“E' vero che mi sono interessato in un recente passato per far avvicinare alla società della città in cui vivo da tanti anni soggetti di livello che potessero assicurarle intanto il giusto equilibrio economico/finanziario ed in seguito anche lo sviluppo di programmi ambiziosi. L'ho fatto mantenendo sempre il profilo più basso possibile e garantendo il massimo della riservatezza così come previsto da esplicito patto sottoscritto tra le parti”. L’ex direttore generale del Messina, ai tempi della scalata alla serie A, Giovanni Carabellò, chiarisce la sua posizione in qualità di rappresentante di una cordata laziale interessata all’ingresso nell’Acr Messina.
“Inopinatamente – afferma – mi sono ritrovato coinvolto pubblicamente nella vicenda che già mi sembrava di suo molto complessa e che, anche per i tanti comportamenti contraddittori susseguitisi nel breve arco di tempo, non ha potuto avere sviluppi positivi. Le continue pressioni che gli attuali soci hanno continuato a fare sul soggetto che lo scorso anno ha fatto da collante tra di loro, restituendo anche un minimo di entusiasmo ad un ambiente totalmente represso all'esito del play out con la Reggina, hanno fatto sì che si trovasse il modo di riaprire il discorso con chi ha continuato a manifestarvi interesse ad un eventuale ingresso in Acr”.
Il primo approccio è dunque fallito ma “dopo un ulteriore scambio di corrispondenza – prosegue Carabellò – sabato scorso si è proceduto ad un incontro a Patti al quale per cortesia ho accompagnato la persona che era stata delegata alla trattativa (non un avvocato). In quella sede ho cercato solo di alimentare il necessario chiarimento soprattutto sulle vicende che si erano sviluppate dopo l'interruzione dei contatti di cui sopra. L'esito dell'incontro mi ha, comunque, confermato l'interesse di chi era stato chiamato a valutare l'ingresso in società (ora con il 40% delle quote) ma anche la sottovalutazione (da parte della totalità degli attuali soci presenti) delle problematiche in materia civilistica e federale inerenti il momento societario. Ciò malgrado l'affermazione del presidente sulla loro possibilità di poter fra fronte autonomamente alla scadenza del prossimo 16 settembre. Sulle mie impressioni e valutazioni ho scritto una lettera ai possibili nuovi soci che testimonia l'asetticità della mia posizione. Da quel momento più niente mi è stato dato sapere direttamente circa eventuali sviluppi anche se mi è stata confermata essere stata posta in essere nuova corrispondenza tra le parti”.
“Per questo – conclude Carabellò – sono rimasto davvero sbigottito, e stavolta non solo per la reiterata violazione dei patti sottoscritti in merito alla riservatezza, nell'apprendere che erano state divulgate notizie accostando, di sicuro impropriamente, il mio nome ad una positiva conclusione della trattativa, che per quanto mi è dato sapere, è ancora in essere anche perché sempre più caratterizzata da profili particolarmente complessi.