La sala consiliare del Comune di Acquedolci ospiterà dal 31 luglio al 31 agosto la Biennale d’Arte Thea.
Duplice è il significato contenuto nel nome che gli organizzatori hanno voluto dare alla biennale: da un lato si rifà ad un ritrovamento prettamente archeologico legato al luogo scelto per l’evento; dall’altro si dà vita ad una linea che collega lo stesso nome ad un significato metaforico.
Nel 1973 presso la grotta di San Teodoro ad Acquedolci, venne ritrovato uno scheletro particolarmente interessante in merito alla ricerca e alle scoperte storico – archeologiche legate alla nostra Sicilia. La datazione attribuita al suddetto scheletro, che aveva caratteri femminili di giovane età, si rifà a circa 11 mila anni a dietro.
È probabile che la donna, chiamata Thea, facesse parte di una classe sociale di alto livello, forse una sacerdotessa o una principessa.
Al contempo, è noto come il nome Thea significhi Dea, dunque divinità, essere sacro e soprannaturale.
È qui, allora, che la sacralità, la scoperta archeologica e lo status sociale di alta nobiltà che contraddistingueva donna Thea, si mescolano, creando un forte legame sinergico che rimanda all’aura sacra e alta percepita nell’arte.
“Il sentimento artistico e il suo concretizzarsi sembrano essere mossi da ispirazione divina, elemento capace di elevare lo spirito. Dietro le mani e la mente dell’artista si cela un mistero empireo e salvifico” sottolineano gli organizzatori.
“Così non solo ai tempi di Giotto, di Michelangelo, di Caravaggio o di Reni, che pareva realmente operassero sotto dettatura di Dio, ma anche oggi, con l’arte del Novecento, questo carattere trascendente continua a persistere.La Biennale di Thea è un evento artistico tanto attesa in territorio regionale e nazionale, sia dai nostri artisti sia da chi con costanza ci segue.
Particolare è inoltre il momento che stiamo vivendo, un momento in cui tutto sembra tornare piano piano alla normalità”.