Accelerare sui locali messi a disposizione dall’Inps in via Romagnosi per far ripartire le attività del giudice di pace di Messina e del Tribunale del Lavoro, così che a settembre il nuovo “palagiustizia bis provvisorio” possa essere pienamente operativo.
E’ questa la richiesta di Aiga Messina, guidata dall’avvocato Ernesto Marcianò, indirizzata ai vertici degli uffici di giustizia, al Comune di Messina ed all’esperto del sindaco Alberto Vermiglio, che a febbraio scorso avevano indicato la soluzione tampone degli uffici ex Inps di via Romagnosi da destinare ad uffici di giustizia, in particolare per la sezione lavoro, ancora ospitato in via Dama Bianca, in un plesso ritenuto non pienamente a norma e comunque inadeguato alla mole di lavoro quotidiana.
Dopo la conferenza di servizi convocata dal primo cittadino Cateno De Luca il 21 febbraio scorso, però, il progetto si è fermato, travolto dall’emerga coronavirus.
“Non vorremmo che questo periodo trascorresse infruttuosamente – spiega Marcianò – anzi sarebbe bene approfittarne per porre in essere tutti gli atti necessari perché a settembre, quando si spera la ripartenza sarà effettiva, i locali possano essere pronti. Fermo restando che si tratta di una soluzione tampone e che il problema edilizia giudiziaria a Messina deve essere affrontato concretamente e in maniera definitiva”.
Oggi gli uffici del giudice di pace sono palesemente inadeguati tanto che sono state dettate norme di accesso restrittive per consentire l’accesso nei locali, con la conseguenza che anche le udienze non rinviate subiscono notevoli rallentamenti. Oggi si trattano soltanto una udienza civile e una penale, con al massimo 10 fascicoli ad udienza. Lo stato dei locali di via Dama Bianca, poi, è al centro di denunce, allarmi e dibattiti da anni ormai.
“La necessità di individuare un’altra sede dove allocare gli uffici del Giudice di Pace e del Tribunale del Lavoro nasce da un’esigenza ben specifica che va al di là delle mere valutazioni di opportunità – espresse sotto diversi profili – di creare un Palagiustizia satellite – prosegue il presidente dei Giovani Avvocati di Messina – i locali ove attualmente sono ospitati detti uffici infatti, presentano molteplici criticità tali da rendere i tempi necessari ad una nuova costruzione del tutto incompatibili con la necessità di garantire immediatamente sicurezza a tutti gli operatori.
Pertanto, ferma restando la necessità di costruire un Palasatellite nuovo che, anche per ragioni di economia pubblica, non produca più oneri passivi, nelle more del dibattito e della costruzione della nuova opera, è necessario trovare subito un’allocazione idonea che garantisca ai cittadini ed agli operatori anzitutto sicurezza.
Ora, ove realmente i locali INPS di via Romagnosi siano stati ritenuti idonei ad ospitare GdP e TdL – e con la precisazione che in ogni caso dovrebbe trattarsi di una soluzione “tampone”, ritenuta accettabile solo per la necessità primaria ed urgente di garantire a tutti gli operatori l’incolumità che i locali di via Dama Bianca non assicurano più – il periodo attuale rappresenta un’opportunità unica per formalizzare l’accordo e procedere al trasferimento: atteso infatti che l’attività giudiziaria in quegli uffici è già di per sé ampiamente limitata dalle disposizioni anti-COVID che spiegheranno i propri effetti fino al 31 luglio p.v. (e di fatto, con la sospensione feriale, fino al 31 agosto), si avrebbe un margine di tempo discretamente ampio (3 mesi) che consentirebbe di limitare al minimo gli inevitabili disagi tipici di ogni trasferimento di sede e di consegnare alla città ed agli operatori – al momento dell’auspicabile ritorno alla normalità da settembre – una sede degna e sicura.
Un margine di tempo così ampio ed una prospettiva di disagi così contenuta sembrano un’opportunità ideale per realizzare una svolta epocale nell’edilizia giudiziaria di Messina.
Tutto quanto sopra, senza recedere dalla necessità di munire Messina di una Palagiustizia bis nel più breve tempo possibile: ricordiamo a noi stessi il nostro slogan ispiratore “ovunque purchè si faccia”.