Come possa venire in mente di costruire baracche a ridosso di mura storiche è un mistero. Perché debbano passare anni per eliminarle altrettanto. Ma l’importante, adesso, è aver ottenuto il risultato.
Le mura volute dall’imperatore Carlo V furono realizzate nel 1537, per potenziare la difesa della città. Al Tirone, nella zona alle spalle della Chiesa del Carmine, tutto è abbandonato, ma da oggi sarà restituito un minimo di ordine e decoro.
Sin da stamane, una ruspa comunale ha avviato i lavori di demolizione delle baracche in legno e lamiera addossate alle mura, in questi mesi oggetto di apposita ordinanza sindacale richiesta e sollecitata più volte dal Consiglio della IV Circoscrizione. Le operazioni proseguiranno fino a sabato prossimo e non solo fino a domani, come inizialmente previsto. Il provvedimento prevede, nella fascia oraria 7 – 17, il divieto di sosta, con zona rimozione coatta, in entrambi i lati delle vie degli Angeli/Tirone, tra le vie Pippo Romeo e Faranda, e Pippo Romeo, tra le vie Cesario e degli Angeli/Tirone, e il divieto di transito in via degli Angeli/Tirone, tra le vie Maffei e Faranda.
Soddisfazione anche da parte del consigliere comunale Piero Adamo, presidente della commissione che si occupa di cultura: "Adesso si prosegua senza indugio nell’opera di vero recupero e riqualificazione dell’antico borgo cittadino in primis con la semplice collocazione, come suggerito all’Amministrazione per altre zone della città, di cartelli turistici e di “punti luce” nelle zone adiacenti alle Mura. Inoltre, nel solco di tale attività di recupero, sembra opportuno suggerire il recupero della galleria che attraversa le Mura da via Bova alla Scalinata Sergi e che oggi, a seguito di decenni di miopia, è purtroppo utilizzata come ricovero per autovetture. L’occasione, infine, è utile per sollecitare ancora una volta l’Amministrazione ad attuare identici interventi di demolizione di superfetazioni e manufatti abusivi anche nella vasta area di Maregrosso, proseguendo l’attività avviata dalla precedente amministrazione e purtroppo inspiegabilmente interrotta nel solco sempre più condiviso che arte, cultura e bellezza possono e devono essere il volano di sviluppo del nostro territorio".