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“Altro che guardiano dei conti, con Basile Messina commissariata”

MESSINA – “Messina è stata commissariata perché non ha approvato il bilancio consuntivo del primo anno di amministrazione Basile. I più attenti ricorderanno che il sindaco Basile è stato insediato a Messina da Cateno De Luca che lo aveva definito “il guardiano dei conti”. Insomma alla prova dei fatti, l’amministrazione di Messina non è riuscita nemmeno a portare in aula il proprio bilancio consuntivo nei termini imposti dalla legge, altro che guardiano dei conti! E adesso cosa succede, vi starete chiedendo?”. La senatrice Dafne Musolino, oggi Italia Viva e ieri Sud chiama Nord, torna ad attaccare l’ammministrazione Basile.

Sottolinea in un video: “Il guardiano dei conti è stato bocciato alla verifica. La Regione ha dovuto nominare i commissari ad acta per tutti i Comuni che non hanno approvato nel termine assegnato dalla legge i bilanci consuntivi. Tra questi, anche Messina, che non ha approvato quello relativo al 2023. Il guardiano dei conti non è arrivato alla meta. Non lo ha nemmeno presentato il bilancio in aula. È ancora fermo al vaglio delle competenti commissioni. Ma come mai questo deficit? Il commissario ad acta arriva dopo l’invio di una diffida da parte dell’assessorato delle Autonomie locali, che dà un termine di 30 giorni per eseguire l’adempimento. Di conseguenza, le amministrazioni inadempienti non hanno rispettato né il termine di legge, né della diffida. E così l’assessore regionale Messina ha dovuto nominare il commissario ad acta. Significa che il commissario si sostituisce agli uffici competenti (a Messina Mario Teresi., n.d.r.) per gli atti necessari a raggiungere il risultato. Avocherà a sé questo bilancio e lo dovrà portare in aula e lì si dovrà votare. E se non dovesse essere votato, l’amministrazione torna a casa”.

“L’opposizione dovrebbe pretendere risposte”

Continua la senatrice, ex assessora delle Giunte De Luca e Basile: “Ma sono sicura che i consiglieri comunali, alla fine, lo voteranno. Sarebbe difficile da gestire la fine anticipata della legislatura, come penso che si sia capito ormai. E come si capisce dalle attività in Consiglio comunale che vengono svolte e, soprattutto, da quelle che non vengono svolte. Sono tanti i temi sui quali l’opposizione in aula potrebbe impegnarsi per dare chiarezza e trasparenza. La democrazia soccombe nell’oscurità, quando non c’è trasparenza”.

In sostanza, per Musolino, per quieto vivere, o per evitare di tornare a casa, il Consiglio rinuncia a svolgere fino in fondo il suo ruolo di controllo e verifica dell’attività della Giunta.

“Crisi idrica e vettoriamento dell’acqua a Taormina: mancano le risposte”

Aggiunge l’esponente di Italia Viva: “Quali temi? La crisi idrica. C’è un problema d’approvvigionamento delle fonti e di risorse finanziarie date ad Amam già nella precedente amministrazione. Come sono state impiegate? O perché non sono state impiegate? Perché la ricerca degli altri pozzi, per la captazione delle risorse idriche, era ferma ed è stata nuovamente rilanciata pochi mesi fa? E prima che cosa si è fatto? A che cosa sono serviti gli interventi eseguiti sulla struttura dell’acquedotto Fiumefreddo per cinque volte, durante l’inverno e la primavera, con l’interruzione totale della fornitura idrica in città? A che cosa sono serviti gli interventi se l’acqua che arriva è sempre la stessa? Una relazione, con un dettaglio delle opere eseguite, non l’ho vista da nessuna parte”.

E ancora: “C’è il tema del vettoriamento dell’acqua a Taormina. Voi mi direte: ma la recuperano un po’ più avanti da Siciliacque. Ma perché questa scelta non è passata dalla Giunta, né dal Consiglio comunale? Eppure Amam è il gestore del servizio idrico comunale. Un tempo erano 5 litri al secondo per una finalità solidaristica. Ora parliamo di 60 litri al secondo frutto di una convenzione tra Amam, Comune di Taormina e Siciliacque. Tra 5 litri e 60 litri al secondo c’è una bella differenza. Soprattutto quando la mattina, alle 9.30 o alle 10, al massimo alle 11, ci sono quartieri dove le persone non vedono arrivare nemmeno una goccia. E non fanno in tempo a riempire un serbatoio. Io ritengo che Amam non avesse il potere d’assumere la decisione senza passare dalla Giunta e dal Consiglio comunale. Per me questo è un attacco alla democrazia. E non mi stancherò mai di dire che il Consiglio dovrebbe essere più incalzante nei suoi interventi”.

Così si erano espressi De Luca e Basile nel presentare la convenzione tra Amam, l’Ati (Associazione territoriale idrica) e Siciliacque: “Questa soluzione virtuosa permette a tutte le parti coinvolte di ottenere vantaggi significativi. Taormina potrà contare su una maggiore fornitura idrica, mitigando la crisi che ha affrontato finora, mentre Messina risparmierà la quantità di acqua che, in passato, era stata fornita a Taormina in caso di necessità. Questa convenzione rappresenta un importante passo avanti nella gestione delle risorse idriche e dimostra quanto si possa ottenere attraverso la collaborazione e la solidarietà tra i Comuni”.

“Perché non viene data risposta alle interrogazioni dei consiglieri Oteri e Alessandro Russo?”

Ma torniamo alla senatrice Musolino, che conclude: “Seguo le interrogazioni dei consiglieri Oteri e Alessandro Russo (dall’eventuale rischio fondi per il risanamento al censimento dei pozzi privati, tanti i temi toccati dai due consiglieri, n.d.r.). Mi sembra di capire che queste interrogazioni cadano nel vuoto. Nell’indifferenza di chi dovrebbe rispondere. Ma vorrei ricordare che se alle interrogazioni non si risponde entro il termine prestabilito, l’interrogante ha diritto a investire sempre l’assessorato alle Autonomie, il quale a quel punto è tenuto a ottenere dal Comune di riferimento la risposta. Se i consiglieri fanno l’interrogazione e chi è competente non risponde, c’è sempre un controllo superiore di un organo terzo. E c’è sempre una figura istituzionale all’interno del Comune, che è il segretario generale (la dottoressa Rossana Carrubba, n.d.r.), che vigila e, nel caso si superi il tempo prestabilito, può fare valere la sua autorità., competenza e poteri. Quando in una città non ci sono risposte, le domande aumentano. E la prima domanda che si pone il cittadino è: perché a queste domande non viene data risposta?. Anchio lo vorrei sapere”.

Subito dopo è arrivata la replica del sindaco. Ma la polemica non finisce qui.