MESSINA. Alessia Gazzola torna a casa. Ad accoglierla è la sua Università, per la presentazione dell’ultimo romanzo Una piccola formalità.
“Alessia è stata mia studentessa, una brillante e curiosa specializzanda. Ho desiderato tanto poterla riaccogliere all’Università in veste di autrice dal grande successo. Esserci riuscita mi emoziona e riempie di gioia. Grazie Alessia per aver sdoganato ovunque la figura del medico legale”: sono le parole della rettrice Giovanna Spatari all’Accademia Peloritana dei Pericolanti, in apertura dell’evento organizzato dall’Ateneo in sinergia con l’Associazione ALuMnime e la libreria Bonazinga. Dopo i saluti di Daniela Bonazinga, a dialogare con l’autrice messinese sono Carlotta Tortora, studentessa di Lettere moderne, e Gianluca Carbone, studente di Ingegneria.
I due universitari hanno chiesto alla Gazzola – laureata all’Università di Messina in Medicina e Chirurgia (con specializzazione in Medicina legale) – di sé, della sua storia, della sua scrittura, del sogno di tornare a casa.
Il loro dialogo parte proprio da un’esperienza recentissima: “Nel treno che mi portava qui – spiega l’autrice – ho realizzato un sogno che custodivo da sempre. Nel 2011 è uscito L’allieva, da allora ho pubblicato altri 16 romanzi e ho viaggiato molto. Su tutti i treni e gli aerei che ho preso, ho sempre trovato qualcuno intento a leggere libri di autori noti. Ma, mai una volta, che mi sia capitato di incontrare qualcuno con un mio testo tra le mani. Mai prima di ieri. Ero, finalmente, seduta accanto ad una mia lettrice. E, ovviamente, non poteva che essere nel viaggio di ritorno verso casa”.
Una volta arrivata, poi, ha avuto inizio “l’operazione nostalgia”: “Con mia mamma – continua – abbiamo aperto cassetti, trovato foto, storie, sono andata al mio liceo, La Farina, ora sono qui. Grazie per tutte queste emozioni. Se posso rivelarvi il sogno più grande che ho è proprio quello di tornare a vivere qui”.
Si passa, allora, alla descrizione della sua ultima fatica, Una piccola formalità, con una nuovissima protagonista: Rachele Braganza, che farà i conti con eredità, segreti di famiglia e nuovi amori.
Un personaggio del tutto distante da Alice e Costanza, sue “sorelle”, già protagoniste delle opere da oltre 2 milioni di copie. Così la sua creatrice ce lo presenta: “Alice e Costanza sono davvero scriteriate, caotiche, soprattutto la prima. Adesso volevo una protagonista differente. Rachele è una ragazza precisa, seria, che non ha mai conosciuto il caos, né vorrebbe conoscerlo. È una giornalista, è appagata dal punto di vista professionale, non ha nulla da dover dimostrare. La sua vita, però, andrà in tilt, costringendola ad abbracciarlo quel caos, a capire come organizzarlo e come trarne beneficio. È un libro diverso e posso dire, sicuramente, il più sentimentale”.
Un libro diverso ma nato da uno stesso metodo di scrittura: “Inizio a scrivere alle 7.30 del mattino e stacco alle 15.30. Difficilmente esco fuori dal mio orario, ma le idee vengono quando vogliono, sono loro che comandano, quindi mi porto sempre un quaderno per essere pronta ad appuntarle. Ogni giorno rileggo ciò che ho scritto il giorno prima e proseguo”.
Blocchi dello scrittore?
“Ho avuto diversi blocchi – racconta Gazzola – quando è la scrittura stessa a mettermi all’angolo, quando non so ancora come risolvere un problema o come sciogliere un intreccio. Ci sono dei modi per superarlo, io ho il mio e l’ho scoperto empiricamente (cioè non sapendo cosa scrivere e andando a fare un sonnellino): devo mettermi in una bolla deprivativa. Resto al buio, senza nulla con me e, così, privata di stimoli esterni, capisco come procedere”.
È una storia speciale quella della Gazzola, che dalla Medicina Legale l’ha portata alla scrittura: “Ho scritto il primo romanzo in maniera amatoriale, desideravo dimostrare a me stessa di riuscire a pubblicarlo. Ma, appena ho capito che ce la avrei fatta, ho avuto paura, volevo tornare indietro, ho chiesto di poter firmare con uno pseudonimo. Poi è stata la vita a decidere per me. Forse, se avessi studiato Lettere non sarei diventata scrittrice. La Medicina mi è servita a mettere sempre l’uomo al centro, la sua vita, la sua storia. Per me è una materia umanistica. La Medicina legale insegna a raccontare una storia, permette di ricostruirla. Se penso alla me studentessa, le direi di non avere paura di viaggiare per cammini che sembrano diversi da quelli intrapresi in origine, l’importante è saper sfruttare il percorso già compiuto come uno scalino per arrivare alla destinazione finale” riflette l’autrice.
Infine, Gazzola saluta il pubblico rivelando alcuni suoi nuovi progetti: “Due le novità. Ci sarà presto una sorpresa televisiva e il film tratto dal romanzo Non è la fine del mondo. Io, nel frattempo, sto scrivendo un lavoro completamente nuovo, potrebbe diventare anche un momento critico della mia carriera, ma la scrittura è così, è una sfida continua e bisogna alzare sempre la posta”.