“Ho ricevuto decine di chiamate, sono andato sul posto e ho scoperto che l’amministrazione ha deciso di chiudere una zona della sua città. L’allerta arancione della protezione civile, infatti, ha fatto scattare il protocollo vigente a San Michele. Peccato, però, che ancora una volta manca totalmente il buonsenso. L’amministrazione da “padre di famiglia” ha, nuovamente, fatto un clamoroso passo falso”.
Così il consigliere comunale Giandomenico La Fauci, da due anni portavoce delle proteste dei residenti di San Michele per le condizioni del torrente. “Sono stato, anche, promotore del sopralluogo nel quale il sindaco aveva annunciato interventi urgenti. Mai realizzati. Se non, con largo ritardo, quelli di creazione di varchi per limitare l’accesso al torrente. Va puntualizzato, però, che lo stesso torrente non ha goduto di interventi di manutenzione e pulizia continui, come si può vedere nell’ampio materiale video e fotografico che ho prodotto, ma solo di interventi annuali che chiaramente non sono sufficienti. L’ultimo, infatti, risale allo scorso anno.
Con l’allerta arancione, quindi, scatta la chiusura dei varchi. Proprio per questo, allora, gli uomini della protezione civile si sono recati sul posto chiudendo i varchi, e ponendo un bel catenaccio per impedire la riapertura. Dopo, secondo me errando, hanno lasciato San Michele e, contemporaneamente, sancito che i residenti fuori per motivi di lavoro o personale non possano più rientrare a casa. La pioggia, poi, è cessata già prima delle ore finale della mattinata. Al momento, infatti, non sta più piovendo: per questo motivo sarebbe stato più logico, quindi, lasciare una pattuglia sul posto con la possibilità di aprire e chiudere i varchi.
A questo, già gravissimo, si aggiunge l’impossibilità per i mezzi di soccorso di giungere sul posto in caso di chiamata. I varchi, infatti, sono chiusi con un lucchetto che – nel caso di un’emergenza – andrebbero divelti. Mi chiedo: è logico tutto questo? È da padre di famiglia porre in isolamento una zona? Non contesto l’applicazione del protocollo di sicurezza, ma ancora una volta denuncio superficialità e pressapochismo. La chiusura dei varchi, infatti, è arrivata dopo che molti residenti avevano lasciato le abitazioni per motivi di lavoro, adesso gli stessi non possono rientrare. L’unico modo – che non pare più sicuro – è quello di parcheggiare (chissà dove) il proprio mezzo e attraversare il tutto a piedi. Sindaco De Luca, le chiedo: questa è sicurezza? E non possiamo sorvolare sul fatto che da anni i residenti attendono gli interventi sul torrente, e parliamo di semplice pulizia di tombini e caditoie.
Le condizioni del torrente San Michele le potete giudicare dalle foto e dai video che ho prodotto in queste ore. Basterebbe questo per comprendere che gli atti di questa mattina sono, senza dubbio, palliativi per lavarsi la coscienza. Insomma, il classico “fare, tanto per fare”. Bisogna avere rispetto del lavoro altrui e attenzione reale alla sicurezza: chiudere i varchi può andare bene, ma non col lucchetto e con gli uomini della protezione civile che non presidiano il luogo. Lo ripeto: come rientrano a casa i residenti fuori per lavoro? O quelli che devono recarsi a lavoro? Dovrebbero farlo a piedi? Ma, le passerelle promesse non sono state poste. E, soprattutto in un momento di emergenza sanitaria, come possono recarsi alle abitazioni i mezzi di soccorso in caso di urgenza? Dobbiamo pensare che gli operatori del 118 debbano, anche, spaccare i lucchetti? Questo si aggiunge, poi, alla delicata questione di residenti molto anziani, con la presenza anche di bambini affetti da disabilità.
Mi auguro, allora, che davvero questa amministrazione si comporti da “padre di famiglia”, che finiscano le passerelle mediatiche e inizino gli interventi reali. Infine, mi tocca aggiungere, che i lavori definitivi per San Michele non sono ancora programmati col progetto in bozza e nel cassetto. Sono iniziate le pulizie degli altri torrenti, ma a San Michele quando toccherà?”.