Già da 3 anni il Comune di Messina chiede agli utenti del servizio di assistenza domiciliare (Sadh) gli arretrati per la compartecipazione all’erogazione del servizio. Gli arretrati vengono calcolati in base all’Isee familiare presentato ed in molti casi, trattandosi di famiglie in stato di bisogno, la cifra diventa difficilmente sanabile, soprattutto quando si è alle prese con disabilità gravissime e permanenti.
Sulla vicenda interviene il consigliere comunale di LiberaMe Alessandro Russo con un’interrogazione nella quale evidenzia come le quote di arretrati richieste negli anni scorsi (fino al maggio 2016) hanno spesso superato di gran lunga la capacità reddituale di compartecipazione dei nuclei familiari interessati, spingendo le famiglie a lasciare il servizio, con una conseguente grave lesione dei propri diritti e delle proprie esigenze vitali, non potendo altrimenti far fronte alle esigenze esistenziali dei disabili gravi loro familiari.
“La giurisprudenza di settore ampiamente individuala necessità di conteggiare la quota di compartecipazione sul solo reddito del singolo assistito e non certo del suo nucleo familiare –scrive Alessandro Russo– ma il Dipartimento Politiche Sociali del Comune di Messina applica ancora nel richiedere il monte pregresso delle compartecipazioni degli utenti il calcolo basato sull’Ise familiare”.
Russo fa riferimento anche al parere rilasciato dall’Ufficio Legislativo della Regione Siciliana ed alla battaglia portata avanti in questi anni da comitati e associazioni di civismo partecipato – tra le quali si è distinta Cittadinanza Attiva di Messina .
Ma, nonostante i chiarimenti della Regione Siciliana, il Dipartimento Politiche Sociali di Messina ha continuato ad inviare richieste di recupero somme di compartecipazione retroattiva basate su calcoli ISEE dei nuclei familiari e non degli assistiti. Dal 2017 il Comune si è adeguato escludendo però dall’adeguamento le richieste del pregresso che continuano ad essere inviate agli assistiti.
“A fronte di impossibilità a pagare retroattivamente quote di compartecipazione ai servizi di assistenza il Dipartimento Politiche Sociali intimava il “recupero coattivo” inducendo molti utenti a rinunciare agli essenziali servizi di assistenza proprio per non incappare in azioni forzate di recupero del credito. Il fatto è stato segnalato da Cittadinanza Attiva di Messina all’Autorità Garante della Persona con Disabilità nella Regione Siciliana che ha risposto: “Non è accettabile che il Comune suddetto subordini la ripresa del servizio al pagamento di somme arretrate di compartecipazione basate su calcoli che si appalesano non sorretti da alcun fondamento giuridico”.
Alla luce di tutto ciò il consigliere comunale Alessandro Russo chiede all’amministrazione di sapere se sia vero che ancora oggi l Dipartimento Politiche Sociali stia procedendo a chiedere delle somme di presunta compartecipazione al servizio SAD-H basandosi su una normativa superata e illegittima che si basa sul calcolo ISE piuttosto che su quello ISEE del solo utente del servizio e quali misure urgenti intenda porre in essere per interrompere questi procedimenti illegittimi e lesivi dei diritti dei cittadini più deboli. Russo chiede di sapere se l’amministrazione intenda inoltre continuare a richiedere somme potenzialmente non dovute anche intimando il recupero coattivo esponendo l’Ente a rischio di contenzioso grave a rischio di soccombenza, stante l’impianto normativo.
“Mi chiedo se invece non sia più opportuno procedere con la restituzione delle somme che sono state ingiustamente versate dagli utenti che hanno corrisposto cifre superiori a quanto stabilito dalla vigente normativa per coprire le compartecipazioni retroattivamente”.