Fuori dal Pdl ma dentro il centrodestra. Anzi, l’alternativa vera di un centrodestra che non si riconosce più in Silvio Berlusconi e in una politica rimasta ferma ad almeno vent’anni fa. Si presenta così Gianpiero Samorì, leader e fondatore del Mir, Moderati in Rivoluzione, che si è lanciato nell’avventura politica candidandosi a premier dopo la decisione del Pdl di non fare le primarie. Samorì è un avvocato modenese e a Messina ha trovato il sostegno di Pippo Isgrò, ex assessore della giunta Buzzanca e candidato a sindaco alle prossime amministrative. “Fonderemo un partito e correremo anche al Comune e alla Provincia” ha detto Isgrò presentando il suo candidato premier. Samorì parla dell’Italia che si sveglierà all’indomani delle elezioni vuota di contenuti dopo tutte le promesse sentite in questa campagna elettorale. “La crisi strutturale ha investito tutte le Regioni al nord tanto quanto al sud, bisogna tornare a concentrare attenzione e risorse sulle imprese piuttosto che continuare con il sistema bancocentrico che ha concentrato tutto il potere nelle mani delle banche che si sono arricchite sulle spalle di imprese e famiglie. Iniziamo dal riaprire il credito”. Parla delle aziende e della necessità di evitare le delocalizzazioni che hanno prodotto solo nuovi poveri facendo perdere all’Italia pezzi di storia. Sì all’internazionalizzazione ma no alla delocalizzazione, per fare questo però bisogna creare delle zone in cui gli imprenditori siano incentivati a investire, Samorì pensa a Termini Imerese e alla possibilità di creare un polo produttivo partendo dal disastro creato dalla Fiat. Nel programma ci sono investimenti su istruzione ed edilizia scolastica perché un popolo senza cultura è facilmente manipolabile. C’è anche il Ponte sullo Stretto, tornato alla ribalta in questa campagna elettorale. Riguardo al Ponte il Mir è favorevole come occasione di sviluppo, ma per Samorì ciò che è urgente è bloccare le risorse per evitare che mentre si decide sul ponte sì ponte no la Sicilia perda ancora una volta. “Ma che lo decidano i siciliani se il Ponte lo vogliono o no” dice Samorì. Insieme al candidato premier i messinesi in corsa alle politiche del 24 e 25 febbraio, capolista al Senato il commercialista messinese Francesco La Fauci e poi il medico Carmelo Schepis e Giusy Scolaro, dirigente degli istituti Drago e Principe di Piemonte. Di Messina e della sua crisi ha parlato Francesco La Fauci. “Ci hanno scippato tutto, Messina è morta economicamente molto prima delle altre città siciliane, non possiamo promettere posti di lavoro, il nostro impegno sarà di crearli. Bisogna ripartire dalla capacità di associarsi, di mettersi insieme per ribellarsi a un sistema che ha penalizzato solo la gente normale”. (Francesca Stornante)