I vertici del Teatro replicano a Crocetta: “Senza fondi calerà il sipario”

22 novembre 2012, 21 gennaio 2013, 29 gennaio 2013. Sono le date delle richieste di incontro che il Cda dell’Ente Teatro ha inoltrato al presidente Crocetta. Ora ecco la quarta richiesta, corredata da una lunghissima lettera in cui il Cda spiega le proprie ragioni e non ci sta ad essere additato come unico responsabile dell’attuale situazione “che si può definire di evidente disagio”.

Il Consiglio di amministrazione, nel ribadire la richiesta di incontro a Crocetta, lamenta che “finora è stata ascoltata solo la versione – inevitabilmente parziale – di alcuni sindacati, su di un ente noto per non aver mai avuto il bilancio in rosso e che ancora oggi non ha debiti fuori bilancio”.

Nella lettera è spiegato che “l’interruzione delle stagioni del Teatro, lo scorso anno, è stata dovuta alla diminuzione delle risorse del 22 % rispetto all’anno precedente, risorse già invariate dal 1995. Rifatti i conti, abbiamo recuperato tutto grazie alla nostra consolidata abilità di economizzare”. Ed a proposito della dichiarazione di Crocetta in merito alla spesa da oltre un milione di euro per ogni opera lirica in Sicilia, il Cda precisa che a Messina “il Rigoletto, che dopo il rinvio sarà in scena a marzo, costa poco più di 400mila euro”.

Vengono definite “giuste” le rimostranze dei professori d’orchestra e dei lavoratori precari, così come il Cda ammette “una nostra mancanza, cioè il ritardo con cui è stato presentato il conto consuntivo 2010”. Ora, però, il bilancio è stato inviato alla Regione il 7 dicembre 2012, “ma da allora non c'è alcuna traccia di bonifici regionali, legati ai contributi 2011, pari a 3 milioni 140mila euro. Perdurando queste inadempienze, saremo costretti a bloccare l’attività dato che i fornitori non sono più disponibili a far credito, né si potranno pagare gli stipendi dei 65 dipendenti e dei contrattisti”.

“La stesura del conto consuntivo 2010 – spiega ancora il Cda – ha evidenziato che non vi erano dipendenti in grado di svolgere questo compito dopo le radicali innovazioni previste dalla legge e senza il conforto del parere dei revisori. Il Collegio dei Revisori nominato dalla Regione si è insediato il 17 ottobre 2011, dopo che il precedente era scaduto il 6 novembre 2007. Per il conto consuntivo 2011, abbiamo chiesto all’assessorato il distacco di un dipendente in grado di assolvere al compito e di istruire il personale. Richieste del 19 luglio 2012, 2 ottobre 2012 e 24 ottobre 2012 che non hanno ricevuto risposta”.

Per ciò che concerne la pianta organica, l’Ente Teatro l’ha inviata alla Regione il 9 maggio 2007 che l’ha restituita non approvata solo il 20 dicembre 2010, “chi è quindi il primo inadempiente?” – chiede il Cda che ha nominato “una commissione che sta sviluppando l'iter in collaborazione con i sindacati disponibili a discutere e a confrontarsi”.

Discorso simile per le tabelle di equiparazione, preparate dal commissario ad acta, che giacciono negli uffici dell'Assessorato. “Sono state formulate delle osservazioni sia dai revisori dei conti sia dai sindacati, che noi abbiamo immediatamente trasmesso a Palermo. Non abbiamo più avuto alcuna risposta, nonostante alcuni solleciti. Appena l'Assessorato ce le manderà nella versione definitiva, noi le approveremo subito”.

Sulla vicenda relativa alla stabilizzazione dei professori d’orchestra, il Cda ha più volte richiesto chiarimenti alla Regione senza mai ricevere risposta: “Abbiamo preparato l'ipotesi di un disegno di legge che istituisce un 'orchestra per tutto il territorio della Provincia di Messina e che quindi lavori per tutte le istituzioni (per esempio, Taormina Arte) e sia disponibile anche alle esigenze dei singoli Comuni, secondo un calendario di impegni da stabilire ogni anno e che occuperebbe in maniera costante i professori musicisti. Abbiamo consegnato il nostro progetto ai sindacati per raccogliere i loro suggerimenti, che non sono mai arrivati”.

Ed infine, il Cda elenca una serie di attività che hanno consentito risparmi all’Ente Teatro: “Sia il presidente sia il consigliere Gustavo Ricevuto hanno rinunciato alla loro indennità sin dal primo giorno del loro insediamento. Rispetto alla legge istitutiva, abbiamo operato con una sede in meno perché il Teatro in Fiera è inagibile per cause riguardanti i proprietari della struttura. Inoltre né Provincia né Comune contribuivano finanziariamente alle sorti dell'Ente, mentre invece adesso – dietro nostro sollecito – hanno deliberato piccoli contributi di circa 100mila euro annui ciascuno. Va precisato correttamente che il Comune mette a disposizione il Teatro Vittorio Emanuele, che è di sua proprietà. Abbiamo disdetto vari canoni d'affitto di locali in cui trovavano posto uffici distaccati per un risparmio annuo di 13mila 656 euro. Appena pagati gli arretrati (cifre che fanno parte del finanziamento maturato che ancora la Regione non ha erogato) è stato già deliberato che sarà disdetto il contratto dei locali di via Mario Aspa dove si trovano gli uffici amministrativi (saranno spostati al quarto piano del Vittorio Emanuele) con un risparmio annuo di 37mila 380 euro. Ci siamo inoltre prodigati per ottenere dal Comune un terreno o una sede per ospitare il nostro laboratorio e il nostro deposito che, al momento, costano rispettivamente 37mila 184 euro e 58mila 100 euro. Nella scorsa stagione il Vittorio Emanuele e la Sala Laudamo sono stati occupati per 417 giorni per i nostri spettacoli, dando lavoro a 108 tra artisti e tecnici messinesi, solo per la prosa. Inoltre, a parte la contrazione di quest'anno dovuta alla difficile congiuntura economica, nelle ultime stagioni il numero degli abbonamenti ha conosciuto un'evidente crescita, a testimonianza della bontà e dell'accoglimento favorevole delle nostre proposte artistiche”.

(Ma. Ip.)