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Alemanno a Messina per il no al Ponte: “Stop al progetto, serve una condivisione ampia”

MESSINA – L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, segretario del Movimento Indipendenza, ha incontrato i giornalisti e gli esponendi No Ponte cittadini, durante una conferenza stampa a Palazzo Zanca. Al suo fianco Fabio Granata, già parlamentare e assessore regionale dei Beni culturali, attuale assessore alla Cultura di Siracusa e storico oppositore di questo progetto, il docente universitario Daniele Tranchida, già assessore regionale al Turismo, ed Elio Conti Nibali. del comitato “Invece del ponte”.

Tranchida: “Il ponte è un’idea vecchia”

Ad aprire l’incontro è stato Tranchida: “Attualmente questo progetto ha avuto una battuta arresto perché le commissioni del Mase (ministero per l’Ambiente e la Sicurezza energetica), in relazione a Via e Vas, (Valutazione d’impatto ambientale e Valutazione ambientale strategica, n.d.r.) hanno chiesto dei chiarimenti su un progetto che è del 2011. Questo ha portato la società Stretto di Messina a dire che la risposta sarebbe arrivata in 30 giorni ma poi è stata spostata a 3 mesi. Così il progetto cantierabile è slittato a fine anno o addirittura al gennaio 2025”. Tra gli aspetti citati da Tranchida, i problemi tecnici legati a cavi o all’altezza e il numero dei turisti in auto, “sceso a meno del 10%. Il famoso traffico automobilistico ha subito una riduzione enorme grazie alle tante possibilità di oggi”. E in conclusione: “Il ponte è un’idea vecchia, non è il futuro ma guarda a un modello passato, degli anni ’60 o ’70, a un’Italia che non è quella attuale. Ci sono perplessità che riguardano l’opacità della vicenda, causata dalla mancata concessione dell’accesso agli atti sui contratti ad esempio”.

Conti Nibali: “A chi serve?”

Poi Conti Nibali: “A chi giova mettere su quest’opera? La gente del luogo appena ha iniziato a pensarci si è detta che alla città non serve. Quindi a chi giova, all’Italia? All’Europa? A nessuno. Mi concentro sull’oggi, ci hanno detto oggi in commissione, il presidente, che senza ponte noi non ci siamo, ma non ci sto. Noi facciamo battaglie ogni giorno per la città, lui le ha fatte per l’ovetto Kinder. Non c’è un no ideologico, ma c’è gente che lotta sul territorio per ciò che serve”. E ancora: “Non sanno che pesci prendere. Il loro obiettivo è di nominare una nuova commissione scelta dal ministro e mettere persone a libro paga. E dobbiamo dire che c’è una sfilza di tecnici che fa avanti e indietro da Messina che ha stipendi della Stretto di Messina. Dall’altra parte abbiamo gente che combatte e non prende una lira. Dobbiamo impedire a chi fa racconti non veritieri di farli. Solo una cosa dobbiamo fare tutti: guardiamo questo stretto, non si può banalizzare questa cosa. Ci sono unicità da non abbattere, 14 aree protette, ci sarà un motivo. I disagi? La gente se ne dovrà andare perché anche a 25 km dai cantieri buttano giù le case, i palazzi, ogni cosa. Pubblica utilità? Dimostriamola”.

Granata: “Grande danno in città con l’opera”

E ancora Fabio Granata: “Tutto il movimento che si sta creando qui, in Sicilia e in Italia contro il ponte è qualcosa che va contro un gigantesco specchietto per le allodole che si avvale di un meccanismo corruttivo. Sembra quasi che non si possa essere contrari, c’è stata quasi una demonizzazione di questi pareri contrari anche sui social. Ci sono 5 milioni di euro già impegnati per la comunicazione, ma la verità è che questa città non è in vendita. Ciò che mettiamo in discussione è che cominceranno a espropriare, demoliranno un palazzo per dare qualcosa e poi si fermeranno. Ci sono state una sfilza di osservazioni al progetto che evidenziano l’inutilità dell’opera. Vedo solo speculazione e uno specchietto per le allodole. Noi siamo persone che proveniamo dalla destra, ma non conta niente, perché contro questa truffa ai danni dei messinesi e dei siciliani sono in tantissimi da ogni parte politica. Questa vicenda ha già incongruenze e opacità enormi. Si produrrà un grande danno con gli espropri soprattutto. Questa specificità dello Stretto non va oltraggiata in nessun modo”.

Alemanno: “Stop al progetto, serve una condivisione”

E infine Alemanno: “Noi in questo momento aderiamo idealmente e praticamente al movimento dei no, ma la nostra riflessione sul ponte guarda al nazionale. La situazione è molto grave e molto pesante perché qui aleggia l’incubo dell’incompiuta, che diventa un simbolo di incapacità e uno sfregio per la città. Il ponte incompiuto sarebbe questo. Parliamoci chiaro: questo progetto è leader di Matteo Salvini che ha scelto questa carta per il proprio riscatto. Ma la stessa leader di maggioranza Giorgia Meloni è fredda sull’opera. Mi domando: e se cambiasse la maggioranza? Cosa farebbe il centrosinistra, ad esempio? Credo che ci vorrebbe una condivisione larga per scelte simili nel Paese tra maggioranza e opposizione perché se no il rischio è che si arrivi a frenare successivamente. Ma c’è qualcosa di più: i territori, i cittadini, i disagi decennali, le comunità scientifiche spaccate sui rischi della costruzione. A livello politico finanziare quest’opera sarà sempre più difficile, perché non è facile ipotizzare che questo ponte possa essere un volano. Le risorse che metti qui devi per forza prenderle da altre parti. Stamattina sono arrivato qui da Catania, pomeriggio andrò a Palermo, le interruzioni autostradali sono evidenti. Non possiamo togliere risorse ad altro per il ponte”.

E ancora: “Concludo dicendo che ideologicamente non sono contrario, ma bisogna tenere presente un altro aspetto: qui c’è un’opera con un rapporto costi-benefici difficile da capire. Tecnologicamente parliamo di un ponte con caratteristiche avanzate. Forse tra 20 o 30 anni con tecnologie diverse sarà possibile, ma oggi il rapporto col rischio tecnologico è deficitario. Non possiamo mettere a rischio le popolazioni presenti e future. Può essere un’opera abbandonata o compiuta, ma a rischio catastrofe. Noi chiediamo lo stop al progetto. Ci vuole una condivisione politica, tecnica e territoriale molto più ampia. Se oggi non c’è è un segnale chiaro”.