C’è chi fa i calcoli su un foglio di carta, chi con la calcolatrice e chi a mente, ma tutti hanno un unico obiettivo: racimolare qua e là quante più presenze possibili nelle sedute delle commissioni consiliari o del Consiglio comunale per non pentirsi di essersi candidati e soprattutto di essere stati eletti . L’argomento che in questi giorni tiene banco a Palazzo Zanca tra i consiglieri comunali è il dimezzamento del gettone di presenza, sceso per effetto dei dati usciti dal XV Censimento Generale della Popolazione da 109 a 56 euro lordi.
Sebbene con determina dirigenziale firmata dal segretario generale Santi Alligo il tetto massimo di funzione mensile sia stato riportato a 2.184,42 euro (sempre lordi) contro i 1.529,37 previsti dopo la decurtazione del 30% sancita dalla sanzione per lo sforamento del patto di stabilità (poi superata dalla sentenza della Corte costituzionale, vedi correlato), i consiglieri comunali si sono resi conto che con le 22 presenze mensili che facevano prima non riescono a superare quota 1. 232 euro (circa seicentocinquanta euro netti al mese) . «Una miseria, viste le responsabilità a nostro carico» commentano in molti. Ed allora, pallottoliere alla mano, i rappresentanti del Civico Consesso hanno capito che servono 32 presenze mensili per intascare 1.792 euro (circa 850 euro netti) ed addirittura 39 sedute per fare l’ en plein e portare a casa 2.184 euro (circa 1500 euro netti).
Non è un caso che le ultime sedute del Consiglio comunale siano state convocate o nel pomeriggio o in tardissima mattinata, consentendo così il regolare svolgimento delle commissioni e facilitando la moltiplicazione delle presenze e quindi dei relativi gettoni. Non è un caso neanche la crescente richiesta da parte dei capigruppo di sedute straordinarie delle commissioni, con l’unico obiettivo di moltiplicare le occasioni per intascare un gettone di presenza in più e non certo di rendere più produttività l’attività consiliare, che troppo spesso si perde in discussioni sterili.
Emblematico quanto accaduto nell’odierna seduta della commissione viabilità (straordinaria!) dedicata ai problemi dell’Atm, durante la quale il capogruppo del Pd Paolo David ha proposto la convocazione di una straordinaria, trovando l’avallo dai colleghi, per approfondire i temi inerenti all’azienda trasporti. Il paradosso è che in Aula era presente tutta la dirigenza dell’Atm e c’era anche l’assessore Cacciola, al quale praticamente non è stata data possibilità di proferire parola. Piuttosto che ascoltare ciò che avevano da dire i vertici dell’azienda ( solo il commissario Manna è riuscito a dare qualche chiarimento, vedi articolo a parte) e l’assessore al ramo, magari per avere risposte sul presente e sul futuro della società speciale del Comune , i consiglieri hanno preferito “esibirsi” nei loro interventi per poi chiedere di avere delucidazioni “dall’alto” in una successiva seduta, in convocazione straordinaria ovviamente. Con il rischio che, in quell’occasione, gli ospiti odierni non possano essere presenti. Ma poco importa, se la priorità è il gettone di presenza… (Danila La Torre)