Di mese in mese, di proroga in proroga. Il 2016 dei servizi sociali messinesi era iniziato così e a metà anno la situazione non è cambiata. La mancata approvazione dei bilanci, il fatto che Palazzo Zanca abbia adottato il previsionale 2015 solo pochi giorni fa ha impedito qualsiasi tipo di programmazione. E così si va avanti a suon di proroghe per garantire continuità, scongiurare lo stop dei servizi e i danni che tutto ciò avrebbe causato ad anziani, bambini, studenti, disabili, famiglie disagiate. La sesta proroga tecnica, in barba ai progetti dell’assessore Nina Santisi che sul finire del 2015 aveva tracciato un atto di indirizzo che dettava le linee da seguire per procedere alla riorganizzazione e ad una migliore gestione delle risorse disponibili, anche sotto il profilo del personale impiegato e necessario. Per questi progetti servirebbe il previsionale 2016, dunque si continuerà a sopravvivere di mese in mese.
Fissati gli importi da destinare alla copertura di ogni singolo servizio per l’intero mese di giugno: 29.960 euro per i due Centri di aggregazione giovanile (settore C) e 41.564 euro per gli altri tre Cag (settore B) gestiti dalla coop Cas, 37.962 euro per quelli di Azione Sociale; 96.774 euro per i tre asili nido curati dalla coop Amanthea e Cas; 144.835 euro per il servizio di Assistenza domiciliare alle famiglie dei disabili gestito dalla coop Orsa Maggiore; 79.517 euro per il Trasporto disabili ai centri occupazionali e di riabilitazione in mano alla coop Genesi; 26 mila euro per il Ricovero ragazze madri e donne in difficoltà; 145 mila euro per il Ricovero dei disabili psichici; 165 mila euro per il Ricovero minori; 83 mila euro per il Ricovero anziani e adulti inabili; 311 mila euro per l’Assistenza domiciliare anziani zona nord, centro e sud gestita dalla coop Genesi.
E di servizi sociali si è discusso oggi durante la seduta della VI commissione presieduta dalla consigliera Donatella Sindoni. In aula l’assessore Santisi che, dopo tanti botta e risposta a distanza e tante polemiche, ha incontrato i consiglieri puntando l’attenzione sul percorso che in questa fase l’assessorato sta compiendo per provare a portare quelle novità che fino ad oggi, per tante difficoltà soprattutto finanziarie, sono dovute rimanere sulla carta. La Santisi ha voluto condividere con l’aula la proposta di valutazione sui servizi sociali studiata e costruita per monitorare la qualità amministrativa e tecnico-professionale dei servizi sociali resi dal Comune di Messina. Non potendo ancora ridisegnare l’offerta dei servizi e la gestione, l’assessore ha messo a punto questo sistema di controllo che dovrà essere incorporato nel processo di affidamento di ogni servizio e servirà a garantire trasparenza e comunicabilità dei risultati ottenuti. Questo monitoraggio avverrà attraverso un questionario di base già elaborato e illustrato oggi in commissione: “Il gruppo di lavoro costituito per avviare questa operazione di controllo costante dei servizi ha stilato il questionario che dovrà essere sottoposto a tutti gli utenti e che ci servirà per raccogliere dati che poi saranno messi a sistema e potranno dare un quadro sempre aggiornato dell’efficienza e dell’efficacia dei servizi”. Un questionario che si divide in cinque aree e che va ad esaminare a fondo sia i bisogni di partenza degli utenti, che l’effettiva resa delle prestazioni. La prima area è dedicata alle caratteristiche socio-demografiche dell’utente, la seconda indaga sul processo di accessibilità al servizio, la terza si incentra sulle relazioni con gli operatori per testare se il piano di lavoro costruito sui beneficiari è stato rispettato, la quarta indaga sulla rete dei servizi per verificare se l’utente usufruisce contemporaneamente di più servizi, la quinta è dedicata al giudizio complessivo dei beneficiari e alle osservazioni che ognuno potrà aggiungere per proporre eventuali correttivi.
Un percorso che è piaciuto ai consiglieri comunali che però vogliono approfondire alcuni passaggi e soprattutto fare un discorso più ampio sulla gestione generale del settore, a cominciare dal sistema ancora basato sulle cooperative. Polemico affondo della presidente Donatella Sindoni che ha voluto ricordare l’idea dell’albo dei lavoratori, avanzando anche la proposta di prendere in considerazione l’ipotesi di assumere direttamente i lavoratori dei servizi sociali così da chiudere i ponti con le cooperative: “Dobbiamo sapere con certezza quanti operatori sono impiegati in questo servizio perché se anche è vero che non sono dipendenti comunali, è anche vero che ad ogni ritardo sugli stipendi vengono al Comune a protestare e quasi a minacciarci, spesso spinti da sindacati come la Fp Cgil. Visto che dunque il problema è tutto comunale, anche perché evidentemente le cooperative non rispettano gli accordi previsti nei bandi di gara, sarebbe meglio internalizzare tutto e gestire direttamente i servizi”.
Un problema sempre caldo e mai risolto, un settore in continuo fermento e sempre appeso al filo. In aula si continuerà a discutere, a Palazzo Zanca si proverà a programmare strade diverse quando ci sarà la disponibilità finanziaria per poterlo fare. Nel frattempo si va avanti fino al 30 giugno.
Francesca Stornante