"L’attacco al servizio ferroviario a lunga percorrenza non conosce pause, si tenta di smantellare il diritto alla continuità territoriale con ogni sistema". E' l'affondo di Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Orsa Ferrovie, Ugl Trasporti, Fast e Rsu 18 dopo la comunicazione della Capitaneria di Porto di Messina che ribadisce la regola per cui una volta imbarcato il treno sulla nave i passeggeri devono scendere dalle vetture ferroviarie. "Significa rendere il viaggio ancora più invivibile di quanto lo abbiano reso i tagli al servizio ed i mezzi vetusti riservati al sud – proseguono i sindacati – i primi a pagarne le conseguenze saranno i disabili che dovranno scendere dal treno, non si capisce come, senza adeguate strutture di assistenza in navi dove da qualche anno sono stati chiusi anche i bar. Fisiologiche le reazioni dell’utenza che già questa mattina ha manifestato forte dissenso quando invitata a scendere dal treno e abbandonare i bagagli nelle vetture senza che sia prevista un’adeguata ronda di vigilanza. Il risultato drammatico per il servizio essenziale si sta concretizzando con le innumerevoli disdette delle prenotazioni, soprattutto quelle delle persone con ridotta mobilità, che si sono registrate quando la notizia si è divulgata".
Il fronte sindacale unitario reagirà con decisione all’ennesimo tentativo di sbarazzarsi di un servizio che garantisce un diritto costituzionale, mercoledì 6 luglio incontreranno i lavoratori e tutte le associazioni interessate per affrontare i dettagli della questione e chiedere alla Capitaneria di Porto di organizzare insieme all’armatore Rfi gli opportuni interventi per garantire un servizio ferroviario civile all’incolpevole utenza. "E’ utile evidenziare che la specificità del servizio nello Stretto ha consentito di superare le regole generali con deroghe ad hoc, solo a titolo di esempio va citata la riduzione delle tabelle d’armamento solo per le navi operanti nello stretto di Messina – concludono -, se a ciò si aggiunge che a Rfi attualmente è consentito di mantenere equipaggi ridotti nelle navi fermi con apparati accesi, in spregio alle basilari regole sulla sicurezza, se ne trae che con la volontà di tutti si può trovare la soluzione per superare le direttive della Capitaneria che porterebbero l’impianto alla chiusura definitiva".
I sindacati si sono anche rivolti al prefetto, segnalando le proteste dei passeggeri e "le preoccupazioni dei lavoratori della navigazione costretti a un ulteriore compito che rischia di generare conflitti e incomprensioni con l'utenza, ma ancor più riguardo al futuro di un servizio essenziale a garantire la continuità territoriale tra la Sicilia e il continente. Anche se lo si voglia intendere come conseguenza temporanea di riscontrate irregolarità da parte della Commissione Compartimentale di Sicurezza, destinato pertanto a durare sin quando le navi saranno opportunamente dotate per l'attività cui sono preposte, il provvedimento è destinato comunque a far eco per l'importanza che ovviamente rivestono le problematiche relative alla sicurezza di persone e mezzi, a maggior ragione in un'area particolarmente trafficata come lo Stretto di Messina, e sia anche nella necessità che vengano fugate del tutto le preoccupazioni riguardo la più volte ventilata rottura di carico e venga riconfermato l’impegno delle istituzioni e delle Ferrovie nel mantenimento di un servizio pubblico in termini generali".
I sindacati "chiedono pertanto di valutare la opportunità di promuovere un confronto tra le parti interessate per una soluzione della vicenda e per restituire all’utenza e ai lavoratori, nonché alla comunità dello Stretto elementi di serenità e di certezza".
Perplessità anche da parte del Comitato Pendolari Siciliani, che pone una serie di domande. In merito a queste operazioni di salita e discesa dai treni dei passeggeri come verranno gestite da Rfi? Come verrà realizzato il servizio sugli Icn (Intercity Notte) che attraverseranno lo Stretto nelle ore notturne? Quali servizi Rfi metterà a disposizione di tutti i passeggeri: normodotati, con ridotta mobilità e per i diversamente abili, per limitare al minimo i disagi? Quali controlli relativamente alla vigilanza degli effetti personali lasciati a bordo del treno verranno effettuati? Per quanto tempo dovrà durare questa disposizione? Il Presidente Crocetta, il Prefetto, il Sindaco di Messina e tutti i nostri rappresentanti politici come pensano di intervenire su questa questione che oramai per forza di cose sta diventando sempre più paradossale e grottesca? "Quello che è certo – conclude il rappresentante del comitato, Giosuè Malaponti – è che vigileremo su questa assurda, per certi versi, situazione di mobilità sullo Stretto di Messina che di anno in anno vede sempre più ridurre quella Continuità Territoriale che non ci è stata mai accordata e che vede la Sicilia allontanarsi sempre più dal continente Italia e dalle paventate Reti Ten-T e dai tanto decantati Corridoi Europei".
Una decisione che ha sconcertato anche l'associazione Ferrovie Siciliane: "Se il controllo ha dato esito negativo sulla nave Scilla – chiede il presidente dell'associazione, Giovanni Russo – perché la limitazione è stata estesa a tutt'e quattro le navi? La Messina e la Logudoro hanno classi antincendio superiori alle altre due, trasportano anche merci infiammabili, perché accomunarle? La non conformità riguarda solo una nave e pure su quella basterebbe aumentare le tabelle di armamento, anche solo con due marinai in più, per risolvere il problema. In Germania e Scandinavia i passeggeri restano a bordo dei treni sulle navi, che sono pure promiscue perché traghettano anche i mezzi gommati. Da noi, invece, sembra di essere al di fuori dell'Unione Europea, visto che si prevedono regole diverse".
Preoccupato anche il deputato del MoVimento 5 Stelle, Francesco D’Uva: "Temiamo che la sicurezza dei passeggeri venga utilizzata come scusa per limitare ancor più la continuità territoriale tra la Sicilia e il resto d’Italia. E’ come se l’intenzione ultima fosse, ancora una volta, quella di isolare la Sicilia. Vorremmo che il Governo dica che non è così, che questo non è un modo per abbandonare la nostra isola. E vorremmo che lo facesse con dimostrazioni concrete, ad esempio aumentare il numero delle corse dei treni”.