Giampilieri e Scaletta nel 2009, Saponara e la Toscana nel 2011, la Liguria nel 2012, la Sardegna nel 2013. Le alluvioni continuano a flagellare il territorio italiano ed ancora poco si è fatto per contrastare le calamità naturali. Lo scorso anno, l’Ordine degli Ingegneri di Messina insieme ai colleghi dell’Ordine di La Spezia, ha organizzato a tal proposito due convegni nazionali, uno svoltosi a La Spezia il 24 marzo 2012 e un altro a Messina il 5 maggio 2012.
“Tutti questi eventi – afferma il presidente dell’Ordine degli Ingegneri, Santi Trovato, che ha scritto anche agli Ordini degli Ingegneri di 4 province sarde – sono accomunati da un unico tragico comune denominatore: l’assenza di un Piano di Prevenzione dei dissesti del territorio. L’intento dei due convegni è stato quello di dimostrare che i disastri ambientali abbattutisi sulle nostre zone – pur essendo di eccezionale portata – avrebbero potuto avere un effetto meno devastante se solo si fosse ricorso per tempo ad un uso più appropriato di risorse, prioritariamente indirizzate a prevenire più che a riparare i danni. Al Governo e alla Politica avevamo chiesto che con urgenza si individuassero gli strumenti necessari per reperire le somme occorrenti per un grande Piano di messa in sicurezza delle Aree più a rischio, un Progetto Conoscenza sulle principali criticità idrauliche e geologico – alluvionali che prevedesse anche una scala di priorità degli interventi da avviare, annualmente, nelle zone più a rischio”.
Finora nessuna risposta, ma la richiesta è reiterata. Non è mai troppo tardi per la messa in sicurezza del territorio.