Questa mattina, la conferenza stampa congiunta – all’Aeroporto dello Stretto – del presidente Sacal Giulio De Metrio e del deputato forzista e responsabile nazionale Mezzogiorno di Forza Italia Ciccio Cannizzaro.
L’impegno di Cannizzaro per lo scalo reggino è noto. Ma circa l’assenza/non-invito del sindaco e sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà a un incontro “istituzionale” coi media – peraltro in Aeroporto –, sa di humour inglese l’annotazione di De Metrio: «Ma perché, è un giornalista?». Come se Cannizzaro, invece, lo fosse…
In realtà, il big calabrese di Forza Italia, nella fattispecie, fa un po’ da garante d’autenticità.
In cartella stampa, il cronista si ritrova innanzitutto una cronologia delle tappe più significative che hanno scandito la vita dell’Aeroporto dello Stretto dal 2016 in qua. Significato non tanto recondito: i 25 milioni di euro ci sono, li vogliamo spendere e li spenderemo presto per potenziare lo scalo. Ma finora non è stato possibile perché solo dal 20 marzo 2019 Sacal è concessionaria della gestione totale dello scalo. Questo, in seguito a decreto interministeriale dei dicasteri a Economia&Finanze e Infrastrutture&Trasporti datato 12 dicembre 2018 e registrato tre mesetti dopo alla Corte dei conti. E poi c’è stata una pandemia che ha anche comportato la chiusura dell’Aeroporto dello Stretto dal marzo al luglio dello scorso anno.
Insomma: se non siamo di fronte a un arrocco alla francese, poco ci manca.
Il Piano industriale Sacal resterà un arcano almeno fino al primo giorno di primavera.
Incalzato dai cronisti, Giulio De Metrio spiega infatti che «si sta ragionando con Unindustria Calabria» sulla possibile organizzazione della prima presentazione del Piano proprio per il 21 settembre. Peccato che a più riprese, nei giorni scorsi e ora in conferenza stampa, De Metrio abbia negato che ci sia una sorta di “custodia” del Piano per poi “disvelarlo” in piena campagna elettorale. In realtà, le accuse lanciate dal centrosinistra non sembrano poi così infondate. Se si materializzerà per il 21 settembre, dalla prima presentazione del Piano mancherà una dozzina di giorni alla data delle Regionali.
D’accordo: ma il motivo della segretezza? «Tutti i Piani industriali delle società sono sempre atti confidenziali – spiega De Metrio –. Lo è anche il Piano della Sacal». Ma persino la “tremenda” gestione De Felice, pur censuratissima dalle forze sociali, dopo una micidiale insistenza aveva pur finito per consegnare copia del Piano industriale ai sindacati. E con la gestione De Metrio?
«Il Piano – replica il presidente della società di gestione – sarà illustrato agli stakeholders nelle sedi opportune». “Illustrato”, peraltro, non consegnato in copia (dopo cotanta attesa). Saranno anche relazioni sindacali di qualità, ma temiamo che qualcuno debba dirlo ai sindacati di categoria che – basta leggere i comunicati di queste settimane – non sembrano essersene accorti.
Quanto agli interventi resi possibili dall’ “emendamento Cannizzaro”, ormai dal 24 luglio di due anni fa ci si chiede quando e in cosa si tradurranno. Specie dopo aver saputo che si sostanzieranno in 9 interventi: uno “spacchettamento” molto controverso.
Siamo davanti a 25 milioni di euro rilasciati con delibera del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) appunto nel 2019. Ai quali si sommano 2 milioni e mezzo della Sacal, come da Convenzione trilaterale col Mit e col beneficiario Enac del 17 giugno 2020.
Da allora, cos’è accaduto?
«Tra il secondo semestre 2020 e il primo semestre 2021, Sacal ha avviato alcune progettazioni con risorse interne e ha esperito le gare per tutte le altre progettazioni e i servizi di supporto. A oggi – si legge tra l’altro nel “punto” operato a beneficio dei media –, sono già stati affidati sia incarichi di progettazione per tutti gli interventi previsti, sia gli incarichi di supporto alla Stazione appaltante (gestione gare e verifica progetti). Enac ha approvato i progetti che Sacal ha presentato per tre dei nove interventi previsti. Per uno di questi (“Interventi per la sicurezza del volo e per il controllo del traffico aereo”, valore 1,5 milioni) è stata già avviata la procedura d’appalto integrato».
La Sacal, insomma, non è rimasta con le mani in mano, secondo una prima lettura. Oppure, in alternativa: neppure uno dei 9 interventi è neppure vicino al completamento.
«Quando termineranno i lavori? Vi rinviamo ai termini della Convenzione con Enac, che dicono: entro la fine del 2015 – affermano “a una voce” Cannizzaro e De Metrio -. E noi speriamo di cuore che questo termine sia rispettato, e ci prodigheremo in questa direzione».
E non ha mancato nel corso della conferenza stampa il presidente De Metrio di far presenti i numeri di un periodo «disastroso». Che comunque hanno visto il sistema aeroportuale calabrese quasi “tenere botta” (-70,3%, in particolare, per lo scalo reggino) rispetto all’ancor più grave -72,6% di traffico-passeggeri su scala nazionale nel 2020 rispetto al 2019. E nel primo semestre di quest’anno c’è su scala-Paese un ancor più drammatico -81,6% (sempre rispetto al 2018): per l’Aeroporto dello Stretto, -70,6%. «Ci siamo fatti male, abbiamo le nostre ferite – è il commento di De Metrio –, ma abbiamo pur sempre fatto meglio rispetto al quadro nazionale».
E ribadisce: «Io quest’aeroporto non lo chiudo, con me non accadrà: l’Aeroporto dello stretto non si chiude, si sviluppa. Non ho mai chiuso nulla in vita mia: figuriamoci se vengo a farlo qui, a 62 anni».
Naturalmente, per l’implementazione dello sviluppo dell’Aeroporto dello Stretto, un nodo cruciale sono le limitazioni all’operatività. Insomma i notam (Notice to airmen) che affliggono da decenni lo scalo, confinandolo in una categoria C che ci sta stretta. Il motivo: la curva finale nella procedura d’avvicinamento per la pista 33, la più utilizzata dell’Aeroporto dello Stretto.
Questo però «richiede un addestramento specifico degli equipaggi che intendono operare sull’aeroporto per attività di trasporto commerciale (Cat)». Amplificandosi i costi, le compagnie no-frills stanno ben lontane da scali con limitazioni di questo tipo.
Adesso si sta tentando d’ovviare ai problemi, anche grazie alla consulenza della società To70. Il Safety risk assessment del già avviato progetto Licr Upgrade Project dovrebbe sfociare in una ridefinizione delle limitazioni. E quindi proiettare lo scalo aeroportuale dello Stretto in una meno penalizzante categoria B.
Peraltro, la procedura Rnav Visual – ipotizzata per configurare una diversa procedura d’avvicinamento alla pista 33 – dovrebbe far calare i rischi.
«Le difficoltà non riguardano certo il solo Aeroporto dello Stretto». Lo evidenzia a chiare lettere, durante l’incontro coi cronisti, il deputato forzista Ciccio Cannizzaro. Così come lo stesso Giulio De Metrio farà presente che «in Europa e fuori sono tanti gli aeroporti affetti da criticità più o meno gravi, eppure ci si vola ugualmente».
Il responsabile nazionale Mezzogiorno di Forza Italia fa presente: «In altre importanti realtà italiane si arriva a chiudere gli aeroporti anche se sono centrali e funzionali rispetto agli interessi della propria regione».
E fa sapere Cannizzaro che, negli anni scorsi, per ben tre volte l’Aeroporto dello Stretto è stato a serio rischio-incidente proprio per le criticità che in atto lo connotano. «Anni addietro – fa presente il deputato – un velivolo addirittura toccò la pista con l’ala. Un racconto che mi ha fatto riflettere: non si scherza con la vita delle persone».
Ma riuscire a ridefinire le limitazioni non è una cosa facile-facile, bensì «necessita di un percorso lungo e tortuoso». Che però, fa sapere il parlamentare azzurro, «è già avviato, anzi in fase avanzata» grazie all’expertise degli olandesi di To-70 Aviation, società con base a L’Aja.
L’invito di Francesco Cannizzaro, a questo punto, è d’«abbassare tutti i toni, anche perché lavoriamo tutti per avere un Aeroporto più funzionale e più sicuro e con questi fondi riusciremo ad averlo». E ad «avere anche rispetto per chi svolge una funzione e ha alle spalle una storia importante» come Giulio De Metrio. Che, ad avviso del parlamentare, «fin qui ha già operato benissimo».
L’idea è comunque di andare oltre. E di riuscire a breve, finalmente, a coinvolgere le agognate compagnie low-cost.