Si svuotano Udc e Ora Sicilia, Forza Italia veleggia verso quota 15, si rinforza momentaneamente la Lega, e c’è chi sente aria di nuova Dc. Sono tutte le manovre all’Ars di questo fine 2020, preludio di un 2021 che sarà di campagna elettorale verso le Regionali.
A prendersi tutta la scena, in questi giorni, è il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè che ha fatto una “campagna acquisti”, a scapito degli altri gruppi del centro destra, di tutto rispetto. Ma in molti pensano che c’è lo zampino di chi punta a ricostruire il centro in Sicilia.
Nel frattempo Giancarlo Cancelleri batte tutti sul tempo e annuncia che nel 2022 vorrà ricandidarsi per la terza volta (se il M5S darà il via libera al terzo mandato), alla guida della Sicilia. In casa Pd si pensava ad un’alleanza con i pentastellati, ma le dichiarazioni di Cancelleri potrebbero aver smorzato ogni entusiasmo. Nel centro destra le acque sono agitate e lo stesso Musumeci, che non disdegna l’idea di una nuova candidatura, deve fare i conti con un Miccichè rinvigorito e con un De Luca a Messina che potrebbe uscire dal cilindro, da gennaio col congresso di Sicilia Vera qualche sorpresa.
Nel frattempo a farne le spese sono Udc e Ora Sicilia gruppi Ars che sono stati svuotati dalle manovre azzurre e non solo. In Forza Italia sono già passate ufficialmente tre deputate: Margherita La Rocca Ruvolo (Udc), Marianna Caronia (Udc poi Lega poi misto), Daniela Ternullo (subentrata a Gennaro Gennuso e nel gruppo Ora Sicilia). La quarta, Luisa Lantieri, sempre proveniente da Ora Sicilia, è data per certa in direzione Forza Italia. Dietro le mosse di Miccichè c’è lo zampino di Cuffaro (la Lantieri, ad esempio, ex assessore di Crocetta è stata anche segretaria di Cuffaro), che mira a ricostruire la Dc in versione 3.0. Quattro ingressi non sono pochi e c’è chi dice che ce ne sia almeno un quinto in arrivo. Forza Italia arriva così a quota 15 deputati quanti ne ha il M5S dopo l’addio dei ribelli di Attiva Sicilia.
A svuotarsi è l’Udc, che dopo aver perso La Rocca Ruvolo (e prima anche la Caronia) ha dovuto registrare l’addio di Vincenzo Figuccia che armi e bagagli è transitato alla Lega “non ci sto a questa ricostruzione del centro”. Da ieri ha detto addio anche di Danilo Lo Giudice, che al momento passa al gruppo misto. Almeno fino a gennaio. Si svuota quindi l’Udc che resta con 3 deputati (l’assessore Turano, Giovanni Bulla ed Eleonora Lo Curto). Ma si svuota anche Ora Sicilia che perde Daniela Ternullo e Luisa Lantieri. In questo caso resterebbero solo Luigi Genovese e Totò Lentini, quindi a forte rischio chiusura del gruppo (a meno di deroghe del presidente Ars).
I movimenti potrebbero non essere finiti qui, sia all’interno dell’Udc che negli altri partiti. L’arrivo di Figuccia nella Lega potrebbe causare altri movimenti a catena, ad esempio il capogruppo Catalfamo potrebbe riflettere sul da farsi. Ma anche in casa Forza Italia si rischiano lotte interne anche in vista di cambi in giunta. Cambiando gli equilibri potrebbero cambiare gli assessori, con malumori e scontri annessi. In tutto questo Musumeci non vedrà bene il rafforzamento di Miccichè, soprattutto se quest’ultimo guarda troppo al centro e poco, molto poco a destra.
E a Messina c’è chi al momento sta al balcone, come Cateno De Luca, visto che Danilo Lo Giudice, dice e non dice. Il deputato regionale infatti fa riferimento al patto federativo del 2017 siglato tra Sicilia Vera e Udc, patto che all’epoca portò all’Ars Cateno De Luca. Nel 2018, dopo l’elezione a sindaco di De Luca, all’Ars subentrò Lo Giudice (frattanto diventato sindaco di Santa Teresa di Riva). Il patto, scrive oggi Lo Giudice non ha funzionato. “Più volte anche nei mesi scorsi ho manifestato questo mio malessere, trovandomi spesso a dover prendere posizione in solitaria su tematiche molto importanti, percependo anche un certo imbarazzo.” In realtà il patto è stato congelato in occasione delle Europee proprio per volontà di De Luca, che schierò Dafne Musolino nella lista di Forza Italia, grazie ad un accordo con Miccichè. Adesso però, con l’approssimarsi delle Regionali 2022 e con i tanti movimenti all’Ars, è meglio sganciarsi da un gruppo che rischia davvero di sgonfiarsi. Lo Giudice ringrazia i colleghi centristi e annuncia di voler continuare in autonomia.
“Da qui la scelta di iscrivermi al gruppo misto, avendo così la possibilità di valutare ogni singolo provvedimento per ciò che merita, consapevole che questa scelta possa rappresentare anche un rischio nell’ottica del prossimo appuntamento elettorale del 2022”. Poi però Lo Giudice fa un riferimento al futuro, ipotizzando anche altri patti federativi. Tra le righe la descrizione che fa potrebbe essere la Lega, dove è appena approdato Figuccia, ma non è detto che alla fine sarà questa la decisione. “Vedremo se in futuro ci saranno le condizioni per un patto federativo con partiti nazionali che si ispirano alla valorizzazione delle autonomie e dei palazzi municipali, altrimenti continueremo come sempre ad agire nell’esclusivo interesse della Sicilia e dei siciliani, portando avanti come sempre i valori del nostro movimento di Sicilia Vera”.
La decisione sarà presa a gennaio quando anche Cateno De Luca avrà le idee più chiare e potrebbe rispolverare l’idea della candidatura alla Presidenza della Regione, o quantomeno rovinare l’umore di Musumeci per tutto il 2021, più di quanto già non lo faccia un Miccichè ringalluzzito dai numeri (e dai centristi….).