“Aiutatemi, venite subito poiché mi sta ammazzando!”. Poche parole, urlate a squarciagola attraverso la cornetta di un telefono, che ben lasciavano intendere come in quella casa “degli orrori” di Acquedolci stesse per consumarsi l’ennesima tragedia famigliare.
Ancora una volta, tra le pagine di cronaca, torna a far capolino la storia di una figlia 29enne che picchia, insulta, spintona, minaccia di morte i propri genitori, ed in particolare la madre, solo per farsi consegnare la paghetta giornaliera di 50 euro.
Una situazione che andava avanti da anni quella raccontata dall’anziana donna che, ieri a mezzogiorno, si era presentata ai carabinieri denunciando tutto, esasperata da quello che lei e il marito erano costretti a vivere ogni giorno.
Era stata lei a ricostruire, passo dopo passo, gli atteggiamenti violenti della figlia, gli insulti gratuiti, i calci e i pugni presi quando diceva “no, i soldi oggi non li abbiamo”.
Ecco perché i militari avevano deciso di lasciarle il proprio numero di telefono, pronti ad intervenire nel qual caso avesse dovuto verificarsi un nuovo episodio.
Una scelta provvidenziale, la loro. Non era passata neanche qualche ora, infatti, che quel telefono aveva cominciato a suonare e la donna ad urlare di paura che la salvassero subito.
A quel punto è bastato agire in fretta, entrare in casa, bloccare la 29enne e portarla nelle camere di sicurezza della caserma di Santo Stefano. La madre della ragazza ha riportato ferite guaribili in 5 giorni, mentre a lei il giudice ha convalidato l’arresto ed ora si trova rinchiusa nel carcere di Gazzi con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.