Cagliari), che sarà invece trasferito nel Parco logistico della Marina Militare, in via Bonino. Ci sono 17 milioni per adeguare entrambe le sedi, finalmente nero su bianco con la firma di oggi, nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, alle 13.45.
L’accordo definisce tempi e modalità per la realizzazione del progetto ed è stato sottoscritto dal sottosegretario di Stato alla Difesa, Gioacchino Alfano; dal capo Dipartimento organizzazione giudiziaria del personale e dei servizi del Ministero della Giustizia, Gioacchino Natoli; dal direttore generale dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi; e dal sindaco Renato Accorinti.
La scelta della giunta Accorinti risale al mese di maggio del 2014, quasi tre anni fa. Da allora tavoli tecnici, riunioni, accordi, annunci e, soprattutto, un emendamento ad una norma nazionale, approvato nella legge di stabilità del 2016, per consentire l’utilizzo dei mutui già concessi. Il documento era stato condiviso 11 mesi fa, a marzo del 2016, poi il Ministero aveva annunciato la firma a breve nel mese di giugno e così l’amministrazione comunale ad agosto. Si è, invece, dovuto attendere febbraio.
Quello di oggi è un passaggio importante ma servirà ancora del tempo prima che la sede di viale Europa possa essere adeguata e il secondo palagiustizia diventare una realtà. Inoltre il Parco logistico di via Bonino è in condizioni di abbandono e da ristrutturare e solo quando sarà pronto il Dipartimento militare potrà essere trasferito lì. Tempi previsti? Circa tre anni, ma è una stima che potrebbe variare, tanto che nel protocollo ci si tiene “larghi” e si parla di quattro anni per definire tutto. Siamo ancora, infatti, solo alla fase dello studio di fattibilità economica, al quale dovrà seguire, comunque in tempi brevi, il progetto definitivo e poi quello esecutivo. Solo a quel punto potranno iniziare i lavori, che dureranno per un periodo compreso tra i due i tre anni. Nel frattempo, l’obiettivo è quello di iniziare a trasferire man mano gli uffici nei locali pronti.
“Questa di Messina rientra in una scommessa che abbiamo fatto nel Paese – dice il sottosegratario Alfano -, quella di investire sulle esigenze dei Comuni, ottimizzando gli usi delle sedi pubbliche. Da anni ci veniva evidenziato che alcuni beni potevano essere usati diversamente, alcuni in disuso altri da recuperare, e questa sfida sta portando risultati. Il messaggio da veicolare è quello che il patrimonio pubblico va utilizzato e valorizzato, d’intesa coi Comuni”.
“Del secondo palagiustizia si parla da trent’anni – afferma l’assessore De Cola -, nel tempo sono stati accesi due mutui, il primo nel 1995 e il secondo nel 2004, e sono state fatte diverse ipotesi senza mai approfondirne nessuna, quindi erano tutte irrealizzabili. La soluzione scelta, invece, condivisa dalle istituzioni, è urbanisticamente molto valida perché dà nuova vita a spazi sottoutilizzati, riqualifica quelli di via Bonino e risponde alle esigenze dimensionali della giustizia. Al momento gli uffici sono dislocati su 8.500 metri quadri, mentre la nuova soluzione prevede 11mila metri quadri in un comprensorio di 30mila, dove verranno realizzati anche arredo verde e parcheggi”.
Secondo il capo dipartimento Natoli, si tratta di una “bellissima occasione di mettere a frutto il patrimonio pubblico, migliorando il servizio della giustizia in favore dei cittadini e degli operatori che quotidianamente frequentano gli uffici giudiziari. Un esempio di sinergia per realizzare nuova edilizia giudiziaria e, contemporaneamente, produrre un risparmio per le casse statali”.
Protagonista dell’accordo è l’Agenzia del Demanio, che probabilmente sarà anche stazione appaltante dei lavori. “Chiediamo scusa per il lungo tempo trascorso – dice il direttore Reggi -, a questo punto era giusto presentarsi con un bel progetto e dare una risposta completa agli operatori della giustizia, che richiedono ambienti migliori di lavoro per fornire un servizio migliore ai cittadini. Due beni così importanti meritano di essere recuperati e non usati in modo limitato. Abbiamo fatto un’operazione di squadra e siamo riusciti a superare una serie di ostacoli. E’ paradossale che lo Stato abbia immobili semivuoti e paghi affitti esterni, in questo modo rendiamo efficienti i beni di proprietà e recuperiamo le spese. Il progetto da 17 milioni sarà utile anche per far lavorare le imprese edili, quelle che hanno di più subìto la crisi. La determinazione del sindaco Accorinti ha contribuito a dare un’accelerazione all’iter”.
Ed Accorinti non può che confermare. “C’era chi ci diceva che le aree militari non ce le avrebbero date mai, ci siamo incaponiti e ci siamo riusciti. Il percorso è stato lungo, bisogna combattere con la burocrazia, ma riusciremo a dare servizi efficienti ai cittadini, che oggi si sono allontanati dalla politica. E’ comprensibile, da quasi trent’anni è insopportabile pagare affitti per gli uffici giudiziari, con disagi enormi. Invece, facendo squadra tra le istituzioni, stiamo concentrando tutto in un unico luogo, ponendo fine allo sperpero di denaro pubblico. Ora faremo di tutto per avere questi immobili il più presto possibile, anche a step”.
(Marco Ipsale)