REGGIO CALABRIA – Caso Alival, notizie “grigie” dalla riunione pomeridiana del “tavolo” tecnoistituzionale in Prefettura a Reggio Calabria, presente per l’occasione il neoassessore regionale al Lavoro Gianni Calabrese.
Parte datoriale, in videocollegamento, ha ribadito l’assoluta indisponibilità a tenere aperto lo stabilimento di San Gregorio, che quindi fra due mesi chiuderà i battenti definitivamente; non una novità assoluta, alla luce di quanto riaffermato nel recentissimo vertice milanese.
Di fronte all’ipotesi d’incentivi economici ad hoc, dalla “galassia Lactalis” hanno ribadito: «Non è una questione economica, a questo punto, ma primariamente di strategia imprenditoriale del gruppo».
Tre i lavoratori che hanno accettato il licenziamento volontario incentivato; dei 76 addetti rimanenti, alla fine una dozzina quelli che si sono resi disponibili al ricollocamento in stabilimenti nel CentroNord del Paese.
Unica fiammella di speranza, in atto, l’ipotesi che alcuni significativi imprenditori locali dell’agroalimentare acquisiscano, separatamente, nelle rispettive aziende una ventina dei 65-68 lavoratori in uscita, enunciata dal presidente della Camera di commercio reggina Antonino Tramontana. Un’ipotesi da verificare con rigore, com’è naturale; cosa che sarà presto fatta a un apposito tavolo di confronto con lo stesso Tramontana, l’assessore regionale Calabrese e le organizzazioni sindacali.
Due le circostanze fondamentali da appurare: intanto quali sarebbero gli ineludibili strumenti per agevolare economicamente queste assunzioni a favore delle imprese interessate, su altro versante quali figure professionali possano analiticamente essere selezionate.
Il “tavolo” prefettizio tecnoistituzionale tornerà a sua volta a riunirsi fra 20, al massimo 30 giorni.
In atto, però, l’orizzonte è questo. Sicché rispetto ai 65 lavoratori o poco più che non avranno accettato né esodo incentivato né trasferimento al Nord, anche nell’auspicio che si chiuda positivamente la trattativa per stornarne una ventina alle imprese che hanno manifestato interesse tramite il presidente dell’Ente camerale reggino, al netto di tutto per circa 45 persone si prospetta, al momento, soltanto un mesto licenziamento collettivo.