Messina 2009, Toscana 2011, Liguria 2012, Sardegna 2013, Veneto 2014. Gli eventi alluvionali si ripetono tristemente e poco si fa per contrastarli.
“Tutti questi eventi – afferma il presidente dell’Ordine degli Ingegneri, Santi Trovato – sono accomunati da un unico tragico comune denominatore: l’assenza di un Piano di Prevenzione e messa in sicurezza del territorio, sia a livello nazionale che locale. Il nostro Paese sconta un’assenza di pianificazione cronica e per tale ragione, fino ad oggi, le risorse non sono state spese correttamente in fase preventiva ma solo a seguito delle emergenze. La difesa del suolo è un problema non solo tecnico, finanziario e giuridico-procedurale ma è un problema, ed è molto più grave, economico e sociale, che richiede, anzitutto, scelte politiche consapevoli”.
Nel 2012, l’Ordine di Messina, insieme a quello di La Spezia, aveva proposto la costituzione di un “Osservatorio Nazionale sulle politiche a difesa del suolo”.
“Al Governo e alla Politica – prosegue Trovato – avevamo anche chiesto che con urgenza si individuassero gli strumenti necessari per reperire le somme occorrenti per la preventiva redazione di un Progetto Conoscenza sulle principali criticità idrauliche e geologico – alluvionali che prevedesse anche una scala di priorità degli interventi da avviare, annualmente, nelle zone più a rischio. L’intento era quello di offrire la nostra collaborazione, all’interno dell’Osservatorio Nazionale, per la prioritaria stesura di uno strumento di pianificazione concreto e necessario per destinare finalmente le risorse in modo più appropriato ai fini della prevenzione dei possibili danni al nostro suolo. Ad oggi non vi è stata alcuna risposta ma con inesorabile cadenza almeno annuale, le alluvioni continuano a devastare, a dispetto delle ingenti risorse investite per “riparare i danni”, tutta la Penisola. Ci auguriamo che le risorse che questo Governo ha indicato di voler investire entro il 2014 (1,1 miliardi di euro per cantieri antidissesto e per cantieri in ambito idrico) verranno effettivamente destinati ad opere utili ad una migliore e più efficace messa in sicurezza del suolo”.
Restando a Messina, dove ieri è stata presentata la “candidatura” del Museo del Fango alla partecipazione a Expo 2015, il sindaco Renato Accorinti, preso atto dei gravi ritardi accumulati a causa delle inerzie burocratiche e delle inaccolte sue direttive, ha nominato il Direttore Artistico del Museo del Fango, Michele Cannaò, “Esperto del Sindaco per la consulenza nelle politiche di Marketing Territoriale”. Con questo primo atto, cui dovranno seguire un diretto contatto con il Sindaco di Milano e l’assegnazione al Museo della sede definitiva sul territorio di Giampilieri, si segna il ritorno al lavoro del Museo del Fango affinché Messina possa esser rappresentata degnamente all’Expo 2015. Calcolati i danni prodotti dal ritardo non sarà semplice recuperare, ma si proverà a raggiungere l’obiettivo.