Dopo due giorni semi-emergenza idrica, l’acqua ha ricominciato a sgorgare dai rubinetti. Il doppio guasto all’acquedotto di Fiumefreddo – il primo verificatosi sabato pomeriggio nei pressi di Sant’Alessio, il secondo verificatosi domenica pomeriggio nei pressi di Letojanni -ha rischiato di mettere ancora una volta in ginocchio Messina, provocando disagi in molti quartieri della città, rimasti letteralmente all’asciutto. Solo in queste ore si sta lentamente tornando alla normalità, con i serbatoti privati che cominciano a riempirsi pian piano da nord a sud, passando per il centro della città. Dall’Amam fanno sapere che le zone collinari sono quelle in cui l’erogazione del prezioso liquido sarà leggermente posticipata, ma che al massimo entro domattina l’emergenza dovrebbe definitivamente rientrare ovunque.
I messinesi hanno però poco da stare allegri, perché a fronte di questi disagi , che si ripetono ciclicamente – vista la frequenza con cui si danneggia l’acquedotto di Fiumefreddo, il quale peraltro copre gran parte della città – tra qualche settimana vedranno aumentarsi le bollette dell’acqua. A Palazzo Zanca, si continua infatti a lavorare sul contratto di servizio tra Comune e Amam (vedi correlato) , in virtù del quale l’Azienda Meridionale Acque dovrà versare all’ente proprietario un corrispettivo annuo di 15 milioni di euro, recuperabili solo attraverso l’incremento delle tariffe, previsto nella migliore delle ipotesi tra il 30% ed il 50%. L’aggravio peserà esclusivamente sulle tasche dei cittadini.
L’atto , che costituisce uno dei pilastri del piano di riequilibrio pluriennale 2013 -2022 – recentemente votato dal Consiglio comunale e propedeutico all’accesso ai Fondo di rotazione del Governo nazionale e al Salvacomuni varato dalla Regione – arriverà in Consiglio comunale mercoledì mattina . In questo momento è al vaglio del Collegio dei revisori dei conti del Comune, che lo stanno esaminando per emettere il loro parere obbligatorio, che dovrà tenere conto anche degli emendamenti presentati nelle ultime ore dal commissario straordinario Luigi Croce per mano dell’esperto Nino Dalmazio. Le integrazioni presentate al reggente di Palazzo Zanca limano alcune imperfezioni formali dell’atto giuridico, ma lasciano invariata l’entità del contributo che l’Amam dovrà corrispondere al Comune. Quindi, per i cittadini cambia ben poco e la stangata non sarà ritirata ma confermata.
Intanto, in merito al contratto sottoscritto il 25 gennaio dal commissario Croce e dal presidente dell’Amam, Alessandro Anastasi, spunta la relazione del collegio sindacale dell’Amam , secondo cui «il perseguimento del contratto appare non essere la regolamentazione per la fornitura del servizio pubblico secondo i criteri di efficienza ed economicità, ma piuttosto un interesse unicamente economico da parte dell’Amministrazione pubblica a discapito della comunità» .
Il giudizio tecnico del collegio sindacale dell’Azienda che ha sede in viale Giostra corrisponde a ciò che pensano i messinesi. Quelli che l’acqua la pagano. (Danila La Torre)