Il no è stato corale ed a Musumeci non è rimasto che prenderne atto, anche perchè le sorti dell’Autorità portuale di Messina sono state al centro della campagna elettorale ed il governatore conosce bene la posizione della città al riguardo.
L’ex presidente Crocetta in questi anni si è limitato a roboanti dichiarazioni con scadenza periodica alle quali non corrispondevano i fatti.
Musumeci ha incontrato oggi l’intera deputazione messinese proprio in vista della decisione da adottare e da portare a Roma, dove batterà i pugni per dire NO all’accorpamento dell’AP di Messina con Gioia Tauro prevista dalla riforma dei porti targata Delrio.
E’ questo il mandato della deputazione messinese che ha ribadito la volontà di chiedere un’Authority autonoma, definite “dello Stretto”.
“L’autonomia dell’Autorità portuale di Messina è dettata dalla specificità della sua collocazione geografica e delle caratteristiche dell’economia marittima di quello scalo- ha dichiarato Musumeci raccogliendo l’appello– Ritengo ragionevole un sistema che comprenda i porti di Messina, Milazzo, Reggio Calabria e Villa San Giovanni e, in questo senso, mi muoverò nei confronti del governo centrale. Sarebbe utile, in tale direzione, un intervento su Roma da parte anche della Regione Calabria. Ho voluto, prioritariamente alla decisione della giunta regionale, invitare la deputazione messinese per conoscere il proprio punto di vista”.
Erano presenti all’incontro l’assessore regionale alle Autonomie locali Bernadette Grasso, Antonio De Luca (Movimento 5 stelle), Cateno De Luca (gruppo misto), Francesco De Domenico (Pd), Tommaso Calderone e Luigi Genovese (Forza Italia), Pino Galuzzo (Diventerà bellissima), Antonio Catalfamo ed Elvira Amata (Fratelli d’Italia).
“Mi fa piacere che all’unanimità – continua Musumeci – ci sia stata una convergenza di idee sulla mia proposta da parte dei deputati e ho anche preso atto che, comunque, l’idea dell’accorpamento con lo scalo calabrese di Gioia Tauro sia stata bocciata. La deputazione messinese, in subordine, si è pronunciata per l’eventuale unione di Messina con l’Autorità portuale della Sicilia orientale, seppur con una governance che garantisca il peso e il ruolo della città dello Stretto. Incontrerò nei prossimi giorni il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, per illustrare la posizione della Regione Siciliana, anche con una serie di elementi oggettivi che concorrano alla salvaguardia del Sistema portuale dello Stretto”.
Chi si è da sempre battuto per l’autonomia dell’AP di Messina è il M5S come evidenziato nella nota trasmessa fine incontro: “Già da tempo proponiamo l'istituzione dell'Autorità portuale dello Stretto- dichiara il deputato a 5Stelle Antonio De Luca– Musumeci mostri autorevolezza e chieda fermamente al Governo nazionale di evitare quello che sarebbe l'ennesimo scippo di risorse provenienti dalla provincia di Messina". De Luca ha ricordato al governatore come il porto di Gioia Tauro si trovi in una condizione di crisi economica che potrebbe travolgere anche l'autorità portuale di Messina: “ Il nostro porto è il primo per numero di passeggeri del Mediterraneo e ha un bilancio con un attivo di oltre 120 milioni di euro e un piano triennale di investimento 2018-2020 pari a circa 310 milioni, mentre quello di Gioia Tauro sta attraversando da tempo una condizioni di crisi".
La capogruppo Ars Valentina Zafarana e il parlamentare Francesco D’Uva sin dal 2015 hanno proposto l’ipotesi di un’Autorità portuale dello Stretto che comprendesse Messina, Milazzo, Villa San Giovanni e Reggio Calabria che assicurasse la necessaria continuità territorial. "L’accorpamento- dichiarano Zafarana e D’Uva- sarebbe l’ennesimo smacco per tutti i cittadini siciliani e calabresi che da troppi anni vivono profondi disagi causati dalla progressiva riduzione dei servizi di trasporto per i pendolari, oltre che dalle continue ed illogiche scelte di Trenitalia”.
Il no all’accorpamento con Gioia Tauro è netto anche per Elvira Amata, deputata di Fratelli d’Italia, che però, in alternative invita a valutare l’ipotesi di un “matrimonio” con Catania e Augusta: “Finalmente si vuol dare voce al nostro territorio senza accettare passivamente scelte imposte dall’alto– dichiara la Amata- Abbiamo espresso tutti insieme la richiesta forte di mantenere l’autonomia dell’AP Messina Milazzo. Abbiamo anche dovuto considerare l’ipotesi di un accorpamento, e in questo caso la mia preferenza è l’ adesione ad un sistema unico per la Sicilia Orientale, decisamente più coerente e sensato, di uno sposalizio con la AP calabrese. La riforma della logistica non può essere uno strumento attraverso cui depauperare la realtà dello Stretto di una autonomia che le è propria”.
Nel 2016, su sollecitazione dell’Amata il deputato nazionale Fabio Rampelli, di Fd’I aveva presentato un’interrogazione al ministro Delrio proprio sulla vicenda.
Stessa posizione per Cateno De Luca, Gruppo misto Sicilia Vera: “L'autorità portuale di Messina non può sparire ed essere accorpata a Gioia Tauro con un ulteriore colpo mortale all'economia ed alla storia del nostro territorio. Purtroppo la classe politica messinese nel parlamento nazionale ha dormito o ha accettato altre prebende in cambio del proprio silenzio sull'ulteriore grave ed inaccettabile scippo compiuto dal Governo Renzi/Gentiloni e non chiedendo misure di salvaguardia dell'Autorità portuale di Messina. La creazione dell’Authority dello Stretto invece avrebbe da sola una movimentazione analoga a quella di tutti i porti della Calabria e sarebbe anche una soluzione più logica. Da Musumeci ci aspettiamo che il Governo Siciliano sia risoluto nell'opporsi a questo scempio."
Rosaria Brancato