CapitaleMessina guarda con favore le iniziative che mirano alla collaborazione delle due città metropolitane dello Stretto a beneficio dell'integrazione territoriale tra le due sponde ma lancia l’allarme sull'inesorabile baratro verso il quale sembra avviata la portualità del nostro versante.
“Il velo di silenzio calato sulla vicenda dell'Autorità portuale non ci rassicura per nulla– scrivono Pino Falzea e Gianfranco Salmeri- La bolla mediatica, rappresentata dagli appelli indignati, le minacce di ricorsi costituzionali, sembra essersi sgonfiata. I mesi trascorrono, e tra campagne elettorali, primarie PD, elezioni regionali, non vorremmo che si arrivasse alla fine del percorso stabilito dalla legge alla nostra Autorità Portuale, senza che si possa fare più nulla. Questa è la nostra preoccupazione”.
CapitaleMessina ribadisce l’appello per salvare l’autonomia dell’Authority di Messina o comunque a cercare di limitare i danni derivanti da quello che appare un inevitabile ed invita le forze sociali e politiche del territorio a sedersi attorno ad un tavolo per individuare soluzioni per tutelare la portualità, e quindi l'economia della città metropolitana di Messina.
“Gli argomenti da porre in discussione sono tre: 1) il tema della governance della futura Autorità di Sistema Portuale del Tirreno meridionale, che secondo la legge rischia di essere sbilanciato a nostro sfavore. Il Comitato di gestione, infatti, oltre al presidente che si presuppone super partes, sarà a maggioranza calabrese, con tre componenti d'oltrestretto (uno indicato dal sindaco di Reggio, uno da Gioia Tauro ed uno nominato dalla regione Calabria) e due messinesi (uno indicato dal sindaco di Messina ed uno dalla regione Sicilia). Bisognerà proporre qualche meccanismo di compensazione politica dei diversi interessi territoriali. 2) a Messina avrà sede una sede periferica dell'Authority, l'Ufficio Portuale, al quale la legge attribuisce mansioni e competenze limitate. Il tentativo dovrebbe essere quella di implementare una iniziativa politica che garantisca una qualche forma di autonomia amministrativa al costituendo ufficio di Messina. 3) Restituire le aree del demanio marittimo, non funzionali rispetto alle attività portuali, alla piena titolarità della città. Si tratta di avviare la richiesta di sdemanializzazione di parti del territorio quali la cittadella fieristica e la passeggiata a mare, la zona falcata, via Vittorio Emanuele, il lungomare del Ringo, le zone del Baby Park e villa Sabin. Aree tra le più pregiate del nostro territorio, fino ad ora sotto la gestione di un Ente pienamente messinese e domani, condizione assolutamente inaccettabile, sotto la potestà dell'Autorità portuale di Gioia Tauro”.
L’associazione nelle prossime settimane organizzerà una conferenza su queste tematiche invitando tutte le parti interessate a dare un contributo al dibattito ma soprattutto ad una soluzione condivisa.