MESSINA – Più che la sconfitta, grave in vista del ritorno, a deludere ad Agropoli è stata la prestazione fornita dalla squadra. Un Messina che è sembrato sottotono e attendista di fronte ad un avversario già affrontato ma nuovo in quanto incontrato per la prima volta da quando ha cambiato guida tecnica. Tradotta brutalmente però il Messina è andato lì per non prenderle, e al di là delle buone intenzioni della vigilia, da quanto emerso in campo e da quanto detto fuori nel post partita il piano sembrava proprio quello.
I biancoscudati avevano, e hanno ancora, il vantaggio della miglior posizione in classifica al termine della stagione regolare, un vantaggio che si traduce nella salvezza in caso di pareggio nella doppia sfida. Al Messina al ritorno serve la vittoria, ormai obbligatoria, nei 90 minuti al “Franco Scoglio” sabato pomeriggio.
Se nel girone di ritorno l’importante per molte giornate era muovere la classifica, nel finale sarebbe servita forse una prestazione più propositiva in campo. Provare a imporre il proprio gioco e non attendere l’avversario. Non fare i ‘risultatisti’ quindi ma cercare attraverso un gioco sulla carta superiore ad avere la meglio sugli avversari. Nelle ultime uscite il Messina giocava di fatto con Kragl, Ragusa, Ibou Balde e Perez davanti.
I tifosi che hanno seguito in massa la squadra ad Agropoli, gli stessi che l’hanno sostenuta in tutte queste difficili settimane, non meritavano la prestazione del “Guariglia” e probabilmente neanche se la aspettavano. Chiedono alla squadra di sudare la maglia e di avere coraggio in campo e nelle ultime settimane questo è mancato con prestazioni spesso attendiste.
Consapevoli che il cammino per risalire dall’ultima posizione è stato dispendioso fisicamente e mentalmente, il dubbio che viene è se la squadra sia stanca o sia subentrata una piccola dose di paura. Quando infatti il Messina ha cominciato ad avere qualcosa da perdere, precisamente dopo la vittoria di metà marzo contro il Potenza quando i biancoscudati erano momentaneamente saliti in 15ª posizione. Da lì diverse partite cruciali affrontate con un atteggiamento diverso vedi la trasferta a Torre del Greco o a Taranto per esempio, due match point per la squadra di Raciti.
Tutti questi discorsi lasciano ormai il tempo che trovano perché sabato c’è la vera finale di questo campionato, la partita in cui il Messina si gioca tutto e che passa soltanto dalla vittoria. Fare calcoli non ha più senso e se la salvezza arriverà da una prestazione coraggiosa o da un risultato sporco non avrà importanza nell’immediato. L’importante è raggiungere l’obiettivo specie per quei oltre 700 tifosi in trasferta ad Agropoli che hanno dimostrato che tengono e molto al calcio professionistico a Messina.