MESSINA – Alcuni infortuni, nelle ultime due stagioni trascorse a Pinerolo e Trento, ne hanno limitato le prestazioni, ma nonostante tutto si è presa due promozioni in A1 consecutive ed ha scelto di ripartire da Messina per tornare e far tremare i taraflex d’Italia. Originaria di Verrès (AO), Jessica Joly, schiacciatrice classe ’00 dell’Akademia Città Di Messina, MVP del match vinto contro Como, è arrivata nel corso del mercato estivo di ricostruzione del nuovo volto della squadra.
Intervenuta durante la terza puntata di Effetto Volley, la rubrica del lunedì sera in diretta sui canali facebook e youtube di Universo Messina, la Joly ha spiegato i motivi per cui, insieme alle sue compagne, ha scelto Messina: “Vogliamo giocare per la città di Messina. Siamo una squadra che rappresenta il Sud Italia, con una società ed un gruppo che vogliono fare bene. Ci teniamo a far ben figurare questa parte d’Italia che tendenzialmente è sempre vittima di preconcetti che non corrispondono a realtà. Per questo, ci teniamo tanto che le persone vengano a vederci e che ci facciano sentire il calore del Sud”.
Lo stesso coach Fabio Bonafede, nelle conferenze stampa post-gara, spesso ribadisce come le ragazze abbiamo scelto Messina e sviluppato un forse senso di appartenenza: “E’ strano dirlo, visto che siamo qui da poco tempo, però penso che questa sia una terra che, attraverso il calore della gente, ci stia dando tanto”. Jessica qui si sente perfettamente a suo agio: “Sono dell’estremo Nord, ma qui mi sento a casa, ancor più per il mio amore per il mare”. E poi, la passione matura per una maglia appena indossata e già cucita sulla pelle: “Abbiamo tutte cercato subito delle connessioni con il territorio e questo ci ha permesso di capire subito che giocare per questa maglia è un valore aggiunto. Ecco perché, quando siamo in palestra e ci alleniamo con quaranta gradi di temperatura, ci ricordiamo sempre il motivo della nostra permanenza a Messina: l’abbiamo scelto. Personalmente, è stata una scelta ragionata e, magari col tempo, potrò anche dirti che sarà di cuore. Intanto, andiamo avanti perché ci teniamo a difendere i colori dei questa maglia e a rappresentare al meglio il Sud Italia”.
All’inizio, per Jessica, dire di sì alla proposta societaria, è stata quasi una scommessa: “Ho seguito tutte le fasi della poole retrocessione dello scorso anno in cui Messina è riuscita a realizzare una cavalcata trionfale verso la salvezza. Vedevo giocare la squadra con grande carattere, così mi sono informata con altre atlete. Sentivo il bisogno di stimoli nuovi, dopo una anno segnato da un brutto infortunio. Trovare una società che ti dia fiducia ed un allenatore che crede nei tuoi mezzi, non è scontato perché sono stata fuori sei mesi. La voglia di rientrare e rimettermi in gioco era tanta ed ho trovato una realtà ideale”.
Superare il problema muscolare della passata stagione non era facile, soprattutto cercare di tenere alto il morale per tutti quei lunghi giorni fatti di rinunce e riempiti di caparbietà per venirne fuori al meglio: “Mi sono fatta male durante la seconda settimana di preparazione, dopo un’estate in cui avevo lavorato tanto fisicamente per tenermi in forma. Ed invece, uno strappo al polpaccio ha cambiato i miei piani. Mentalmente è stato pesante, ma fortunatamente avevo alle spalle una società solida come Trentino Volley della quale voglio ringraziare il fisioterapista che ha fatto in modo di farmi tornare in campo senza paure di rifarmi male. Anche le mie compagne mi hanno aiutata tanto; sono rientrata in un momento non semplice, a poole promozione inoltrata, cercando comunque di dare una mano”.
Ma oltre che sul suo talento, c’è chi è pronto a puntare su Jessica ad occhi chiusi per la sua grande umanità; alle sue spalle, una famiglia solida: “Mamma, papà, mia sorella, sono per me fondamentali. Mi hanno insegnato tutto quello che so. Ho avuto la possibilità di vivere a Cuba, visto che mia mamma è cubana, dove ho fatto tesoro di una grossa esperienza di vita in contrasto con quanto stavo vivendo durante la mia infanzia; mi ha aperto gli occhi su quella che è una realtà diversa dalla mia. Ho una mentalità aperta e di questo devo dire grazie alla mia famiglia cui voglio un bene dell’anima”.
Il suo legame con la terra di Cuba va oltre una semplice relazione di parentela: “A livello pallavolistico, i cubani sono molto forti e grintosi. Questi aspetti cerco sempre di riprenderli, anche nella loro tipica allegria; basta guardarmi quando esulto per un punto. E cerco anche di trasmetterlo alle persone presenti, girandomi ed esultando con loro”.
A quattordici anni Jessica si allontana da casa per intraprendere il cammino che la farà approdare nella pallavolo professionistica: “Ho iniziato le giovanili a Chàtillon, vicino casa, per poi spostarmi molto presto a Settimo Torinese. I miei genitori mi hanno sempre appoggiato nelle mie scelte; già quando occorreva decidere se prendere e mollare tutto ciò che avevo per andare a Torino, per me una metropoli visto che arrivavo da un paesino di appena tremila abitanti, mi hanno sostenuto. Finite le giovanili è arrivata la chiamata di Sassuolo e mi sono detta: Jessica perché non provare”.
Nel contempo inizia l’esperienza con la Nazionale giovanile: “Ho fatto diversi collegiali e poi è arrivata la convocazione per un Campionato Europeo under-19 che abbiamo vinto insieme ad un’altra mia compagna di questa stagione, Valeria Battista; con lei ci conoscevamo già, visto che abbiamo trascorso insieme diverse estati al Centro Pavesi ad allenarci”. Nella stessa annata, intanto, vince il titolo di miglior attaccante alle Finali Nazionali di Bormio 2018: “Ho avuto la fortuna di fare un percorso a Settimo con la Lilliput di alto livello, con un tecnico qualificato e compagne come Marina Lubian e Rachele Morello (rispettivamente centrale di Conegliano e palleggiatrice di Chieri in A1, ndr)”.
A Sassuolo incontra un’altra attuale compagna all’Akademia, Giulia Galletti, con cui quasi a sorpresa vince la Coppa Italia di A2 edizione 2018/19: “Togliamo pure il quasi (ride). In realtà, eravamo una squadra fatta del classico mix che si crea quando, da neopromossa, si mettono insieme giovani e persone più esperte. Abbiamo fatto un campionato ottimo fino a dicembre e poi ci siamo ritrovate a giocare una finale di Coppa Italia e a vincerla 3-2 in un palazzetto gremitissimo (al PalaOlimpia di Verona, ndr), visto che a seguire si sarebbe disputata la finale di Coppa di A1. Quel giorno c’erano cinquemila persone per un tie-break tiratissimo che si decise ai vantaggi (17-15, ndr). Con me c’era anche Giulia Galletti, la regina dei bagheroni (ride)”.
Da lì, i tornei di A2 prima con Talmassons, dove arriva sul podio delle top spikers, e successivamente ad Olbia: “A Talmassons ho trovato persone fantastiche ed una società ben strutturata; negli anni sono riusciti a creare un contesto del quale tutti parlano bene. Ancora per il mio compleanno mi scrivono, così come mi vengono a salutare tutte le volte che ci giochiamo contro. Andarci a giocare sabato mi fa piacere. Ha allestito un roster di alto livello con il quale sarà interessante confrontarsi. Anche ad Olbia sono stata molto bene. E’ stata una stagione molto travagliata con diversi infortuni; però, siamo riusciti a portarci una salvezza a casa per un anno di crescita in più”.
Domani il confronto, in trasferta, proprio con Talmassons, primo vero scoglio della stagione. Messina ci arriva con otto punti in classifica, uno in meno della capolista Busto: “Sono tutte ragazze di talento e che conoscono bene la categoria. Sarà molto interessante capire a che punto siamo della nostra crescita. Non lo vedrei come uno scoglio, ma come un’opportunità di confrontarci con una squadra forte, cercando di colmare le nostre lacune. Una gara che ci darà una grossa mano per affrontare tutto il resto della stagione. Sarà una bella battaglia, intensa, per la quale saremo pronte. Sono una squadra molto dinamica ed esplosiva. A muro e in attacco sono molto attrezzate, con una seconda linea stabile grazie al libero Negretti. Ci sarà da divertirsi”.