Il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche aveva dato ragione al Comune di Letojanni, contro il Genio Civile, nella contesa sui doveri per la manutenzione dei torrenti. Il Comune di Messina, coinvolto in contesa analoga sempre col Genio Civile, aveva colto la palla al balzo per avvalorare la propria tesi. Ma in un altro caso la Cassazione ha dato ragione al Genio Civile. Ecco perché ora l'ing. capo Leonardo Santoro chiede che anche a questa sentenza, di rango superiore e inappellabile, venga data la stessa rilevanza. "Quest'atto – dice -, già preceduto da analogo e coerente orientamento del Tsap, ha condannato un Comune della provincia, respingendone i ricorsi mossi contro le ordinanze di questo Ufficio tendenti a liberare gli alvei dei torrenti da strade comunali, fognature, impianti che impropriamente costituivano ostacolo al deflusso delle acque, occupavano abusivamente suoli demaniali e costituivano pericolo per la pubblica incolumità inducendo impropriamente la cittadinanza ad utilizzare quali strade comunali il greto dei torrenti".
Entrambe le sentenze, opposte, non riguardano il Comune di Messina. Con quella della Cassazione – sottolinea Santoro – "viene sancito, in via definitiva, che le ordinanze del Genio Civile erano non solo legittime, ma mosse dall'accertamento fatto a riguardo che l'uso improprio dei torrenti… non avendo il Comune provveduto alla rimozione delle opere di che trattasi, legittimanente l'uffício del Genio Civile dí Messina ha agito in autotutela al fine di assolvere agli obblighi di mantenimento del buon regime delle acque e delle opere connesse".
Santoro invia la sentenza anche all'Agenzia del Demanio "affinché avvii gli atti ispettivi di competenza… … per l'accertamento ed il recupero dei canoni pregressi maturati per I'eventuale occupazione illegittima di aree di proprietà del demanio fluviale".