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Acr Messina, si festeggia il 1° dicembre ma la testa è al Monterosi. La parola ai tifosi

MESSINA – Non accenna a ridursi il fattore crisi in casa Acr Messina. Quattro sconfitte consecutive, cinque nelle ultime sei gare di campionato sono troppe anche per i tifosi più pazienti e affezionati alla maglia e colori sociali. Eppure, nel centoventitreesimo anniversario dalla nascita del calcio messinese, ancora resta vivo lo spazio da dedicare alle emozioni e ai ricordi; in molti, però, sono già proiettati alla gara di domani a Monterosi. Nella rubrica settimanale “la parola ai tifosi”, proviamo a fare sintesi di quanto riempie le riflessioni di chi tiene alle sorte della squadra.

Spazio ai ricordi e alle emozioni: i tifosi festeggiano il 1° dicembre

Torna indietro di quasi sessant’anni Claudio Ca.: “Era il 14 dicembre del ’64 quando per la prima volta entrai nel Santuario del Giovanni Celeste. Da allora sei parte di me e con me contro tutto e tutti. Non ti abbandonerò mai, sempre al Tuo fianco, anche sabato a Teramo”.

“Sempre al tuo fianco” il mood di Carmelo Me. Questi sono gli anni in cui chi ti segue viene considerata una persona strana”.

Una passione invincibile quella di Carmelo Pe.: “Ho seguito il Messina per metà dei centoventitré anni della sua vita e sempre con la passione per la Biancoscudata. Amarla vuol dire rispetto per i nostri genitori e la nostra storia. Mai domi”.

Antonio Cu. ricorda che la rabbia è un sentimento umano ma “ciò non significa che non ti amo più”.

Antonino Cr. affida ai social gioie e dolori di una vita trascorsa amando il Messina: “Mio padre mi portò per la prima volta al campo nel 1938. Avevo quattro anni. Tante bile ma anche qualche soddisfazione. I peggiori mal di pancia me li faceva venire Bercarich (ancora oggi il primatista di gol segnati nella storia della Reggina (75 complessivi) e di gol nei derby contro il Messina: ne ha infatti messi a segno 6, ndr), ma anche quattro reti del Catania”.

Anche Daniele Va. fa riferimento agli alti e bassi che hanno sempre accompagnato la storia del calcio messinese: “Centoventitré anni vissuti in tutte le categorie, tra fallimenti, ricadute e rinascite. Dal 1984 sempre e solo al tuo fianco. Auguri vecchio cuore giallorosso”.

Un pensiero speciale arriva anche dal capitano di sempre e gladiatore Biancoscudato degli anni ’80, Antonio Bellopede; parole semplici le sue ma cariche di significato: “Auguri mia squadra del cuore”. E Jack Bo. gli ricorda anche la sua generosità non soltanto sul terreno di gioco: “Conservo una sua maglia lanciata in Curva Sud nel 1984”.

Anche Antonio Bellopede, capitano del Messina negli anni ’80, ha voluto rivolgere gli auguri al Messina e ai suoi tifosi nel giorno del centoventitreesimo dalla fondazione

Non si abbatte Giuseppe Ca.; le sue sono parole di incoraggiamento in uno dei momenti più bui degli ultimi anni calcistici: “Dobbiamo tornare a ruggire come sempre fatto nelle difficoltà di tutti questi anni”.

Tifosi scoraggiati e stanchi

Nel giorno dei festeggiamenti doveroso anche non dimenticare che domani a Teramo si gioca una gara fondamentale per la stagione Biancoscudata. Contro il Monterosi servirà anzitutto la voglia di venirne fuori, offrendo una prestazione decorosa e che possa portare in dote punti preziosi per la classifica.

“Stiamo assistendo ad un film già visto più e più volte” queste le prime parole di Alessandro Da. contattato telefonicamente. E’ stancante e anche deprimente; a che serve logorarsi così? Sarebbe più semplice scordarsi pure che esista il calcio qui a Messina ma non ci riesco; è più forte di me. Domani a Monterosi servirà un miracolo o forse semplicemente che i nostri calciatori si decidano finalmente di mettersi a fare ciò per cui sono stati ingaggiati”.

Per Franco Im. la trasferta di Teramo arriva nel momento peggiore: “Difficile fare punti. E’ chiaro che la squadra non abbraccia più l’idea di gioco del tecnico e, visto che non puoi sostituire ventiquattro atleti, andrebbe fatto questo passo con il mister. Il rischio consistente è quello di non riuscire a fare più punti da qui sino a gennaio. Mi dispiace ma la penso così”.

Un richiamo ad una semplicità umana e agonistica da ritrovare quello di Antonio An.: “La nostra rosa non è mai diventata squadra. Prima della tattica e della qualità dei calciatori va considerato questo ma anche la necessità di scrollarsi paure, egoismi ed incomprensioni. Fare cose semplici, altrimenti è finita”.

Davide Za. è già proiettato al mercato di riparazione e pone una domanda molto chiara: “Ma voi dareste ancora fiducia e possibilità di fare mercato al duo Modica- Roma?”

Rimane concentrato sulla gara di domani, Fabrizio Co.: “Partita spartiacque. Sarà necessario uscire imbattuti da Teramo, anche in virtù dello scontro diretto e creare le condizioni ambientali giuste per preparare il derby con il Catania. La verità è che, in cuor mio, so che dalla gara di domani sarà quasi impossibile tirar fuori qualcosa di buono”.