A rischio cancellazione ben 14 Pte (punti territoriali d’emergenza) e il dimezzamento delle ambulanze con il medico a bordo in tutta la provincia di Messina.
Un dramma annunciato che ha spinto le sigle sindacali FIMMG,SMI,SNAMI a chiedere un incontro urgente in sede di Commissione Ars Sanità.
Eppure nei mesi scorsi il cosiddetto Modello Messina del 118 era stato portato da esempio per tutta la rete d’emergenza, visto come il fiore all’occhiello da portare all’attenzione del ministro Lorenzin e dell’assessore regionale Gucciardi.
Nonostante ciò il rischio è che entro dicembre vengano soppressi 14 presidi d’emergenza (quasi tutti nelle zone periferiche del territorio provinciale, come Novara di Sicilia, Falcone, Torregrotta) e le ambulanze con il medico a bordo saranno dimezzate, aumentando quelle senza supporto. I pazienti in caso di emergenza avranno a disposizione una sorta di “taxi” sanitario, senza medici che possano prestare soccorso direttamente a bordo e quindi, come in gran parte dei casi, evitare il peggio.
“La Regione- si legge nella nota sindacale- non ha tenuto in considerazione la strutturazione, ormai consolidata in Provincia, secondo reti tempo dipendenti per lo STEMI e per lo STROKE, "modello" riconosciuto sia in ambito regionale che nazionale, anticipando il principio che prevede che "il 118 rappresenta l'elemento essenziale del passaggio da un sistema assistenziale strutturato su Ospedali ad un sistema integrato…operanti in Reti".
In base alla normativa il Sistema di Emergenza Territoriale 118 opera garantendo 24 ore al giorno l'intervento più appropriato nel più breve tempo possibile, in ogni punto del territorio.
Le Linee Guida della Conferenza Stato Regioni del 1996, raccomandano tempi di arrivo dei mezzi di soccorso appropriato in emergenza entro 8 minuti in area urbana e 20 minuti in area extraurbana. Proprio per questo le Linee guida considerano imprescindibile la medicalizzazione delle ambulanze in numero sufficiente a garantire sia il soccorso primario che il secondario urgente"
Invece nel riordino della rete ospedaliera varato in primavera dall’assessore Gucciardi ad essere penalizzata è la provincia di Messina e nel calcolare il numero dei mezzi di soccorso medicalizzati non si tengono in considerazione i correttivi che erano previsti anche nello stesso decreto: 1)la realtà oro-geografica della provincia più estesa in lunghezza e con più comuni distribuiti prevalentemente in zone disagiate in Italia, 2)i tempi di intervento previsti dalle Linee Guida, delle reti tempo dipendenti già consolidate, 3)il forte flusso turistico (maggiore di tutte le restanti Province), 4)la distribuzione dei presidi ospedalieri di II livello nell'impiantistica territoriale del Servizio 118 nella Provincia di Messina.
Da qui la richiesta avanzata dai sindacati di un incontro urgente alla presenza del Direttore di C.O. 118 di Messina, Dott. Runci, e della Commissione per la valutazione della rete ospedaliera e dell'emergenza “finalizzato a presentare le proprie considerazioni ed i risultati ad oggi ottenuti dal modello 118 di Messina, nell'interesse dell'efficienza del Servizio di Emergenza 118 e della Comunità messinese, che verrebbe privata del 50% delle attuali ambulanze medicalizzate (MSA) preposte agli interventi salvavita urgenti sul territorio (raddoppiando le ambulanze NON medicalizzate, MSB), con ulteriore soppressione di tutti gli attuali 14 presidi territoriali di Emergenza (PTE), dislocati anche in zone premontate e montane, distanti dai presidi ospedalieri, che contribuiscono a rendere attuabile il principio della presa in carico da parte del Territorio delle urgenze di grado lieve e moderato, riducendo i relativi disagi per la cittadinanza oltre agli accessi impropri ai P.P.S.S. e i costi, ben più elevati”.
La buona sanità inizia dal soccorso immediato, tempestivo, efficace e completo.
Rosaria Brancato