«Bisogna lottare perché la dignità delle persone non deve essere una chimera». Sono parole dirette quelle pronunciate da padre Ettore Sentimentale durante l’omelia dei funerali di Maria Das Gracas, “in arte” Gao oppure Gaia, celebrati questo pomeriggio alle 15 nella chiesa di San Giacomo. Un nome che evoca serenità quello della donna morta a San Raineri, la stessa serenità che si legge tra le pieghe del sorriso che illumina il suo volto ritratto nella fotografia poggiata sulla bara di legno scuro. Dietro l’immagine un “timido” mazzo di rose rosse e qualche piantina. Seduti tra i banchi, per lo più vuoti, della chiesa, ad ascoltare le parole di padre Ettore, il marito Paolo, una delle sorelle e una nipote. Accanto a loro gli amici più stretti, quelli che come Gao vivono la dura esistenza della strada, che ne hanno trasportato il feretro fin dentro l’auto bianca posteggiata fuori. Poi l’ultimo viaggio verso il Gran Camposanto, in attesa, forse, del trasferimento in Brasile, paese d’origine.
Presenti anche gli amici volontari che hanno provato ad aiutare Maria e che adesso aiuteranno il marito Paolo, di notte momentaneamente ospitato alla Casa di Accoglienza “Aurelio” di Provinciale, di giorno costretto a girovagare a causa della mancanza di uno spazio adeguato. «Le offerte del fiore che non marcisce – afferma al termine della benedizione padre Ettore – verranno devolute alla Casa Accoglienza per donne senza fissa dimora, inaugurata dai padri Rogazionisti. E’ un piccolo gesto che speriamo però possa essere utile, perché il male può essere affrontato e sconfitto solo con il bene». Ed è proprio all’inaugurazione, o meglio alle tante sedie occupate dai rappresentanti politici ed ecclesiali nella sala dell’Istituto Cristo Re, che vola il pensiero osservando i banchi della Chiesa San Giacomo, rimasti invece deserti.
Poco prima che la bara di legno scuro venga sollevata verso l’uscita, un amico, Salvatore, a cui viene difficile trattenere le lacrime, si avvicina al microfono per le rivolgerle l’ultimo pensiero: «Già mi manchi troppo, Preghiamo per te». Parole semplici che in realtà rappresentano una preghiera per le tante Gao morte nell’indifferenza. Lei però non verrà dimenticata, il suo nome rimarrà sempre vivo perché è quello scelto dai volontari per la loro associazione: “Associazione Gaia”. (ELENA DE PASQUALE)
(FOTO DINO STURIALE)