Si chiamano guardiamacchine e il loro compito è quello di controllare che le automobili che sostano all’interno dei posteggi siano sempre al sicuro.
Solo che, oltre a fare la “guardia”, i meglio noti "posteggiatori abusivi" chiedono anche un pedaggio e agiscono senza alcuna autorizzazione in zone che, per lo più, sono pubbliche.
Solitamente il tariffario varia dai 2 ai 5 euro (talvolta con picchi di 10) che gli automobilisti sono costretti (e si sottolinea il “costretti”) a sborsare senza poter dire una sola parola.
“Non è cosa intelligente opporsi”, ci spiega un ragazzo che lavora al Policlinico di Messina e che, giornalmente, paga il suo pedaggio.
In effetti, rifiutarsi di concedere la “tassa di posteggio” può provocare conseguenze spiacevoli, fino al raggiungimento di veri e propri episodi di estorsione. Minacce, aggressioni, insulti verbali, danni alle stesse macchine o motorini: violenze di cui tutti sono a conoscenza ma di cui, come troppo spesso accade, nessuno ama parlarne.
E quello che è accaduto ieri mattina ad una messinese ne è l’esempio eclatante.
La donna si trovava nei pressi della Stazione e aveva necessità di individuare un posto in cui mettere la propria auto. Un parcheggiatore abusivo si era così avvicinato per rammentare all’ingenua donna che quello era il suo territorio. La signora, però, con coraggio, si era rifiutata di pagare il dazio. Ma il coraggio, all’interno di un parcheggio abusivo controllato, non può essere ammesso. Così è stata aggredita, insultata e rincorsa per un lungo tratto di strada.
L’intervento del Nucleo Decoro della Polizia di Messina, sotto la guida del Comandante Biagio Santagati, ha poi immediatamente portato all’identificazione del soggetto.
In realtà si trattava di un volto noto. Gli agenti, infatti, erano a conoscenza del luogo in cui viveva il parcheggiatore, per cui è stato semplice scovarlo nella sua casa abusiva a San Raineri.
Come spesso accade, però, la signora aggredita ha poi preferito non esporre denuncia e lasciare che questo diventasse solo un altro episodio di sommersa violenza quotidiana.
In realtà, il fatto in sé ha rappresentato il la per far emergere una situazione ancor più degradata.
Nell’andare a scovare il posteggiatore, il Nucleo Decoro ha difatti immortalato (NEWS CORRELATA) quello che è oggi la parte iniziale della Falce di Messina.
Immondizia, alloggi abusivi, cavi sparsi ovunque, sacchetti di ogni genere, discariche a cielo aperto, letti di fortuna, pezzi di legno bruciati, gallerie storiche sommerse di rifiuti.
“Ci siamo trovati dinnanzi ad una situazione incredibile, di cui tutti sanno ma nessuno parla. E poi proprio lì, in quella zona che dovrebbe essere il punto di rilancio della città”, ha sottolineato un agente presente durante le operazioni.
E forse sarebbe bello se, ogni tanto, al “chi tace, acconsente” si sovrapponesse il “chi parla, denuncia e agisce”.
Veronica Crocitti
Twitter @VCrocitti