“Apprendo senza grande sorpresa che il professore Giovanni Moschella ha annunciato il proprio sostegno alla candidatura della professoressa Giovanna Spatari”. Lo dice l’economista Michele Limosani.
Afferma il candidato a rettore dell’Università di Messina: “È la conferma di quanto ho ripetuto in campagna elettorale in queste settimane: si tratta di due facce della stessa medaglia; due componenti del governo di Ateneo uscente che hanno condiviso un’esperienza che ha portato questa comunità alla deriva ed i cui esiti sono sotto gli occhi di tutti. La crisi reputazionale a cui saremo chiamati a porre rimedio richiederà uno sforzo straordinario, tale è la sua portata”.
“La distanza tra la mia proposta e quella degli altri due candidati è emersa con forza e chiarezza anche dall’interlocuzione che in queste ore ho avuto con il collega Moschella. Un incontro sollecitatomi da una serie di componenti del gruppo che sosteneva la sua candidatura; componenti che hanno individuato nel mio programma e nella mia persona una valida alternativa rispetto alle loro aspettative di rilancio dell’Ateneo”.
E ancora: “Il professore Moschella, presentatosi quale paladino della discontinuità, forte di dimissioni arrivate dopo cinque anni e mezzo di governo, torna ora rapidamente sui propri passi. Una sorta di gioco dell’oca. Annulla le distanze dalla professoressa Spatari, che nella sua stessa narrazione aveva collocato in piena continuità con il governo Cuzzocrea, ritornando così al punto di partenza: il rettore uscente di cui è stato vicario. O, magari, dal quel punto di partenza non si è mai veramente mosso e le sue strategie, sin dall’inizio, prevedevano di cercare di drenare il consenso nei miei confronti, per poi arrivare a questo finale…”.
Continua Limosani: “Nonostante il professore Moschella si fosse proposto quale pacificatore nell’attuale scenario, oggi chiude un accordo chiedendo, di fatto, l’esclusione da incarichi di governo di colleghi i quali hanno apertamente sostenuto (e stanno sostenendo) la professoressa Spatari”.
“Credo sia ormai evidente la serie di contraddizioni che fanno crollare il castello proposto alla comunità accademica. Cade qualsiasi riferimento di principio, a scapito della logica che vuole come unica motivazione il guadagnare posizioni personali di potere. Questo connubio rappresenta la volontà di voler negare il cambiamento, di voler proseguire sulla strada del declino e del clientelismo avviato dalla precedente gestione. Allo stesso tempo, appare chiaro quanto ripeto sin dall’avvio della campagna: la mia proposta costituisce l’unico, vero atto di discontinuità con quanto accaduto negli ultimi anni. È rispetto a questo che invito la comunità a compiere una scelta di campo netta”.
Sostiene il direttore del Dipartimento d’economia: “L’incoerenza dimostrata, da un lato, i valori su cui ho costruito il mio programma dall’altro: il rispetto delle regole e delle persone e la voglia di voltare pagina, mettendoci definitivamente alle spalle il passato. Sono più che mai soddisfatto, a questo punto, che al primo turno la comunità accademica abbia riconosciuto la validità della mia proposta e sono certo che mi supporterà in questo ultimo sforzo per raggiungere l’obiettivo lunedì prossimo”.