Controllavano totalmente il “business” dell’edilizia nella lontana isola di Alicudi, la più “estrema” tra quelle dell’arcipelago eoliano, laddove le macchine non esistono e vige la legge del “mulo”.
Per far questo, pretendevano dalle ditte operanti sull’isola che chiudessero i battenti o che, al massimo, utilizzassero i loro muli come mezzi di trasporto del materiale, ovviamente con prezzi più alti e totalmente in nero. Non solo, qualora le richieste non venivano colte, non si facevano scrupolo a passare ad atti intimidatori come gettare una betoniera in un precipizio o rovinare colate fresche su strada lanciando grossi sassi.
E’ stata sgominata dopo lunghe indagini la banda di isolani che, tra gennaio e marzo dello scorso anno, aveva letteralmente creato un clima di intimidazione e terrore ad Alicudi. A finire nei guai sono stati Alessandro Virgona, 23 anni finito direttamente a Gazzi, Matteo Taranto, 27 anni sottoposto al divieto di dimora in tutte le isole Eolie, e Maurizio Virgona, 23 anni anche lui sottoposto allo stesso divieto del fratello.
A far scattare le indagini sono stati i militari dell’Arma della Stazione di Filicudi che, dopo lunghi accertamenti, sono riusciti ad identificare in Salvatore Taranto, detto Spirito, il vero capo dell’intera banda. Taranto era già stato arrestato lo scorso 31 ottobre ed ancora si trova ai domiciliari.
In particolare, i carabinieri sono riusciti a ricostruire il modus operandi di questi isolani che, di fatto, controllavano l’intera gestione edilizia di Alicudi. Il loro obiettivo era danneggiare e minacciare le ditte che operavano sull’isola al fine di ottenere assunzioni pilotate o l’abbandono dei lavori a favore di ditte amiche.
Dagli accertamenti è emerso che, in un caso, i tre avrebbero preso di mira due cantieri che si occupavano del rifacimento di una strada e della ristrutturazione della locale centrale Enel.
Quel che hanno messo in luce i militari guidati dal maresciallo aiutante Christian La Placa e coordinati dal Capitano Antonio Ruotolo non si fermava però solo all’estorsione, bensì anche alla coltivazione ed allo spaccio di marijuana. Nel giugno del 2012, infatti, i carabinieri hanno ritrovato in una zona abbastanza impervia una vera e propria piantagione di cannabis indica con tanto di impianto di irrigazione. Successivamente fu accertato come tutto fosse riconducibile ad Alessandro Virgona e Sanvatore Taranto.
“Tutta l’attività di indagine si è dimostrata particolarmente difficile – ha dichiarato il Capitano Ruotolo – poiché seguire accertamenti su un’isola che conta spesso meno di 100 abitanti si è dimostrato veramente complesso, tuttavia grazie alla grande professionalità dei Carabinieri di Filicudi e alla collaborazione di alcuni cittadini onesti, spesso oppressi e perseguitati da questo gruppo criminale, si è riusciti restituire la serenità che da sempre caratterizza la piccola isola di Alicudi”.