Cultura

Al concerto dei Pinguini Tattici Nucleari è la vita a rubare la scena

MESSINA. Se Riccardo Zanotti scrive di aver paura di inciampare nelle vite della gente, di certo questo non è ciò che accade alla musica dei Pinguini Tattici Nucleari. Le loro canzoni, dalla ricercatezza pop, non solo inciampano ma entrano proprio a gamba tesa nella vita delle persone.

L’hanno dimostrato al PalaRescifina a Messina, dove il gruppo (con un po’ di sano orgoglio per la nostra città) ha deciso di concludere, in un emozionante finale, le 33 tappe del tour. Ad accoglierli è un pubblico numerosissimo e variegato, tanti bambini, giovani, famiglie e adulti. Tutti indossano le loro magliette, hanno striscioni, frasi speciali dedicate ai Pinguini. La loro musica, infatti, così piena di sfumature, sa parlare a tutti, soffiando dentro al cuore (a forma di armonica) di chiunque l’ascolti.

Sedevo nella prima fila centrale della tribuna, sotto di me il parterre. Questa posizione mi ha offerto un’ampia panoramica dei tanti fan lì riuniti, ha permesso al mio sguardo di seguire tra le strade le tante storie di vita presenti. I concerti dei Pinguini sono i miei preferiti in assoluto, loro i migliori performer, studiano ogni dettaglio e si donano totalmente; nonostante tutto questo, però, quelle storie infinite di vita hanno rubato la mia attenzione.

Dal mio spioncino, ho sorriso nel vedere una bimba di quattro anni scatenarsi su tutte le canzoni, imparate rigorosamente a memoria, parola per parola; o osservando una ragazzina di circa 11 anni, con sulla maglia la scritta “Il mio primo concerto”, asciugarsi le lacrime all’ingresso in scena del gruppo. Ho, poi, visto lo staff della Misericordia abbracciarsi con lo staff della sicurezza durante Hold on; mi sono emozionata nel notare un papà in videochiamata con il figlio per tutta la durata del concerto; ho esultato anche io davanti alla gioia dei tecnici durante Pastello Bianco, l’ultima canzone, per il successo di quanto realizzato in questi due mesi di tour, stringendosi, saltando, scherzando gli uni con gli altri.

Fra tutte, due storie di vita mi hanno rapito completamente. 

Due storie di vita

Due giovanissimi mamma e papà, alla fine del parterre, ballavano stretti stretti alla figlioletta di solo qualche anno. Indossava anche lei, immancabilmente, la maglietta dei Pinguini e due grandi cuffioni sulle orecchie per proteggersi dai decibel. Quando il papà l’ha presa, poi, sulle spalle, ballando, lei si è abbandonata a grandissimi sorrisi e risate. Sono stati speranza dentro agli occhi di chi li ammirava, ma loro non sembravano curarsene, esisteva per loro solo quel forte amore da celebrare su una musica che, sicuramente, ha fatto da colonna sonora della loro vita.

Proprio sopra di loro, nell’aria riservata, una ragazza combatteva contro la Sla. A colpirmi sono stati i suoi tatuaggi sulle braccia, ho visto sogni uscire dai suoi tatuaggi, la testimonianza della sua storia, di un vissuto che ha ancora tanto da voler fare e dire. Esprimendosi tramite una tavola etran, sistema di comunicazione con lo sguardo, faceva sorridere altre tre giovani donne che erano lì a combattere con lei (forse sorelle o amiche), pronte a prendersi cura di lei, senza distrarsi mai, ma al tempo stesso capaci di godersi insieme ogni momento, di ridere, accarezzarsi e cantare le canzoni. Ho visto loro riprendersi la vita con il cuore. Sono andate via dopo Ricordi, dopo l’ultimo “penso che pure ‘sta notte presto finirà, io ti terrò la mano e tu tienimi l’anima…

Il concerto dei Pinguini Tattici Nucleari mi ha mostrato la vita, la vita che va un po’ come le pare, in tutte le sue contraddizioni, nei suoi neri e bianchi (come tanto bene dimostra il loro logo, rappresentante due pinguini stilizzati disposti in una configurazione che ricorda il simbolo dello Yin e Yang), nella sua straordinarietà e nella sua tragedia e, sempre, nella sua forza.

I Pinguini ci hanno rubato la notte. La vita, con le sue storie, ha rubato loro la scena.