L’abolizione delle Province, il congelamento delle elezioni provinciali di maggio e la creazione di Liberi Consorzi tra comuni senza cariche elettive né indennità è solo al primo passo. Il ddl varato nella notte scorsa dalla giunta Crocetta è infatti da oggi al vaglio dell’Ars insieme ad altri nove testi. Non v’è dubbio che al di là delle dichiarazioni ufficiali sull’intesa raggiunta tra il governatore e la sua maggioranza ( Pd, Udc, Dpr, Megafono), il testo dovrà passare sotto le forche caudine dei deputati che potrebbero, come la tela di Penelope disfare di notte quel che altri hanno tessuto di giorno, complice il gioco del voto segreto e degli emendamenti. Non sappiamo che riforma alla fine uscirà fuori al di là dei toni trionfalistici di ieri. Il primo a dichiararsi entusiasta dell’abolizione delle Province è stato il segretario regionale dell’Udc Gianpiero D’Alia che dopo alcune fibrillazioni con Crocetta sembra aver ritrovato l’armonia dei tempi d’agosto.
“Siamo soddisfatti di una decisione che auspicavamo da tempo immemorabile. Sopprimere le Province non deve però configurare il mantenimento in vita di inutili carrozzoni” ha dichiarato a caldo ieri D’Alia dimenticando che proprio sull’abolizione delle Province nei giorni scorsi i rapporti tra Crocetta e gli Udc (in particolare il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone che chiedeva il rispetto dei tempi e del lavoro della Commissione) avevano iniziato a scricchiolare. Ed oggi rincara la dose: “Non voteremo mai un testo burla sulle province- dichiara D’Alia- Siamo per l'abolizione delle Province con il contestuale trasferimento delle funzioni a comuni e regione, siamo per la fusione dei comuni al di sotto dei 10 mila abitanti, per l’obbligo di unione dei comuni al di sotto dei 50 mila. Non basta cambiare il nome alla Province chiamandole “unioni dei comuni” aumentandole persino di numero, perché in quel caso sarebbe una burla”. In pochi giorni il parlamentare centrista si è spostato più a sinistra di Crocetta, scavalcandolo fin quasi a superare persino le posizioni del M5S. Eppure, fino a pochi giorni fa, i rapporti con il governatore stavano diventando tesi. Crocetta aveva contestato la decisione dell’Udc di allearsi con Monti “se fossero rimasti con noi avremmo vinto al Senato”, ma anche le Province e l’avvicinamento delle posizioni del Presidente a quelle dei grillini erano state fonte di malumore, al punto da far dichiarare a Crocetta: “ Ardizzone sulle Province dice una cosa, il suo partito ne dice un’altra, il gruppo un’altra ancora”.
Sabato scorso D’Alia aveva invitato il governatore ad avviare un confronto con la maggioranza sia sulle Province che sulle candidature alle prossime amministrative, per riproporre lo schema che ha portato alla vittoria in Sicilia. L’eccessivo spostamento di Crocetta su quello che Grillo ha definito il “modello Sicilia”, e il timore che le sirene grilline facciano sempre più presa sul governatore deve aver iniziato a preoccupare i centristi che adesso si dichiarano entusiasti dei tagli. A prescindere dal fatto che ancora non sappiamo quale testo finale voterà l’Ars e siamo certi che i franchi tiratori qualche scherzetto lo faranno, sorprende questo “fervore” da parte di un partito che, finora, ha dimostrato una certa allergia ai tagli delle poltrone. Che oggi D’Alia dica “aboliamo le Province, aboliamo i carrozzoni, riunifichiamo i piccoli comuni” un po’ stupisce, non solo pensando all’esercito di amministratori e consiglieri centristi disseminati in ogni dove, ma anche al fatto che appena nel luglio scorso proprio il parlamentare messinese ha varato, d’amore e d’accordo, la giunta record a 15 alla Provincia di Messina finita su tutti i giornali. Un matrimonio, quello con il Pdl di Ricevuto, davvero solido se resiste da un lato all’irrefrenabile voglia di abolirle, come lo stesso D’Alia ha dichiarato “da tempo immemorabile”, dall’altro alle continue scappatelle dell’Udc che è andata a nozze col Pd alla Regione, con Monti al Parlamento e si appresta a un nuovo fidanzamento con i democratici al Comune.
Ma a quanto pare le sirene grilline troppo vicine a Crocetta, che vuol donare a Bersani la foto di una Sicilia-laboratorio, iniziano a intimorire i centristi, usciti acciaccati dalle Politiche. Fu così che D’Alia, dopo decenni di una politica di distribuzione di poltrone, carrozzoni compresi, si è svegliato grillino, anzi ultra grillino. Ed oggi oltre all’abolizione delle Province si spinge a chiedere quasi di raderle al suolo, eliminare i piccoli comuni, unificare i medi. Nelle prossime ore, prima che i “suoi” gli ricordino che ci sono tante pedine che rischiano di restare a spasso, se nessuno lo ferma in tempo arriverà a chiedere l’abolizione dei condomini.
Rosaria Brancato