Non si perda altro tempo. Per il secondo palagiustizia se n’è perso fin troppo e non si è ancora giunti ad una soluzione condivisa. E il punto è proprio questo, perché ognuno propone una soluzione diversa. A scendere in campo, stavolta, è l’associazione MessInOpera, che invita l’amministrazione comunale a trovare una soluzione immediata, per non correre il rischio di perdere il residuo stanziamento ministeriale.
L’associazione indica anche qual è la soluzione immediata: la “Casa dello Studente” di via Cesare Battisti. “Per la sua vicinanza a palazzo Piacentini, è a nostro avviso la più idonea – scrive il presidente dell’associazione, Franco Fede -, dopo il progetto Belgiojoso – Marino, a soddisfare almeno nel breve periodo le esigenze degli operatori del diritto e dei cittadini”.
Le soluzioni proposte dai rappresentanti di Cambiamo Messina dal Basso, invece, “sarebbero fonte di enormi disagi per l’intera collettività – prosegue Fede -. Così facendo, del Palagiustizia Satellite si discuterà ancora per altri trent’anni, o meglio fino a quando lo stanziamento ministeriale non sarà stato definitivamente revocato. Oltretutto, il mantenimento dello “status quo” costringerà i cittadini a continuare a sopportare il gravoso onere dei canoni locativi che il Comune paga per i locali a servizio dell’attività giudiziaria, lasciando il dubbio che vi possano essere altri interessi che ostacolano la soluzione del problema”.
Ma se il secondo palazzo di giustizia dovesse essere realizzato alla “Casa dello Studente”, dove allocare quest’ultima? La soluzione è proposta dal senatore accademico Federico D’Amico e dal consigliere comunale Fabrizio Sottile: l’ex hotel Riviera. “Come più volte sottolineato anche dal rettore Navarra – afferma D’Amico – è necessaria la collocazione della casa dello studente in una sede più adeguata in virtù dell'attuale ubicazione delle facoltà. Ricordiamo a tutte le istituzioni che sono quasi 8 anni che l'attuale casa dello studente è chiusa e i colleghi fuori sede subiscono disagi quotidianamente”.