Politica

L’alfabeto politico del 2024 a Messina, promossi e bocciati I VOTI

di Marco Olivieri

MESSINA – Il 2024 è stato un anno complicato. E per giunta in un territorio già così problematico, denso di problemi strutturali. Proviamo ad analizzare alcuni elementi.

A come acqua e come Amam. Una gestione complicata sul piano organizzativo, con troppe falle in estate. Fino a quando tutti gli interventi strutturali non saranno andati a buon fine, sempre se a livello regionale si troveranno soluzioni per contrastare la siccità, Messina pagherà carenze antiche, figlie di una rete colabrodo. Ma è inutile negarlo. C’è molto da rivedere all’interno dell’Amam e della rete di sostegno a chi soffre la carenza idrica. E non basta certo un cambio di presidenza. Appare fondamentale affrontare in modo organico pure il tema delle numerose perdite attuali, ancora così significativo. Voto 4 ad Amam e 5 al Comune nell’ambito organizzativo: si doveva fare meglio, in funzione preventiva, per alleviare i disagi dei cittadini. Voto 7 sempre ad Amam e Comune per la programmazione degli interventi per risolvere i problemi enormi della rete idrica, non affrontati prima. Uno sforzo inficiato però dai problemi estivi, anche se le responsabilità sono pure regionali e non di poco conto.

A come Atm. Bene il MoveMe e il miglioramento dei servizi pubblici. In affanno il tram e il 2025 sarà un anno di lavori per la riqualificazione di una struttura che non è mai decollata. Voto sei e mezzo.

A come ambiente, E come efficientamento energetico, con l’assessore Francersco Caminiti, e M come mobilità sostenibile. Le intenzioni sono buone e le idee e i progetti non mancano. Voto 7. Sull’attuazione e sui tempi bisognerà vigilare.

A come Ars, in ambito siciliano. Rinnoviamo l’appello: basta ai fondi pubblici a discrezione del deputato di turno. Il sistema deve cambiare in profondità. Voto 4.

B come Basile. Un anno diffiicile per il sindaco di Messina. Tanti gli errori di comunicazione e gli errori politici. Ma è un primo cittadino competente, dotato di stile istituzionale e serietà. Voto sei e mezzo.

C come Cateno e D come De Luca. Voto 4 come stratega politico. Uno tsunami politico dentro Sud chiama Nord. Una fuga dei deputati regionali, rimasti solo in tre, in principio otto. E l’illogica tristezza di una lista macedonia con la sua “Libertà”, davvero poco gaberiana. Per poi finire con il preparare le mosse per un’alleanza con il centrodestra e con il “padre nobile dei siciliani” Schifani, a cui aveva detto prima di tutto.

C come cura del territorio e delle opere realizzate. Non basta solo fare. Bisogna prendersi cura di ogni aspetto e non lasciare che un’opera si rovini o sia lasciata a sé stessa, al pari di tante zone della città. Voto 5.

E come emergenza abitativa. Troppi ritardi nell’affrontare un’emergenza abitativa che, in realtà, è un problema strutturale. Qual è il nostro auspicio? Che il 2025 sia l’anno della svolta, con un invito a Patrimonio Messina Spa e Comune a dare un’accelerazione in questo ambito. Voto 5.

G come Giunta Basile. Nonostante la necessità di una revisione maggiore rispetto al “rimpastino” voluto da De Luca, va dato atto all’amministrazione Basile di un impegno nell’affrontare i tanti inghippi permanenti che Messina paga da tanti anni. Dallo sforzo in campo tecnologico alla già citata emergenza abitativa, la Giunta si sta muovendo, seppure a volte con lentezza o senza la necessaria determinazione. Ma se metterà a frutto quanto ha seminato, dei risultati li avrà ottenuti. E alcuni li ha raggiunti: dall’ammodernamento delle scuole, con il vicesindaco e assessore Salvatore Mondello, alla valorizzazione di Villa Dante e ai progetti in fase di realizzazione anche su impulso della Città metropolitana. Ad esempio, il “Dopo di noi” all’ex Città del Ragazzo.

Il sindaco deve circondarsi di figure che siano legate a un progetto e a un’idea di città. E un progetto di rinascita della città deve assumere un’identità più netta. Luci e ombre non mancano e il voto sull’amministrazione è 6 e mezzo. Ma il giudizio sarà nettamente positivo solo se Messina avrà fatto una necessaria rivoluzione nei servizi, nella burocrazia e nella pubblica amministrazione, nella viabilità e nella qualità della vita. Vedremo come evolverà la situazione.

L come lavoro. La madre di tutte le questioni. Occorre creare sana occupazione in un territorio così segnato dalla crisi economica e sociale.

M come Messina Servizi. Bene la raccolta differenziata, lodata anche dal presidente Schifani, e in crescita. Non va lo spazzamento e diventa fondamentale che i nuovi innesti diano una grossa mano, in parallelo con una maggiore civilizzazione dei cittadini. Voto sei e mezzo.

M come Messina Social City. Bene lo Scuolabus e i nuovi servizi attivati. Da chiarire i punti critici nell’organizzazione più volte sollevati da Palmira Mancuso (Più Europa) e dal consigliere Alessandro Russo. Quest’ultimo ha espresso diverse perplessità indirizzate anche alle altre partecipate, che meritano risposte. Voto sei e mezzo.

M come Meloni. Tocchiamo per un attimo l’ambito nazionale. 4 alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al suo governo, con i ministri Piantedosi e Salvini, in primis per l’autonomia differenziata e per l’impiego del migrante come capro espiatorio. Capro espiatorio ideale per un popolo stanco e sganciato da un’idea di futuro. 4 anche per aver abolito il reddito di cittadinanza senza averlo sostituito con qualcosa di ancora più efficace, mentre Stato sociale e sanità pubblica rimangono due fari che rischiano di spegnersi o affievolirsi sempre di più.

P come ponte sullo Stretto: voto 3 sulla gestione politica da parte del ministro Salvini e del governo Meloni. Tanti i punti interrogativi ambientali ed economici su un’opera che rischia di paralizzare e lasciare in sospeso una città che deve comprendere ancora se rinascere o morire. Noi vorremmo partecipare, nel nostro piccolo, alla rinascita.

P come periferie. La questione sociale si lega al recupero di una città, di un’identità. Il Pinqua è un passo importante ma manca un processo più profondo a livello nazionale, regionale e cittadino. Lo ribadiamo, queste sono le priorità: giustizia sociale e riscatto delle aree marginali, ponendo fine alla dicotomia centro-periferia; vocazione universitaria e turistica e recupero delle aree artigianali dismesse; inversione di tendenza rispetto al disastro del governo Meloni sul reddito di cittadinanza e sul sostegno alle fasce deboli. E non a caso il governo regionale Schifani prova a rimediare parzialmente con il reddito di povertà. Queste sono solo alcune urgenze che tengono insieme il locale e il globale.

P come pubblica amministrazione e s come servizi: sono altre due questioni centrali. Senza la qualità dei servizi e una pubblica amministrazione efficiente, che agevoli chi vuole investire in questo territorio, Messina non si risolleverà. Voto 5 alla situazione attuale. Si può fare di più. E allora il voto, se saranno ben indirizzate le nuove leve appena assunte, salirà.

P come protezione civile. Grande l’impegno dei volontari, con l’assessore Massimo Minutoli, nell’estate degli incendi e delle continue emergenze che diventano tragicamente la normalità. Voto sei e mezzo. Accanto a un potenziamento degli strumenti d’intervento e informazione, va evidenziata la necessità di mettere davvero al centro la messa in sicurezza dei territori. Anche in questo campo si deve sentire la voce dello Stato.

R come risanamento: voto 7. Le lentezze sono fisiologiche, dato il compito immane. Fondamentale collegare il progetto alla rigenerazione urbana. Per il resto, l’invito è a “fare i bravi”. Istituzioni, sub commissario Scurria e sindaco Basile, non “litigate”, in nome di un obiettivo che deve essere comune.

S come sanità pubblica, sempre più in affanno. Voto 4 alla classe politica nazionale e regionale. Saremo utopisti ma noi vogliamo una sanità pubblica omogenea in tutto il Paese e all’altezza dei valori costituzionali.

U come università. Più servizi di qualità dovranno accelerare la già avviata internazionalizzazione di Messina. Una città universitaria dove Ateneo e Comune, pensiamo anche al polo tecnologico I-hub e altri spazi da recuperare e riempire di contenuti, dovranno sempre di più interagire e creare occasioni di sviluppo per il territorio. Voto 6 e mezzo.

U come Unione inquilini: voto 7. Ha collaborato con l’assessora Alessandra Calafiore e gli uffici comunali nella realizzazione del nuovo regolamento per l’edilizia residenziale pubblica, approvato di recente dal Consiglio. Un passo in avanti significativo ed è stata intelligente l’assessora a recepirne le istanze. Sempre l’Unione inquilini, nel vuoto della sinistra e della politica, ha fatto sentire alta e forte la sua voce per reclamare nuove politiche sociali e per la casa. Bravi.

V come viabilità. Un disastro. Bisogna intervenire con incisività. Voto 4.

T come Tari. La riduzione del 30 per cento e la digitalizzazione, con l’assessore Roberto Cicala, sono processi da affinare, nell’ottica di un miglioramento dei servizi. La strada è quella giusta. Voto sei e mezzo.

Voti speciali

Cecilia Strada e Mimmo Lucano, parlamentari europei di Pd e Avs, e Ilaria Cucchi, senatrice eletta in Alleanza Verdi e Sinistra: il loro impegno per diritti umani e attenzione a chi soffre, come chi sta in carcere o ai margini della società, è un esempio. Voto 8.

Cecilia Sala, voto 8, arrestata perché colpevole di aver fatto la giornalista in Iran: un pensiero a lei e ai suoi familiari. La speranza è che torni a casa presto. Subito.

Voto zero a tutti quelli che sostengono le guerre, dall’Ucraina a Gaza. Basta massacri. Che la politica ritrovi la sua centralità e individui soluzioni possibili per far tacere le armi e risolvere problemi antichi.

Voto 5 alla sinistra mondiale, europea e italiana che non c’è. Voto 6 e mezzo a Elly Schlein per la buona volontà, nonostante i tanti limiti, 5,5 al Pd, 6 ad Alleanza Verdi Sinistra, 4 al Partito democratico siciliano (quello messinese ancora non è pervenuto).

7 a Ilaria Salis, in visita a Natale al carcere di Monza.

Buon anno.