Pochi giorni fa 14 dipendenti della Rodriquez avevano deciso di alzare la voce e protestare perché si sentono penalizzati. Supportati dalla Cisl e dal segretario della federazione di categoria Nino Alibrandi, hanno raccontato di essere gli unici che da quattro anni si trovano sempre in cassa integrazione, quando invece questa prassi avrebbe dovuto toccare tutti gli operai secondo rotazione. Avevano chiesto alla proprietà una spiegazione del perché toccasse sempre a loro. E avevano manifestato non poche preoccupazioni sul futuro dei cantieri della Falce dopo l’assorbimento del gruppo Rodriquez da Intermarine. Avevano anche chiesto la solidarietà dei colleghi.
Al posto della solidarietà è arrivata una nota che fornisce altre spiegazioni che vanno in contrasto con la protesta dei 14. La R.S.U. FISMIC Confsal e UILM Uil partono dal riconoscere pienamente il diritto al lavoro dei colleghi in cassa integrazione per cui, nonostante la manifestata impossibilità dell’azienda di utilizzare le loro professionalità, chiarendo di essersi sempre battuti al fine di una loro ricollocazione. “Crediamo fermamente che il ruolo del sindacato sia quello di contrattare e trovare soluzioni nell’interesse non di una parte, ma di tutti i lavoratori (vi ricordiamo che in forza ci sono 60 lavoratori su 74). Proprio per questo motivo abbiamo concordato, nell’ultima procedura di cassa, degli incontri periodici per decidere come gestire la CIGS, comprese le eventuali rotazioni. Dal 2009 ad oggi si è cercato sempre e solo di tutelare al meglio i lavoratori, abbiamo sempre contrattato e garantito l’anticipo del trattamento economico, per evitare che i colleghi potessero restare senza salario. Oggi con l’avvenuta fusione societaria abbiamo la possibilità, in caso di prolungata crisi del settore, di un’estensione della CIG a tutela di chi è fuori e di chi lavora” scrivono le Rsu. Ricordano anche che a differenza d’altri cantieri nessuno è stato licenziato e i lavoratori che sono usciti dall’azienda lo hanno fatto con la mobilità volontaria e con incentivi.
Poi il discorso si amplia. Sulla questione della fusione per incorporazione di Rodriquez in Intermarine le due organizzazioni spiegano che per tutti è stato difficile dopo tanti anni accettare il cambio societario, ma nonostante ciò porteranno il simbolo Rodriquez nel cuore e sulle costruzioni. Sono convinti che questa operazione sia stata l’unica possibile per salvare il gruppo Rodriquez, non vedono l’usurpazione del prestigioso marchio strappato a Messina e trasferito in altri siti, anzi ritengono che grazie a questa incorporazione il cantiere messinese non chiuderà. “Perché compiere questo passaggio all’interno del gruppo se si vuole chiudere il cantiere di Messina? Forse era un’operazione più facile chiudere Rodriquez e tenersi Intermarine?” chiedono. “Ricordiamo a tutti che non si tratta della stessa osannata storia della Birra Messina, dove l’Heineken ha acquisito lo stabilimento si è appropriata del marchio e produce la stessa a Massafra. Di questa storia oggi alla classe politica e ai sindacati, contenti dell’ingresso di nuovi soci, non gli è rimasto altro che vedere chiudere strategicamente i battenti all’azienda e dare in cambio alla città dei gloriosi palazzi. Spesso chiedere l’ingresso di nuovi soci non significa salvare uno stabilimento. Bisogna iniziare ad incentivare gli investimenti degli imprenditori nella nostra città, piuttosto che attaccare spudoratamente chi ha investito ed in questi anni ha mantenuto in piedi le aziende (come Rodriquez)”.
Un’altra domanda, che ha il sapore dell’attacco, arriva per i sindacati che hanno dato vita alla protesta. “Perché all’incontro tenutosi presso la Confindustria e all’Ufficio Provinciale del Lavoro su cassa integrazione e fusione societaria, dove erano state invitate tutte le organizzazioni sindacali, non si sono presentati?
Insomma è scontro tra le diverse organizzazioni sindacali. Scontro che di certo non fa bene ai lavoratori. (Francesca Stornante)