Toni pacati, mente lucida, coerenza di idee e posizioni. Il Movimento Cambiamo Messina dal Basso batte 10 a 0 il Sindaco Accorinti che ieri ha addossato alla stampa, anzi a “certa stampa”, e ai social network colpe e responsabilità della rinuncia di Elio Conti Nibali alla poltrona di assessore e del clima tesissimo che in questi giorni si è creato tra amministratori e movimento. Il portavoce Federico Alagna, la consigliera comunale Ivana Risitano, i consiglieri di quartiere Francesco Mucciardi e Santino Bonfiglio, lo storico esponente di Rifondazione comunista Alfredo Crupi hanno invece preferito chiarire tanti aspetti di questa vicenda che ha inevitabilmente due facce e messo i “puntini sulle i” sia su quanto accaduto in questi mesi, sia su quello che, si augurano, sarà il percorso futuro dell’esperienza accorintiana. Una conferenza stampa convocata dagli esponenti del movimento per “spiegare i motivi del dissenso” dopo l’ufficializzazione del nome del nuovo assessore ma prima della rinuncia di Conti Nibali. Conferenza stampa che dunque rischiava di far scivolare CMdB su contraddizioni e polemiche, come accaduto alla giunta ieri, e che invece si è rivelata la prima valida occasione per capire cosa intenda fare Cambiamo Messina dal Basso dopo un anno e mezzo di amministrazione Accorinti.
Il primo a prendere la parola è stato il portavoce Alagna che ha esordito puntando l’attenzione sulla natura delle contestazioni mosse in questi giorni da esponenti del movimento e che avrebbero potuto portare alle dimissioni dei tre consiglieri. “Fin dal momento delle dimissioni di Filippo Cucinotta abbiamo chiesto al sindaco un confronto produttivo e preventivo sulle caratteristiche politiche che reputavamo imprescindibili nella figura del nuovo assessore. Seppur consapevoli che la scelta finale spettasse, evidentemente, al sindaco, ritenevamo (e riteniamo) che tale scelta non potesse in alcun modo prescindere da un confronto approfondito e sostanziale con la base che sostiene l’Amministrazione. Tale confronto era ancor più necessario, a nostro avviso, nel quadro di una esperienza che fa della partecipazione il suo credo fondamentale e che ha l’ambizione di individuare nuove forme di partecipazione politica che vadano oltre questa singola esperienza amministrativa e possano diventare pratica condivisa nel futuro. Al contrario, ci siamo trovati di fronte a un confronto ex post, quando la scelta del sindaco era già stata, nei fatti, compiuta, con il conseguente annullamento delle nostre capacità di indirizzo politico”.
Dunque dissenso e mancata partecipazione. Al contrario di quanto sostenuto ieri da Accorinti che ha ammesso la mancanza di unanimità sul nome di Conti Nibali, ma ha anche parlato di un confronto continuo con il movimento, confronto che c’è stato solo a decisioni prese. CMdB rispedisce al mittente anche le voci di chi ha parlato di “pretesa di una poltrona”, di protagonismo di un “partitino della sinistra” o dei capricci di un movimento immaturo: “E’ una questione politica seria, di metodo prima ancora che di merito, alla quale chi vuole costruire il presente e preservare il futuro non può non rivolgere la propria attenzione” ha dichiarato Alagna che proprio nella partecipazione cerca il punto per ripartire e rinnovare i rapporti con l’amministrazione. “La nostra posizione risulta più chiara se ci soffermiamo sulle complessità del contesto in cui la scelta del sindaco ha avuto luogo. Da un lato in diverse occasioni il movimento CMdB ha lamentato la difficoltà nell’instaurazione di dinamiche realmente partecipative con l’amministrazione che sostiene. Un disappunto, è bene ribadirlo, che, a differenza di quanti hanno deciso di separare il proprio percorso da quello della giunta, non ha mai portato alla messa in discussione da parte del movimento dell’esperienza amministrativa nel suo insieme, ma che è stato elemento di critica puntuale, all’interno di un quadro generale di sostegno alla Giunta Accorinti. Dall’altro lato, quasi paradossalmente, proprio in quest’ultimo periodo era stato possibile avviare, anche grazie a una rinnovata organizzazione e strutturazione del movimento, processi partecipativi e di confronto, tanto tra l’amministrazione e il nostro gruppo consiliare, quanto tra amministrazione e movimento. In questo senso, il metodo unilaterale scelto dal sindaco in questo preciso momento ci ha fortemente spiazzato”.
Su Elio Conti Nibali anche CMdB prende le distanze dagli attacchi personali di cui tanto si sta parlando e che a questo punto non si comprende più da chi siano partiti. La questione per il movimento è politica, basata sulla riflessione di fondo che fosse necessario orientare la scelta del nuovo assessore su una persona che condividesse quell’attenzione e quella cura verso il “basso” e che fosse al tempo stesso, per formazione politico-culturale e storia personale, idonea ad occuparsi di alcuni temi per noi determinanti, quali il lavoro e i rapporti con i lavoratori, le politiche migratorie, le politiche della casa, la partecipazione e i beni comuni, fino ai settori del patrimonio e delle politiche del mare. “Insomma, posto che era difficile trasferire semplicemente al nuovo soggetto l’insieme delle deleghe “cucite” su Filippo Cucinotta, poteva anche essere l’occasione per pensare a una rimodulazione delle stesse, partendo però dal ragionamento politico per arrivare alla persona più indicata tra le tante possibili, e non invece scegliendo prima la persona “a prescindere” e poi giungere alle deleghe da affidargli”. In buona sostanza il veto di CMdB si èì basato sulla considerazione che le caratteristiche politiche di Elio Conti Nibali non rispondessero alle esigenze a nostro avviso prioritarie e determinanti in questo momento storico e nell’esperienza complessiva di Cambiamo Messina dal basso.
Molto critica sul metodo di scelta basato “sull’empatia dell’anima”, così come ha sempre sottolineato il Sindaco, anche la consigliera Ivana Risitano che non ritiene si possa superare così il vecchio e contestato metodo del manuale Cencelli. “Se il bacino a cui si attinge è quello basato sulle conoscenze della vita si rischia di rimanere in un contesto troppo stretto, giustamente definito cerchio magico ma lontano dall’idea di centro di potere che qualcuno può ravvisare nella comunità Nuovi Orizzonti da cui provengono molti esponenti della Giunta e che io stessa conosco molto bene. Le categorie della competenza e dell’onestà non bastano, è legittimo che il movimento abbia espresso perplessità per una visione del mondo che per noi non può essere rappresentato da chi ha una storia politica molto diversa dalla nostra”.
La consigliera era pronta alle dimissioni, alla fine il movimento però ha deciso che è il momento giusto per provare a rilanciare un’esperienza che sta rischiando di chiudersi su se stessa. Finora nessun tradimento del progetto iniziale ma la consapevolezza di limiti e contraddizioni che però possono essere superate ripartendo da quelli che erano i punti fondamentali del progetto accorintiano e che evidentemente l’amministrazione in questo anno e mezzo ha dimenticato strada facendo. Per questo oggi dalla sala Ovale di Palazzo Zanca sono partite delle richieste importanti e che da ora in avanti rappresenteranno l’unico terreno su cui la base del Movimento vorrà confrontarsi, lavorare e vedere risultati: 1) il rifiuto politico netto sulla creazione nella caserma di Bisconte di un Cara o di qualsiasi cosa che gli somigli; 2) la chiusura della tendopoli, preceduta da un’ulteriore ispezione ASP e dall’ingresso all’interno del Palanebiolo di un ente di tutela dei diritti umani; 3) la rivendicazione dei nostri spazi sul fronte mare, molti dei quali sono da anni abusivamente occupati dall’autorità portuale; 4) lo stravolgimento dell’attuale sistema di gestione dei servizi sociali, anche tramite la coraggiosa scelta di mettere mano al sistema delle cooperative, pensando ad un suo risanamento o anche a possibili alternative; 5) un ritorno sul territorio, una presenza concreta e costante nei villaggi; 6) l’avvio di politiche sul lavoro e la perseveranza nelle politiche sulla casa 7) maggiore grinta nello sviluppo di un turismo sostenibile e di una forma di economia alternativa anche tramite la creazione della moneta locale complementare; 8) l’apertura pomeridiana delle scuole e la creazione in ogni quartiere di centri di socialità, cultura, incontro; 9)un colpo di reni nel rendere fruibile il patrimonio comunale e nella diffusione dell’uso in comune dei beni; 10) il bilancio partecipato e partecipativo.
Tutti punti del programma iniziale dell’esperienza accorintiana che oggi il movimento torna a proporre non parlando di fallimento ma sentendo la necessità di ristabilire un ordine delle priorità. Partendo, come ha sottolineato Alfredo Crupi, dal riprendersi quella fetta di partecipazione che l’amministrazione deve garantire al movimento, quel coinvolgimento che dopo le elezioni non c’è quasi mai stato nelle decisioni importanti. Per questo il movimento è pronto a creare un nuovo soggetto politico che possa avere vita propria oltre e a prescindere da Renato Accorinti e di questo si discuterà nelle prossime assemblee.
I consiglieri Bonfiglio e Mucciardi hanno invece chiesto “un cambio di passo dell’Amministrazione, riprendendo il programma elettorale, tornando nei quartieri e nelle periferie”.
Di certo c’è che questa vicenda ha segnato un momento cruciale nei rapporti tra l’Amministrazione e il movimento CMdB. Qualsiasi decisione sul futuro del movimento, però, non può che passare da un’approfondita e condivisa analisi da parte di tutta la “base”, a partire da un nuovo incontro dei firmatari della carta di intenti che si terrà domenica 11 gennaio. Ad oggi nessuna “rottura” tra il movimento e l’Amministrazione comunale, ma uno spirito e un approccio più critico per rivendicare quel progetto iniziale in cui la base ancora crede.
Francesca Stornante