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Acr Messina. La parola ai tifosi: “Situazione insostenibile”

MESSINA – Ha sempre onorato gli impegni presi e garantito un cammino regolare privo di penalizzazioni per il Messina. Ma pare ormai non bastare più a nessuno dei protagonisti della vicenda che stiamo per raccontare.

Da un lato, lui Pietro Sciotto. Passionale, tifoso, intuitivo, profilo di presidente vecchio stampo, conoscitore di calcio ma di quel calcio di cui forse rimangono ormai pochissime tracce; per intenderci, quel calcio in cui bastava una stratta di mano, che non nascondeva pertugi e sotterfugi, fatto di grandi giocate individuali fuori e dentro il rettangolo di gioco. Un presidente spesso preda di lunghe, interminabili valutazioni personali – chiamando in causa foltissimi schieramenti di interlocutori – poi risolte, nel breve volgere, con capitomboli dai quali – fortunatamente per tutti – ne è venuto sempre fuori in posizione eretta.

Dall’altro, una tifoseria, quella biancoscudata, stanca, sfiduciata, sfibrata negli anni da fallimenti, promesse non mantenute, tenuta nella stessa posizione eretta – cui si faceva riferimento – da un attaccamento ai colori e alla maglia commovente, irrazionale, sentimentale, viscerale e capace di tenere alta la voce per dignità e pervicace appartenenza.

All’orizzonte, l’ottava stagione con Sciotto alla guida di Acr Messina e una trattativa per la cessione delle quote di cui non si hanno ancora notizie certe quando e se vedrà luce.

Nel mentre, una promozione – con cui si è riportato il calcio del territorio messinese tra i professionisti – ma anche tante delusioni, contestazioni che ne hanno sgonfiato l’entusiasmo che lo ha sempre contraddistinto in ogni sua avventura.

Da ultime, le sue condizioni di salute. L’età avanza e i problemi pure. un mix che non lo ha di certo aiutato a porre rimedio alle evidenti lacune emerse nelle precedenti stagioni e che necessitano essere affrontate nel breve, brevissimo periodo, pena l’ennesimo campionato a rincorrere avversari e posizioni di sicurezza in classifica. In fondo, non è detto che vada sempre a finir bene.

Abbiamo raccolto le riflessioni di alcuni tifosi, anche nel tentativo si richiamare l’attenzione di tutti su una situazione che rischia di imboccare una strada senza ritorno.

Situazione insostenibile e responsabilità tutte della proprietà

Per Franco, una situazione insostenibile: “Caos totale; ogni anno si ripete puntualmente. Eppure basterebbe poco per fare funzionare la macchina organizzativa affidandosi a gente competente. Basti pensare, per citarne una, alla società dell’Az Picerno”.

Giovanni chiama in causa polemiche e responsabilità: “La situazione stagnante e paludosa attuale non aiuta a creare quella fiducia che dopo otto anni la gente si aspettava. Nemmeno l’ingaggio di Pavone, un top per la categoria, è riuscito a stemperare le polemiche. Polemiche legittime da parte delle varie controparti interessate, prima fra tutte quella dei tifosi che sono poi i primi a soffrire. Responsabilità? Tutte della proprietà, dal vertice – al quale tra l’altro faccio i migliori auguri per una pronta guarigione – alla comunicazione frammentaria. E se i tifosi devono farsi i tifosi, allora gli stessi saranno legittimati a non fare l’abbonamento”.

Situazione paradossale per Fabrizio: “Il tempo nella programmazione di una stagione è elemento fondamentale e il Messina ne ha già perso troppo. Non è qualcosa che riguarda solo l’aspetto tecnico ma soprattutto la disaffezione di una piazza che mantiene delle potenzialità inespresse. Speriamo che Modica e Pavone siano in grado di recuperare il tempo perso. Sulla trattativa per la cessione, invece, non voglio esprimermi perché come tutti non ne so nulla”.

Fase di stallo ma nessuno cerchi alibi. Pazienza dei tifosi ai saluti

Andrea chiede interventi celeri: “Purtroppo, è una fase di stallo che continua ad esserci e che in qualche modo dovrà essere superata. Mi viene difficile anche commentare perché le notizie sono frammentate e poco chiare. Chi vende e chi acquista non dovrà eventualmente trovare alibi di alcun genere. In un senso o nell’altro è una situazione che dovrà essere risolta, perché questo è il periodo in cui una tifoseria muore dalla voglia di sapere chi sarà il bomber, il regista, il fantasista: non si perda altro tempo e si stabilisca una data limite, in modo tale da poter partire con la costruzione della squadra secondo le indicazioni di mister Modica e del direttore Pavone. Infine, ci tengo ad augurare una buona guarigione al presidente Sciotto, sperando che possa tornare operativo al più presto e fare chiarezza sui programmi sportivi del Messina”.

Giuseppe teme che, stavolta, non si riesca a porre rimedio: “La pazienza ha un limite. Da tifoso malato del Messina non mi aspettavo questa situazione di stallo che si protrae dalla fine dello scorso campionato. A furia di tirare, prima o poi la corda si spezza. Presidente, batta un colpo! C’è il serio rischio di lottare per non retrocedere continuando così”.

Luciano soffre e sbotta da Milano: “Dopo tanti anni, traggo le mie conclusioni: Pietro Sciotto non può più essere il presidente del Messina. La misura è ormai colma. Tralasciando tutta la parte burocratica (stipendi, fideiussioni e quant’altro), dove è stato impeccabile da sempre, la parte sportiva davvero deludente. Cinque giocatori al 17 di luglio: forse, non si era mai vista una situazione simile nella storia. Perché il presidente non fissa una deadline con ipotetici acquirenti che sembrano svaniti nel nulla? Metta la parola fine a questa vicenda. Siamo arrivati ad un punto di non ritorno”.

Gaetano chiude la rassegna: “Che senso ha rimanere ancora alla guida di questo club? Abbiamo cinque calciatori di cui uno in partenza. Tutte le società si muovono tranne la nostra. Non siamo affatto in linea con i tempi; tra pochissimi giorni si va in ritiro. Mi sono fatto la mia idea: sarà sempre la solita storia. A questo punto, meglio il nulla”.